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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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214. RECENSIONI 2012 di Sky Robertace Latini
“MANIFESTO” Soundstrike (dall’Italia) – 2012
Come ho pensato altre volte, Terni, la città
post-industriale dell’Umbria (Italia), che sforna questo gruppo col suo secondo
lavoro, vive sempre un metal con visioni moderne o moderniste, cercando le cose
più estreme e meno commerciali. Sarà la presenza delle acciaierie e delle
fabbriche in generale a dare questa ispirazione sonora, ma certo difficilmente
si guarda al passato hard rock, forse uniche vere schegge vintage sono i
Synthesis (che però erano all’avanguardia nel ‘78/’79) e i Fever. Anche i
Soundstrike, quattro metallari, prediligono l’irruenza metropolitana. Chitarra
ribassata e suoni netti, quasi meccanici. Energia da maglio metallico. “WTF”
si basa molto sulla voce, tra vocalizzi abbaiati, lanciati come sassi, e
passaggi vocali rarefatti (piuttosto personali) prima di passare al ritornello.
“MANIFESTO” urla la sua rabbia con un cantato rappato che viene dal NU Metal.
Ma la struttura è potentemente rock e leggermente più intensa che in “WTF”. “BOZZLING
ABYSS” s’insinua più malignamente nelle orecchie. L’inizio è scuro e possiede
una verve simile ai due brani citati,
ma la seconda parte cambia del tutto lasciando una impronta più onirica. Anche
qui, come in “WTF”, c’è un momento vocale rarefatto e algido, ma è espresso in
modo da cambiare l’atteggiamento del pezzo. L’urlo finale conferma comunque
l’espressione ribelle del sound. “IN YOUR MEMORY” esce fuori dal canone del
gruppo producendosi in una ballad. Se i Soundstrike hanno il timbro della
durezza, sembrano a loro agio anche in codesta atmosfera soft. Io temo sempre
le canzoni calme, ma questa è degna d’ascolto, matura e fresca. Tipico suono
all’americana che può stare in un album dei Nikelbach. “SPARKPLUG” è invece una
cattiveria molto punkeggiante. La voce ogni tanto ha un accenno di cedimento,
ma il brano tiene e, anzi, è in grado di sostenere bene la voce. “JACKAL & ZOMBIES” è una delle migliori
tracce del disco. Con una forte impronta data dalla batteria e dalla sezione
ritmica davvero notevoli. “PRONGED TONGUE” è la traccia presente anche nell’EP
del 2008 (“Machiavelli’s art”), e forse va considerata migliore del valore
medio di questo album. Possiede una atmosfera di più ampio respiro, e predilige
un cantato meno urlato, dando un tocco melodico, anche se le urla ci sono e
danno un senso corale. Anche la ritmica, meno soffocante, regala dinamismo. “BOOT”
è dinamica e la linea vocale anche qui va verso un cantato meno ostico. E’ con
“Pronged Tongue” la canzone che ha una valenza chiaramente meno feroce (anche
se è tutto relativo). “Bark” lo
considero un brano minore perché sembra non approdare alla riva, rimanendo una
scheggia incompiuta; e poi per me il cantato è troppo hip hop. “WTF” e
“Manifesto”, che stanno insieme all’inizio rispettivamente quali seconda e
terza traccia possono essere considerati una coppia a sé, che rappresenta una
modalità compositiva più semplice e diretta, ma meno violenta, forse
commerciale (parolona grossa per il tipo di approccio che ha questa band). “Pronged tongue” e “Boot” sono invece l’altra
coppia, stranamente anche loro accostate stando alla fine come nona e decima
traccia, in una caratterialità compositiva più raffinata e meno moderna. Questa
coppia è complementare all’altra mostrando due modi diversi di essere
Soundstrike, anche se assolutamente ben inseriti nel contesto dell’opera. Cose
che mi sembrano inutili sono le aggiunte di traccia come quella di “Manifesto
remix”. Mi dà fastidio sentirla (del resto non mi piace la disco; l’house; la
techno e l’elettronica che reputo di basso livello artistico, al di là dei
gusti) e non aggiunge nulla di particolare.
La voce è migliore nei momenti in cui imprime forza, mentre quando tende
al sussurro non riesce sempre a mantenere il pathos. Francesco Coppo canta
avvicinandosi talvolta all’Hip Hop altre volte al Punkcore in un rabbia
controllata come controllati e quasi chirurgici si rivelano i passaggi ritmici
e il groove. Tempi mai veloci, molto
cadenzati in un middle-time pesante ed oppressivo ma efficace. Tutti adatti per
l’headbanging ma purtroppo non allo scatenamento pogo; e ciò diviene un limite
in fase live (ero presente alla presentazione del disco, ma lì l’assenza di una
buona amplificazione, soprattutto per ciò che concerneva la voce, ha
penalizzato la resa). La sezione ritmica è massiccia, se la batteria di Mattia
Morelli è ficcante, la forza impressa al basso da Arianna Svizzeretto, unica
donna, è compressiva. Ma il suono scuro della band è impressa anche dalla
chitarra molto corposa di un Francesco Grandoni che è anche compositore di
tutti i brani. I miei generi metal preferiti non sono quelli estremi, sebbene
mi piaccia sia il Death che il Black. Ebbene, anche il crossover spesso non mi
entusiasma, soprattutto quando fa sentire le sue ispirazioni Hip Hop e Rap,
modalità per me insopportabili. Però per
i Soundstrike parlare di Hip Hop è eccessivo, sento molto l’anima punk oltre a
quella Nu Metal. Pezzi relativamente brevi, assoli inesistenti, assenza di
accelerazioni vere e proprie…potrebbero ritenersi considerazioni negative, ma
non è così, le composizioni di “Manifesto”si reggono su benissimo così come
sono. Questo non vuol dire che io non abbia sentito talvolta il bisogno che il
pezzo si allungasse con una variazione in più (per esempio in “Jackal & Zombies”)
o la sensazione che stesse per deflagrare uno scatenamento improvviso (per
esempio dopo l’urlo in “Bozzling abyss”); e un assolo corrosivo non avrebbe
alterato il valore di alcuni brani (per esempio in “WTF” o “Boot”). In futuro,
se avverrà, non sarà una forzatura poiché il carattere strutturale e l’anima
dei Soundstrike lo permette. Sky Robertace Latini
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