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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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259. BRUCE SPRINGSTEEN E IL SOUTH BY SOUTHWEST MUSIC CONFERENCE di Sky Robertace Latini
Quest’anno
c’è stato negli Stati Uniti un evento al quale Bruce ha partecipato
intervenendo non musicalmente. Dal 1987 in Texas (Austin) va
in scena una manifestazione che doveva essere per la musica come una fiera ed
un mercato e oggi vive come una grande expo
internazionale che va oltre la mera musica. Dura due settimane con tanti
sponsor e c’è anche musica dal vivo con accesso gratis. Si chiama “South By Southwest Music
Conference” e se la prima volta attirò solo 700 persone, oggi solo di
professionisti ne vede arrivare 50.000, diventando così l’evento più importante
del mondo per l’industria musicale. Alla città di Austin arrivano 167 milioni
di dollari durante questi giorni movimentati. L’apertura ufficiale prevede il
discorso di una persona famosa del panorama musicale, e in passato si sono
visti musicisti quali Johnny Cash; Little Richard (“Tutti Frutti”); Robert
Plant (Led Zeppelin); Neil Young; Pete Townshend (Who); Lou Reed; ecc. Quest’anno al Festival texano è stato
invitato Bruce Springsteen che ha fatto un assolo discorsivo di una ora. Il 15 marzo 2012, davanti ad un pubblico di
2000 persone è iniziato quello che in questo festival è chiamato “il discorso
della nota chiave” (Key Note), la nota che viene data per la tonalità del brano
da eseguire. Eccone alcuni passaggi: “Quando mi hanno invitato a tenere il “Keynote
speech”, ho tentennato perché la parola “Keynote” sembrava suggerire che
esistesse un’unica nota chiave, capace di riassumere tutto quello che sta
succedendo per le strade. Eppure non si riesce a trovare due persone che la
pensino allo stesso modo sul Pop”. “E’
fantastico essere in una città con diecimila band. Alla fine del ’64, quando ho
preso in mano una chitarra per la prima volta, una cosa del genere sembrava
irrealizzabile perché era proprio impossibile da un punto di vista numerico; a
quei tempi non c’erano abbastanza chitarre. E c’erano solo dieci anni di rock
da cui attingere”. “Il Pop è diventato una serie di linguaggi nuovi, di forze
culturali, di movimenti sociali che hanno ispirato e rivitalizzato la seconda
metà del ventesimo secolo. Chi avrebbe immaginato un presidente sassofonista o
uno cantante soul?” “Ci sono un sacco di sottogeneri: qualcuno mi spieghi cos’è
il NintendoRock”. “Gli U2 sono probabilmente l’ultima band di cui si ricorderà
i nomi di tutti e quattro i membri. Nel 1977 Lester Bangs disse che Elvis
rischiava di essere l’ultima cosa su cui ci saremmo trovati tutti d’accordo. Da
quel momento in poi ognuno per sé; non saremmo più riusciti a farci avvicinare
da una musica comune”. “Mi piacerebbe parlarvi dell’unica cosa che è rimasta
coerente: la genesi e il potere della creatività. Che tu faccia musica Dance o
Folk americano, la purezza dell’espressione non è confinata nelle chitarre e
nei microchip. Non c’è un modo giusto, un modo puro di farlo. Si fa e basta. In
fin dei conti, tutto si riduce a quel che porti con te quando le luci si
abbassano: i tuoi maestri, le tue influenze, la tua storia personale. E ciò che
conta davvero è lo scopo della tua musica”.
Altre cose carine vi sono nel discorso di Bruce. Il messaggio che ne
deriva è della musica e della cultura come commistione totale. Per lui, per
assurdo, Elvis Presley, con la sua carica, è stato il precursore della
rivoluzione sessuale e dei diritti civili.
Poi i Beatles che eliminarono la divisione tra autore ed esecutore. Poi,
ancora negli anni ’60, gli Animals e la
canzone “We gotta get out of this place” in cui confessa ci sono tutte le
proprie song (nel concerto serale che
tenne al festival salì sul palco il cantante degli Animals, Eric Burdon). E ancora il punk che metteva paura, una
grande qualità per Bruce, una qualità perché comprendeva il coraggio. Ma negli
anni ’70 anche il Country, in cui Bruce trovò le storie dei lavoratori che lo
ispirarono davvero. Il discorso finisce
esortando a vivere l’arte in modo completo, sia nella leggerezza (“Musicisti,
non prendetevi troppo sul serio, abbiate fiducia in voi stessi”) sia nella
durezza (“Prendetevi sul serio come la morte e dubitate sempre”); in una
contraddittorietà che è solo apparente, per non vivere la musica troppo in modo
assoluto, ma sentirla in modo assoluto quando si compone o si suona (“Fate
conto che sia tutto ciò che abbiamo”). Concludendo
Springsteen fa l’ironico: “E poi ricordate, è solo rock and roll. Adesso credo
proprio che andrò ad ascoltarmi un po’ di Black Death Metal”. Grazie”. Discorso
interessante di un rocker molto passionale. E simpatico, che sa dare molto
anche negli spettacoli (i suoi concerti sono molto lunghi). SKY ROBERTACE LATINI
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