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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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257. LA FESTA NON VENGA GUASTA di un'Americana a Venezia
Quasi tutti gli abitanti dell'Occidente festeggeranno
il 25 Dicembre, cristiani e non. In
Italia, a differenza degli Stati Uniti, è festa anche il 26, Santo Stefano. In America come in Europa, i praticanti non
mancheranno in chiesa durante le feste.
Chi non è religioso comunque parteciperà allo scambio tradizionale di
strenne. Molti non religiosi daranno
volentieri qualche soldo, qualche confezione di cibo, o qualche giocattolo nei
raccolti natalizie destinate agli indigenti.
Quasi tutti vengono contagiati dalla caritas
nei giorni che portano al Natale. Eppure,
ci sono occidentali che non sopportano di sentire nemmeno una parola. Non festeggiano per protesta. Negli USA ci sono gruppi che affermano
fermamente che la festa natalizia è un'imposizione illegale perché di natura religiosa:
la sua esistenza nella vita pubblica priva loro del diritto di ignorarla, dal
momento che il 25 Dicembre, Christmas Day,
è stata dichiarata festa federale nel lontano 1870. Questi, che ormai si descrivono come pensatori
liberi, freethinkers, non solo atei,
preferirebbero vivere il 25 Dicembre come un giorno lavorativo, oppure si accontenterebbero
di festeggiare il solstizio invernale. Tutto
questo perché dentro la parola "Christmas" si trova "Christ"
e "mass," parole che vogliono dire "la messa di Cristo." Commerciale com'è diventata, questa
ricorrenza è troppo religiosa per loro. Per
questo motivo si oppongono con forza a ogni gesto natalizio mosso dai loro Comuni,
dalle scuole pubbliche, e persino dai pubblicitari ed i negozi. Davanti ai secolaristi progressivi, come
vengono descritti dai media, non si dovrebbe
usare la parola Christmas. Si dovrebbe invece preferire la parola Holiday (festa). Quindi, dove va montato un albero di Natale
in un palazzo che è stato pagato con le tasse dei cittadini, l'albero si deve
chiamare "the Holiday Tree" a pena di doverlo togliere. Se vengono offerti concerti natalizi in posti
pubblici, incluse le scuole, il programma non deve includere canzoni che
nominano simboli religiosi. Niente
angeli, pastori, mangiatoie, ecc. Guai a
montare la Natività in certi luoghi dove questi guastafeste possano protestare. Ci sono Comuni che non allestiscono più gli
addobbi tradizionali per paura di agitare i residenti infedeli e forse dover
affrontare una vertenza legale! Assurdo,
dici. D'accordo. Perché in fin dei conti, "la guerra
contro Natale" non è di pura natura religiosa: diventa una guerra culturale. Gli infedeli occidentali che guastano la propria
festa rischiano di trovarsi domani in opposizione a individui di culture molto
più intolleranti della loro. Rimpiangerebbero
il vecchio Natale. Evidentemente, gli
intransigenti nostrani non hanno mai capito, oppure hanno dimenticato, che il
Natale, da quando è stato inventato più volte nella sua storia, è sempre stato pensato per i piccoli, per le famiglie, e per i più bisognosi. Stranamente, il Natale non è nemmeno riconosciuto
come festa ufficiale da ogni setta cristiana!
Comunque sia, il periodo di Natale mette in rilievo il ritorno della
luce, come fecero le feste invernali di epoche lontane, solo che per i
cristiani si intende la luce con la "L" maiuscola. Fa piacere che, al momento di illuminare
l'enorme albero che sta davanti alla Casa Bianca, il Presidente lo abbia appena
chiamato con il suo vero nome: "the
Christmas Tree." L'albero nazionale
di Natale. Per la maggioranza, si capisce, la festa non
è ancora guasta. Con questo, auguro a
tutti, credenti e non, un Buon Natale. UN’AMERICANA
A VENEZIA
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