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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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229. “IL CAVALIERE OSCURO - ILRITORNO” Regista Christoper Nolan – 2012 di Sky Robertace Latini
I tempi attuali pretendono film sempre più tecnologici
sia dal punto di vista produttivo della realizzazione tecnica, sia dal punto di
vista dell’ambientazione scenica. In altre parole parecchi effetti speciali e
atmosfere cupamente apocalittiche. L’ultimo film su Batman (l’attore che
impersonifica l’eroe è Christian Bale) rappresenta perfettamente questa
visione. Naturalmente è l’iconografia del personaggio stesso a portare verso
tali lidi; il fumetto è nato proprio così. Però man mano che gli anni passano,
le realizzazioni delle sue storie diventano sempre meno fumettose e sempre più
dure di spirito. Mentre nei quattro film dall’89 al ‘97 (i primi due diretti da Tim Burton) tutto
appariva parodia quasi comica, era già chiaro dal primo episodio di questa
trilogia girata tutta da Nolan, che ci si permeasse di un senso psichico più
claustrofobico. In totale sono stati girati 10 film dal 1943, e pare che la
cosa proseguirà. Per il momento la serie attuale è compiuta, iniziata con
“Batman begins” nel 2005 e proseguita con “Il cavaliere oscuro” del 2008, fino
all’opera attuale, ultima parte della trilogia. La trama vede sempre i buoni
contro i cattivi, e sempre la mente di un pazzoide che vuole fare le cose in
grande prendendo il potere. La sfumatura, qui, è che il megalomane lo prende
non per farne l’immagine di sé, ma senz’altro scopo che perderlo distruggendo
se stesso e distruggendo Gotham City (con la solita bombetta nucleare). Si è al
nichilismo massimo. Cosa pensare di questo risvolto culturale? Forse la nostra
società può parzialmente specchiarsi in questo film che concettualmente
ipotizza un mondo caotico che non sa guardare la realtà e che ora ancora più di
prima contiene i germi del non senso e quindi il rischio di farsi del male e
auto distruggersi. Nella storia raccontata troviamo l’anarchia, o la rivolta
senza ideali, per una giustizia violenta alla rivoluzione francese senza
rivoluzione. E i processi sommari stile rivoluzione francese come già detto, o
stile totalitarismo comunista, si presentano senza però le loro patine
idealistico-religiose. Interessante le
farneticazioni del personaggio cattivo che globalmente esprime come la cosa
peggiore sia essere prigionieri davanti
ad una via di fuga che non si può raggiungere. Io ci vedo il simbolo di questa
opera filmica, simbolo di una società opprimente che fa credere all’individuo
che può realizzarsi, senza offrire i mezzi però per riuscirci; lasciando sempre
la persona nel poco, illudendolo che fra poco avrà molto. Troviamo qualche americanata, qualche momento
non perfetto (le scazzottate tra Bane e Batman sono un po’ sempliciotte e
banali), ma nel complesso è stato tutto piuttosto ben congegnato e riuscito. Di certo l’atmosfera gotica e decadente offre
le emozioni giuste. In questa atmosfera esce fuosi anche un altro concetto: la
città si trova al minimo storico per violenza e delinquenza, eppure povertà ed
emarginazione sociale permangono, e con loro il degrado. Ciò sembra voler portare
il messaggio che non basta l’ordine legale, pur ottenuto democraticamente, per
avere una società giusta e fiorente, serve ben altro. Sky
Robertace Latini
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