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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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228. LA SCRITTRICE SUL PONTE DELLA NAVE DEI FOLLI di un'Americana a Venezia

Esiste un bellissimo film in bianco e nero, "Ship of Fools" (La nave dei folli, di Stanley Kramer, 1965), basato sull'omonimo romanzo del 1962.  Quel romanzo è stato ispirato da un viaggio in mare fatto dall'autrice.  Non ho mai letto il libro, ma ho visto il film più volte.  Solo ora, decenni più tardi, indago finalmente su di lei, sulla donna dall'aspetto fragile ma dalla penna intrepida, artista capace di incorniciare "il puro caos" ed "i pugni di confusione" della vita umana a cui lei si impegnava a dare "qualche forma ed alcun significato."  Trovo che la vita di Katherine Anne Porter (1890-1980) sia stata interessante quanto qualsiasi letteratura.  La nonna paterna l'ha cresciuta fino all'età di 11 anni dopo la morte della mamma quando la Porter, chiamata Callie, aveva solo due anni.  Nata nel Texas e cresciuta fra Texas e Louisiana, la nonna le raccontò storie della famiglia e dell'epoca della Guerra Civile.  La Porter ha detto in un intervista che i racconti che aveva scritto formavano parte di lei, fossero basati sulle proprie esperienze o no.  All'età di 24 si trasferì brevemente a Chicago per lavorava come extra nel cinema.  Poi tornò nel Texas per fare la showgirl e la secretaria.  Si ammalò di una forte bronchite--molte fonti dicono la tuberculosi--e mentre guariva in clinica, ha deciso di diventare scrittrice.  Poco dopo, ha cominciato a lavorare per un quotidiano di Denver nel Colorado.  Aveva 28 anni.  Nello stesso anno, durante l'epidemia infamosa, la Porter è quasi morta della Spagnola; sperimentando la forte esperienza della pre-morte.  A causa dell'infezione, i suoi capelli sono ricresciuti bianchi e così sono rimasti.  Quel periodo della sua vita ispirò il lungo racconto autobiografico Pale Horse, Pale Rider (Bianco cavallo, bianco cavaliere, 1939).  Nel 1919 la Porter traslocò nel Greenwich Village a New York City per seguire la sua carriera da scrittrice.  Iniziò un rapporto con una rivista messicana, organo del movimento di sinistra messicana.  Rimase delusa sia con i leader del movimento sia con la religione organizzata.  Nonostante ciò, nell'ultimo decennio della sua vita la Porter abbracciò la fede cattolica.  Ma prima aveva sposato e divorziato ben quattro uomini.  Uno di loro l'ha infetta con una malattia che le ha tolto la speranza della maternità.  Dopo quella tragedia ed un altro divorzio, si è dedicata completamente all'arte.  Ha vinto il premio Pulitzer e il National Book Award nel 1966 per The Collected Stories (I Racconti, 1965).  Fu candidata più volte al Premio Nobel per la letteratura.  Nonostante la mancanza di un formale titolo di studi, fra il 1948 e il 1958 la Porter ha insegnato in diverse università degli USA, molto apprezzata dai suoi studenti. Sempre mobile, la Porter ha vissuto in diverse zone degli USA ed anche all'estero, prima nel Messico e poi a Parigi e Madrid.  Molti dei suoi racconti hanno come sfondo il Messico.  La sua fiction, si dice, appartiene alla tradizione letteraria del Sud; la Porter è stata molto incoraggiata dal grande amico, anche lui del Sud, Robert Penn Warren.  Gli scritti della Porter spesso trattano temi come la morte, il tradimento, e il lato scuro dell'umanità.  Nell'agosto del 1927 la Porter è stata arrestata, processata e assolta a Boston assieme ad altri manifestanti per la condanna di Sacco e Vanzetti.  Molto più tardi, nel 1977, è stato pubblicato il suo ultimo libro, The Never-Ending Wrong, "il torto eterno," in cui racconta il loro destino.  La Porter aveva anche denunciato l'ascesa del Nazismo.  Descritta come una "writer's writer," cio'è, scrittore modello per altri scrittori grazie alla sua struttura e all'uso brillante della parola, la Porter considerava la vita letteraria come un compito solitario e sedentario che provoca grandi sofferenze.  Eppure, non l'ha mai rinunciato.  Provata dal lavoro sull'unico romanzo, l'opera che finalmente le diede la sicurezza economica, disse finalmente di La nave dei folli, "Ho finito la cosa, ma credo che mi sono slogata l'anima."  Trattando le più intense emozioni umane, Katherine Anne Porter presentava sempre i fatti.  Con ironia, disse una volta, "Proverò a dire la verità, ma il risultato sarà la fiction."  Forse uscirà un film sulla sua vita nel 2013.  Da non perdere.  UN’AMERICANA A VENEZIA

1 commento:

Robertace ha detto...

Sembra davvero una donna interessante; e non solo sul piano artistico.
Mi incuriosisce.

SKY

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)