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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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253. PROGRESSIVE ESPANSO di Sky Robertace Latini
Il Progressive ha molte sfaccettature; naturalmente il
più classico è quello anni ’70 con la trinità inglese Genesis/PinkFloyd/Yes a
cui va aggiunto il caposaldo King Crimson. Ma poi anche una miriade di band
minori che tanto minori non sono (la PFM italiana è stimata anche in Europa e
in America). Il genere poi si è unito agli altri generi musicali dando la stura
a vari sottogeneri tra cui Prog-HardRock (Jethro Tull e Styx) e Prog-Metal
(Dream-Theater e Symphony X). I grandi gruppi del passato sapevano essere
riconoscibili. Quelli odierni invece spesso peccano di anonimato anche quando
le composizioni sono splendide. Oggi è in uso categorizzare come Prog anche
cose lontanissime fra loro. In linea di massima è un attitudine del pensiero e
un atteggiamento musicale, aperto all’utilizzo di varie influenze per
mescolarle ed anche aperto alla sperimentazione, sebbene per essa spesso si
usino anche termini quali avanguardia e alternativo. In realtà il progressive classico
ha ben poco di sperimentale, ed è progressive in quanto ad ampio spettro
sonoro, strumentale e d’ambientazione. Nelle
recensioni appena sfornate in questo blog, ho messo in luce le ultime uscite di
cinque gruppi:
·
Uno è il gruppo che si rifà all’Hard Rock degli anni
’70, quello dei mitici JethroTull, assolutamente non innovativi in questo nuovo
lavoro, che però sanno ben rigenerarsi usando prettamente se stessi senza
innovazione alcuna. Ammalianti e piacevoli proprio perché l’ascoltatore-fan ha
ritrovato fedelmente ciò che aveva amato di loro.· Un altro gruppo è quello dei FlowerKings che esistono
da circa vent’anni utilizzando però quel periodo antico (sempre anni ’70),
quindi non creatori ma utilizzatori di quel sound. Ed è la voglia di molti
rocker di assaporare quel prog-rock morbido e fluido, quindi il desiderio di
seguire pedissequamente gli stessi stilemi pur se con alto livello
interpretativo.
·
Ma due gruppi quest’anno hanno dato di più al Prog.
Sono i BarrenEarth e i Borknagar che sono quella parte di rockettari che viene
dal metal, ma che poi virano verso un suono progressive che quasi non è neanche
metal, ma solo rock. Queste due band, per bagaglio culturale dei loro membri,
addirittura non provengono nemmeno dal metal più orecchiabile, ma da quello più
estremo (più o meno Black Metal), e vanno a unirsi con un sound non
precisamente attiguo. Testimoniano come molte realtà musicali non accettino più
catalogazioni. Le atmosfere dei vari decenni tendono a fondersi. A volte non si sa più
se i confini di un gruppo sono più rock o metal, anzi, si possono trovare
dischi fra loro diversi come genere anche se prodotti dallo stesso gruppo. Ciò
avviene più per il Progressive che per altri generi musicali. Spesso però è la
stessa critica che crea categorizzazioni poco consone. I Borknagar vengono
menzionati come band Black-Prog-Metal solo
appunto per la provenienza dei musicisti, quando sembra più un album di
puro Progressive Rock. Poi però si incontrano anche formazioni i cui componenti vengono dal
Prog e formando un supergruppo, questi viene chiamato anch’esso Progressive
Rock band. E’ il caso degli Asia che probabilmente sono a cavallo tra Prog e
AoR con preponderante atmosfera AoR, che tutti si ostinano a porre nel Prog. E
in gruppi come questi la categorizzazione in tal senso appare veramente
artificiosa. Gli Asia sono uno di quei casi in cui musicisti di estrazione
raffinata e tipicamente progressive, si snaturano per creare un prodotto
commerciale. Siccome i musicisti Prog di solito sono gente talentuosa che suona
in modo
superbamente ipertecnico, ascoltarli così banali e semplificati fa un
po’ senso. Sentire per esempio Howe, il chitarrista degli Yes, così sacrificato
negli Asia, a strimpellare cose piuttosto piatte e scontate, fa rizzare i
capelli. E così per chi proviene dai King Crimson o dagli ELP. E’ una
sensazione che ho condiviso con altri fan del rock, la pensiamo allo stesso
modo. Probabilmente Steve Howe vive gli Asia come momento di relax; per uno
come lui suonare in quel modo è come bere un bicchier d’acqua, assolutamente
non faticoso. Quindi nel mondo prog, che
sia solo rock o anche metal, le pure catalogazioni possono funzionare, ma solo
per un certo numero di gruppi. A volte le differenze stanno solo nella
distorsione, altre volte in contaminazioni estreme o in eclettici assemblaggi.
Molto spesso un musicista si travasa da una realtà ad un’altra e in questo il
fruitore sembra seguire senza perdersi; tutto appare fluido e liquido, in un
processo che si allontana e ritorna continuamente. I fan e i compositori paiono
muoversi insieme, entrambi ormai riescono ad avere un panorama completo di
quello che è la musica evitando di settorializzarsi troppo; pare succeda in
molto rock, ma di più nel progressive.
SKY ROBERTACE LATINI
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