 di Ermete si leggono queste precise parole: Dio è nell'intelletto,  oppure: L'intelletto, o Tat, è della stessa essenza di Dio. (...) Negli uomini questo intelletto è Dio.  Quale miglior modo di rappresentare queste parole se non quello di mettere Dio all'interno di una raffigurazione del cervello umano?  Il pensiero di Ermete ci spiega che l'uomo è esso stesso creatore in quanto esso è una parte del creato e il creato stesso non è altro che Dio. Il creatore è in tutte le cose, quindi essendo l'uomo una parte di Dio e generato a sua immagine e somiglianza l'uomo stesso è creatore.   Le parole di Ermete:  Quando dico gli esseri intendo Dio – poiché Dio contiene dentro di sé gli esseri e niente vi è al di fuori di lui e niente in cui Dio non sia.   Oppure:  L'uomo è infatti un essere vivente di natura divina, che non deve essere paragonato agli altri esseri viventi sulla terra, ma a quelli di lassù, del cielo, che sono chiamati dèi. Vediamo qui l'affresco della
di Ermete si leggono queste precise parole: Dio è nell'intelletto,  oppure: L'intelletto, o Tat, è della stessa essenza di Dio. (...) Negli uomini questo intelletto è Dio.  Quale miglior modo di rappresentare queste parole se non quello di mettere Dio all'interno di una raffigurazione del cervello umano?  Il pensiero di Ermete ci spiega che l'uomo è esso stesso creatore in quanto esso è una parte del creato e il creato stesso non è altro che Dio. Il creatore è in tutte le cose, quindi essendo l'uomo una parte di Dio e generato a sua immagine e somiglianza l'uomo stesso è creatore.   Le parole di Ermete:  Quando dico gli esseri intendo Dio – poiché Dio contiene dentro di sé gli esseri e niente vi è al di fuori di lui e niente in cui Dio non sia.   Oppure:  L'uomo è infatti un essere vivente di natura divina, che non deve essere paragonato agli altri esseri viventi sulla terra, ma a quelli di lassù, del cielo, che sono chiamati dèi. Vediamo qui l'affresco della  Creazione di Adamo dove il creatore sembra voler trasferire qualcosa ad Adamo (il potere di essere lui stesso creatore?) e Adamo che se ne sta lì impassibile come se non attribuisse nessun valore a quello che il creatore intende donargli. Vediamo una perfetta corrispondenza di questo nelle parole di Ermete Trismegisto: In quel’momento, stanchi della vita, gli uomini non considereranno più il mondo come degno oggetto della loro ammirazione e del loro rispetto. Tutto questo, la miglior cosa che esista, l’ottima tra tutte le cose del passato, del presente e del futuro, rischierà di perire; Gli uomini lo considereranno un fardello inutile e di conseguenza questa totalità dell’universo sarà disprezzata e non più venerata, questa incomparabile creazione divina, questa costruzione mirabile, questa ottima creazione costituita da un infinita diversità di forme, strumento della volontà di Dio il quale, senza invidia, elargisce la sua grazia a tutta la creazione, in cui è riunito in un tutto unico…     Un altro esempio vi è nell'affresco della cacciata dal paradiso terrestre  dove il serpente tentatore che rappresenta il male è lo stesso individuo che identifica il bene e sono entrambi legati allo stesso albero come se fossero la stessa cosa. Fondamentale, infatti, nel pensiero Ermetico il considerare il bene e il male come due aspetti della stessa realtà, l'una antitetica all'altra e il considerare l'uomo saggio e pio come quello che non ha paura del male e non lo giudica ma lo considera sullo stesso piano del bene.  Ermete scrive:   L'uomo pio sopporterà tutto, cosciente della conoscenza che possiede; infatti per tale uomo, tutte le cose
Creazione di Adamo dove il creatore sembra voler trasferire qualcosa ad Adamo (il potere di essere lui stesso creatore?) e Adamo che se ne sta lì impassibile come se non attribuisse nessun valore a quello che il creatore intende donargli. Vediamo una perfetta corrispondenza di questo nelle parole di Ermete Trismegisto: In quel’momento, stanchi della vita, gli uomini non considereranno più il mondo come degno oggetto della loro ammirazione e del loro rispetto. Tutto questo, la miglior cosa che esista, l’ottima tra tutte le cose del passato, del presente e del futuro, rischierà di perire; Gli uomini lo considereranno un fardello inutile e di conseguenza questa totalità dell’universo sarà disprezzata e non più venerata, questa incomparabile creazione divina, questa costruzione mirabile, questa ottima creazione costituita da un infinita diversità di forme, strumento della volontà di Dio il quale, senza invidia, elargisce la sua grazia a tutta la creazione, in cui è riunito in un tutto unico…     Un altro esempio vi è nell'affresco della cacciata dal paradiso terrestre  dove il serpente tentatore che rappresenta il male è lo stesso individuo che identifica il bene e sono entrambi legati allo stesso albero come se fossero la stessa cosa. Fondamentale, infatti, nel pensiero Ermetico il considerare il bene e il male come due aspetti della stessa realtà, l'una antitetica all'altra e il considerare l'uomo saggio e pio come quello che non ha paura del male e non lo giudica ma lo considera sullo stesso piano del bene.  