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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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235. “FIRE MAKE THUNDER” OSI (dagli U.S.A.) - 2012 di Sky Robertace Latini



“FIRE MAKE THUNDER”    OSI (dagli U.S.A.)   -   2012

Essere un supergruppo non vuol dire fare sempre il “botto”. Questa band è un duo formato da un ex-Dream Theater (Kevin Moore) e un Fates Warning (Jim Matheos), e il loro prodotto non contiene molto di ciò che li ha contraddistinti singolarmente in passato; infatti non viene suonato metal esplosivo, si tratta invece di effetti ondeggianti e sinuosi, molto attutiti. Si tratta della loro quarta collaborazione sotto il monoker OSI dal 2003. La musica sperimentale può essere considerata una serie di prove sonore per vedere se si possa ottenere un risultato valido su strade mai percorse. Nella scienza, un esperimento può risultare positivo e dare la possibilità di creare un nuovo dispositivo da utilizzare nella vita comune; per esempio, una volta scoperto come creare il telefono in modo soddisfacente, esso è divenuto progressivamente … di tutti. Ecco, gli OSI sono un prodotto commerciale nel senso di decodificato e quindi ben fruibile, dopo anni di sperimentazione fatta da altri.  Si percepisce lo spirito dei King Crimson (soprattutto nei brani soft) e la forma di Alan Parsons’ Project; ma il risultato a volte può essere associato alla musica ambient o a certa New Wave anni ‘80.  “INDIAN CURSE” è una traccia molto eterea, dove i suoni soft sostengono una voce molto morbida. Può ricordare cose dei King Crimson. “WEW WON’T HOWL” è un altro pezzo soffuso, dove i suoni e la voce vogliono rimanere pacati e dolci.  “FOR NOTHING” è ancora una volta una song intimista. Legata ad una soffice algida atmosfera.  “INVISIBLE MEN” è invece una composizione che dà l’idea di cosa sarebbero gli OSI se sviluppassero le loro idee in modo efficace. Questa è una traccia forte e raffinata in cui è racchiuso insieme tutto ciò che è caratteristico degli OSI nelle altre song. Troviamo la refazione e i suoni sintetizzati; troviamo la voce soft riverberata e tenue; troviamo l’aumento dei toni in affreschi sonori più forti, usando la distorsione. Nella parte finale troviamo pure un assolo alla Pink Floyd. Il tutto in una variabilità ben congegnata.  Purtroppo gli OSI sembrano sprecare spesso delle buone intuizioni, non riuscendo ad approfondirle e a svilupparle. La energica “Big Chief II” rientra in questa tipologia di canzoni non concluse a dovere, rimanendo piuttosto in embrione.  Parlare di questo lavoro come di un lavoro metal è eccessivo. Quando appare la chitarra distorta o un po’ di durezza, non è mai abbastanza hard, anche se si intravede della potenza. Possiamo parlare di un Progressive Rock che sa variare e che preferisce l’introspezione all’attacco frontale. Se cerchiamo virtuosismi, qua non ce ne sono visto che essi prediligono generare emozioni attraverso una visione ambientale generale.   Sky Robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)