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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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213. NEW MEDIA ART di Roberto Rapaccini
Il
termine New Media Art ha una doppia valenza: con questa locuzione si
può indicare un tipo di espressione artistica che si serve di
qualsiasi nuovo strumento di comunicazione con attitudini creative, dalla
fotografia alle moderne tecnologie multimediali applicate all’arte. La
codificazione dei linguaggi nei tradizionali generi artistici agli inizi del ’900
fu messa in discussione da due importanti scoperte: la fotografia, e il
recupero artistico e l’enfatizzazione evocativa di oggetti presi dalla realtà
quotidiana (utilizzati nei collage, nei ready-made, etc.). L’espressione New Media Art, a
seguito dello sviluppo dei mezzi informatici e del mondo virtuale, venne successivamente
ristretta a tutta l'arte “computer-based”, a partire dalle prime
sperimentazioni (anni novanta) fino ai più recenti sviluppi. Pertanto,
la New Media Art può
essere considerata una “species” di due categorie più ampie: Arte e
Tecnologie, e Media Art. La New Media Art
si appropria delle potenzialità dei media digitali e delle finalità
comunicative proprie dei mass media,
per promuovere progetti che, utilizzando le tecnologie digitali emergenti, ne
sviluppano le finalità culturali ed estetiche. In questo senso, il termine fa
riferimento a un movimento artistico che esplode nel corso degli anni
Novanta. Si evidenzia immediatamente un
nuovo modo di fruizione dell'opera rispetto alle preesistenti tipologie:
LA MULTIMEDIALITA': la New Media
Art si appropria delle espressioni mediatiche preesistenti,
digitalizzandole (ossia riconducendole a una rappresentazione numerica
binaria), facendo del computer il vero “artefice” dell’opera. LA
INTERATTIVITA': l'opera d'arte “new-mediatica” è aperta e interattiva, in
quanto consente la partecipazione attiva dell'utente. Non esiste fruizione
passiva e il tradizionale divieto rivolto al fruitore di “non toccare” non ha
più ragione d’esistere in quanto il fruitore stesso deve interfacciarsi con
l’opera. VARIABILITA': la New Media Art
è oggetto di continua rinnovazione, perché gli strumenti della tecnologia sono
in continua evoluzione. LE TIPOLOGIE SONO: L’ARTE DIGITALE:
con arte digitale (o computer art) si indicano le forme d' arte elaborate in
forma digitale (vale a dire in forma binaria). Il termine viene usualmente
riservato per le espressioni artistiche realizzate in maniera non banale
attraverso un computer. LA COMPUTER GRAFICA: la computer grafica è la
generazione e manipolazione di immagini per mezzo del computer. In senso
tecnico, è la disciplina che studia le tecniche e gli algoritmi per la
visualizzazione di informazioni numeriche prodotte da un elaboratore. L’ANIMAZIONE
AL COMPUTER: l'animazione al computer è l'insieme delle tecnologie
digitali applicate nell'animazione tramite l'utilizzo del computer e di
software specifici. La computer animation
cominciò a diffondersi negli anni sessanta. Il computer fu inizialmente usato
per realizzare gli effetti speciali dei film, per creare le sigle dei programmi
televisivi, o per animare soggetti bidimensionali. LA VIRTUAL ART: la virtual
art è la categoria generale che contiene l’attuale versione dell’arte
tecnologica. La tecnologia, attraverso le potenzialità multisensoriali e l'interattività
digitale, è umanizzata mantenendo tuttavia un ruolo neutro e oggettivo. LA NET ART: si definisce net art un'opera
d'arte creata con, per e nella rete Internet. L’ARTE ROBOTICA: si tratta della
robotica applicata all’arte. La robotica è una scienza che studia i
comportamenti di esseri intelligenti e cerca di sviluppare metodologie che
permettano di riprodurli in una macchina, dotata di sensori o, più generalmente
di dispositivi atti a percepire l'ambiente circostante e ad interagire con
esso, eseguendo compiti specifici. L’ARTE BIOTECNOLOGICA: l’arte può essere
considerata anche inconscio della scienza: riflettendo sulle categorie e sui
progressi della biotecnologia, attraverso un’arte elettronica e digitale si
possono rappresentare la paura e la curiosità per il nuovo. ALCUNE
OPERE: Open Score (Bong) di Robert Rauschenberg. Consiste in una partita a
tennis tra due performer, Frank Stella e Mimi Kanarek. Le loro racchette erano
attrezzate con un microfono e un trasmettitore radio, cosicchè, quando la
racchetta toccava la pallina, un grande Bong veniva trasmesso alle casse che
circondavano il campo. Ogni bong faceva spegnere una delle 48 luci del campo,
cosicchè la luminosità calava progressivamente fino ad annullarsi a fine
partita. A quel punto 500 persone inondavano il campo, e le loro silhouette,
captate da telecamere a infrarossi, venivano proiettate su grandi schermi posti
di fronte al pubblico. Documenta 6, dedicata al Medienkonzept: Satellite
Arts Project di Kit Galloway & Sherrie Rabinowitz, “uno spazio di
performance senza limiti geografici”: due squadre di ballerini che operano in
luoghi fisicamente diversi, tramite la connessione satellitare, si trovano a
danzare, interagendo tra loro, nello stesso spazio virtuale (l'immagine è
spazio). Kit Galloway & Sherrie Rabinowitz realizzano Hole in Space.
Nel novembre 1980, due grandi schermi vengono installati in due diversi spazi
pubblici, uno a New York e uno a Los Angeles. I due schermi sono connessi via
satellite, e su ognuno di essi viene riprodotto il pubblico dell'altro. Quando
i due pubblici si rendono conto della connessione in tempo reale, scattano diversi
livelli di interazione. In occasione
del festival Ars Electronica, di Robert Adrian, che organizza la
performance The World in 24 Hours. Per 24 ore, una rete globale di artisti
comunica utilizzando diversi protocolli di comunicazione, dalla rete al fax
alla slow-scan TV alla a Internet. Good
Morning Mr. Orwell di Nam June Paik. Viene usata la trasmissione
satellitare trasmettendo da uno studio televisivo di New York e dal Centre
Pompidou di Parigi frammenti di registrazione e azioni live, da lui editate e
montate in tempo reale, in una trasmissione seguita in diretta da almeno 10
milioni di persone. ROBERTO RAPACCINI
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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
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