scorr
...in altre lingue...
...in altre lingue...
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
152. NON IL SOLITO GESU’ BIONDO da un’Americana a Venezia
Alla luce del film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini ora in rilievo qui al blog, vorrei invitarvi a cercare un'altra opera italiana alquanto pionieristica che tratta la figura di Gesù, un film che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1998. E’ probabile che ci siamo tutti chiesti cosa fece Gesù nella vita fra l’età di dodici, quando si mostrò sapiente e saggio davanti ai rabbi, e l’età di trenta dove alle nozze di Cana, incoraggiato da sua madre, Lui trasformò acqua in vino e, così facendo, fece sapere al mondo che Lui non fu un invitato qualsiasi. Dobbiamo pensare che per diciotto anni Gesù stava solo in attesa di quel momento mentre lavorava nell’officina di suo papà e frequentava la sinagoga? E’ un’idea possibile ma ci lascia con tante domande. Il regista Alessandro D’Alatri e lo scrittore Miro Silvera, ebreo sefardita nato in Siria, si erano così incuriositi dal discorso che fecero le loro ricerche e assieme scrissero “I giardini dell’Eden,” il quale vinse il premio SIAE per la migliore sceneggiatura. La loro storia degli anni “persi” di Gesù è basata in gran parte sui libri apocrifi. (Va notato che il libro di Miro Silvera “Io Yeoshua chiamato Gesù” è in nuova uscita per Et Al./Edizioni.) Naturalmente, la Chiesa prese le sue distanze. E la critica era tiepida. Ma non perdiamo tempo qui con le ragioni dei soliti farisei, laici o religiosi che siano, quando un bel film come “I giardini dell’Eden” presenta un varco ad una possibilità che non è in nessun modo blasfema. Per qualcuno, il film può anche regalare un primo incontro con un accessibile Gesù, il cui messaggio—“Dio è l’Amore”—non conosce confini. L’attore romano Kim Rossi Stuart farà Yeoshua, nome che significa “il Signore salva.” (Si nota che da bambino, il suo personaggio avrà un aspetto semitico, un’ovvia discrepanza in linea con la realtà.) Yeoshua viaggia all’estero, incontra diversi popoli lungo la strada e impara a conoscere i cuori degli uomini lavorando e vivendo assieme a loro. Non è il solito Gesù biondo. E’ uno con gli occhi spesso lucidi dall’emozione, occhi che a prima vista possono sembrare soltanto intristiti dalla delusione. Invece, Lui è sempre più convinto che quello che serve all’umanità è la mano tesa con compassione sempre e dovunque, e non offerta solo a pochi fratelli nell’isolamento secondo i buoni Esseni. Molto suggestiva la scena notturna dove dentro un cerchio di fuoco Yeoshua, ora in ritiro spirituale, finalmente incontra e placca il Padre di Tutte le Bugie, una figura che D’Alatri ritrae come un tenace ometto calvo che fino a quel momento si presentava spesso sull’orizzonte, ballando e cantando insensate diavolerie. Suggestiva anche la scena, sempre nel deserto, dove Yeoshua entra in un luogo infernale che sembra essere abitato soltanto dagli afflitti. Lui prova dentro di sé, in modo percepibile, l’effetto raccapricciante della mancanza dell’Amore nel mondo. Bravo Kim Rossi Stuart, e bravo D’Alatri che vinse il premio De Sica per la regia di questo film. Ipnotiche e bellissime anche le musiche “world” dei siciliani Agricantus assieme a Trancendental, una collaborazione vincente già sentita in “Il bagno turco (Hamam)” di Ferzan Ozpetek. “I giardini dell’Eden” conclude quando già battezzato da Jochannah (Giovanni Battista) e liberato da ogni Male, Yeoshua, più determinato che mai, recluta Simone, chiamato Pietro, e suo fratello, Andrea. E’ solo allora che inizierà una missione di tre anni circa, la storia ufficiale di cui sappiamo qualcosa. Eppure, come finii il proprio racconto Giovanni Evangelista, “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.” Sarà la santa verità. Buona visione. UN’AMERICANA A VENEZIA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
* * *
IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
* * *
HOME PAGE DEL BLOG (clikka qui)
***
ELENCO DEI POST(clikka qui)
ULTIMA NEWSLETTER(clikka qui)
***
IL FILM, IL LIBRO, IL BRANO, LA POESIA DEL MESE (clikka qui)
***
WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
Nessun commento:
Posta un commento