Ermete scrive:   L'uomo pio sopporterà tutto, cosciente della conoscenza che possiede; infatti per tale uomo, tutte le cose  che per gli altri possono essere mali, sono beni; se è oggetto d'insidie vede tutto alla luce della sua conoscenza e, solo tra gli uomini, rende buone le cose cattive.  Questi sono solo alcuni esempi, una trattazione più dettagliata nel libro: Lo specchio del pensiero,  www.lo-specchio-del-pensiero.it, dove si evidenziano anche le influenze che gli insegnamenti cabalistici di Pico della Mirandola e quelli neo platonici dello stesso Ficino hanno avuto sull'arte di Michelangelo e i punti in comune che questo pensiero ha con la scienza moderna, in particolare la fisica quantistica.  Di seguito un brano del Corpus Ermeticum che illustra bene il suo pensiero.  Vedi quanta potenza, quale velocità, possiedi? E se tu puoi tutto questo, non lo può forse Dio? Così tu devi pensare Dio: tutto ciò che esiste egli lo contiene in sé stesso come oggetto di pensiero, il mondo, sé stesso, il tutto. Se dunque tu non ti rendi uguale a Dio, non puoi comprenderlo; poiché il simile è intellegibile solo al simile. Ingrandisci te stesso fino a raggiungere la grandezza senza misura, liberandoti da ogni corpo; elevati al di sopra di ogni tempo divieni l'eternità: allora comprenderai Dio. Una volta convinto che per te non vi è niente di impossibile, stima te stesso immortale e capace di comprendere tutto: ogni arte, ogni scienza, l'intima natura di ogni essere vivente. Sali più in alto di ogni altezza, scendi più in basso di ogni profondità. Riunisci in te stesso le sensazioni di tutti gli elementi creati, del fuoco, dell'acqua, dell'aridità e dell'umidità, immaginando di essere ugualmente in ogni luogo, nella terra, nel mare, nel cielo, immaginando in non essere ancora nato, di essere nel ventre della madre, di essere giovane, di essere vecchio, di essere morto, di essere quello che sarai dopo la morte, Se tu comprendi tutte queste cose insieme: tempi, luoghi, sostanze, qualità, quantità, tu puoi comprendere Dio. Se tu invece trattieni la tua anima prigioniera del corpo, la diminuisci e affermi: "io non comprendo niente, io  non posso niente (...)che cosa hai a che fare allora con Dio?
che per gli altri possono essere mali, sono beni; se è oggetto d'insidie vede tutto alla luce della sua conoscenza e, solo tra gli uomini, rende buone le cose cattive.  Questi sono solo alcuni esempi, una trattazione più dettagliata nel libro: Lo specchio del pensiero,  www.lo-specchio-del-pensiero.it, dove si evidenziano anche le influenze che gli insegnamenti cabalistici di Pico della Mirandola e quelli neo platonici dello stesso Ficino hanno avuto sull'arte di Michelangelo e i punti in comune che questo pensiero ha con la scienza moderna, in particolare la fisica quantistica.  Di seguito un brano del Corpus Ermeticum che illustra bene il suo pensiero.  Vedi quanta potenza, quale velocità, possiedi? E se tu puoi tutto questo, non lo può forse Dio? Così tu devi pensare Dio: tutto ciò che esiste egli lo contiene in sé stesso come oggetto di pensiero, il mondo, sé stesso, il tutto. Se dunque tu non ti rendi uguale a Dio, non puoi comprenderlo; poiché il simile è intellegibile solo al simile. Ingrandisci te stesso fino a raggiungere la grandezza senza misura, liberandoti da ogni corpo; elevati al di sopra di ogni tempo divieni l'eternità: allora comprenderai Dio. Una volta convinto che per te non vi è niente di impossibile, stima te stesso immortale e capace di comprendere tutto: ogni arte, ogni scienza, l'intima natura di ogni essere vivente. Sali più in alto di ogni altezza, scendi più in basso di ogni profondità. Riunisci in te stesso le sensazioni di tutti gli elementi creati, del fuoco, dell'acqua, dell'aridità e dell'umidità, immaginando di essere ugualmente in ogni luogo, nella terra, nel mare, nel cielo, immaginando in non essere ancora nato, di essere nel ventre della madre, di essere giovane, di essere vecchio, di essere morto, di essere quello che sarai dopo la morte, Se tu comprendi tutte queste cose insieme: tempi, luoghi, sostanze, qualità, quantità, tu puoi comprendere Dio. Se tu invece trattieni la tua anima prigioniera del corpo, la diminuisci e affermi: "io non comprendo niente, io  non posso niente (...)che cosa hai a che fare allora con Dio?  
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