scorr
...in altre lingue...
...in altre lingue...
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
568. Cultura Metal – 2: CONTENUTO LIRICO di Sky RobertAce Latini
La musica
contemporanea, leggera e rock, a differenza della musica classica e di molto
jazz, usa in maniera quasi standard la voce e quindi relativi testi tematici. I
contenuti lirici del metal posseggono svariati input leggeri che in questo
possono essere vicini alle musiche meno impegnative, ma grandissima parte è
comunque riferita a temi più seriosi, che non vuol dire per forza “impegnati”,
quanto invece pregni di cupezza e riflessione, anche nei soggetti più
personali. Difficilmente si parla d’amore
cercando i luoghi comuni di più utilizzata fattura. Nella leggerezza
metal spesso rientra, si, un luogo comune, ma trattasi di sesso, birra (mutuata
da “droga” dagli anni ’70) e Rock’n’Roll, non di amore che fa rima con cuore,
quindi, a differenza di quello che succede nella musica leggera, si va sul
pesante, anche se in ciò ci si lega a certo Pop. Satchel degli STEEL PANTHER (Los
Angeles) afferma: “Le canzoni si scrivono
un po’ da sole, non puoi comandarle. “All You can Eat” è un’analogia con la
vita: voler vivere al massimo, cercare il massimo divertimento, prendere tutte
le droghe, scopare tutte le ragazze che puoi, andare in giro con la tua
macchina grossa e fregartene del buco dell’ozono e di altre cazzate. Credo che
ognuno voglia vivere così”. Il senso della leggerezza sociale diventa
comunque pesante nell’estremizzazione di tale chiusura al sociale. In verità
molti musicisti metallici cercano una pregnanza sociale che per alcuni diventa
una ricerca spirituale, per altri un impegno finanche impegno politico. La
spiritualità viene intesa in tutti i suoi aspetti, non solo strettamente
religiosi. Luca, dei Turilli’s Rhapsody, italiano, racconta come la luce sia la
sua vita: “Per me esiste una divina fonte
spirituale che ci eleva; il lato oscuro è rappresentato dalla manipolazione dell’uomo
dei concetti, in base al suo ego. Attraverso la mia musica io canto la luce,
l’ispirazione angelica, cerco di scrivere inni alla vita. Nel 1993 i dottori mi
avevano già dichiarato morto, quell’esperienza mi ha permesso di vedere la vita
in un modo diverso”. E l’arte in
generale diventa un importante elemento per vivere la spiritualità. Paolo
Puppo, della band italiana WILL’O’WISP, parla di arte con una visione
romantica, legando però ricerca spirituale e impegno sociale attraverso aapunto
l’uso dell’arte: “Si tratta di amore per
la cultura e per l’arte, oltre che per la bellezza nelle sue svariate
espressioni. L’arte e la cultura come veicolo unico per il progresso spirituale
di tutta l’umanità. Ogni artista è portatore di una scintilla. Sminuire il
valore delle arti è, per questi regimi,
un ottimo modo di controllo e
potere. L’arte e l’artista devono esortare ad una reazione, ergersi a barriera
di fronte al buio che impoverisce spiritualmente la società”. La
spiritualità della religiosità viene molte volte staccata però da un contesto
religioso ufficiale specifico. Greg Anderson, chitarrista dei californiani
GOATSNAKE parla di un uso estetico della religione: “Credo che le immagini religiose siano molto potenti. I vari simboli
muovono sentimenti forti. Non avevamo l’intento di parlare di una religione
specifica, ma soltanto di trovare qualcosa di evocativo che impressionasse. La
chiesa, la croce, l’altare, hanno un forte potere, e del resto la nostra musica
parla del blues ed è nata come liberazione spirituale”. La religiosità che
prende distanza dalle religioni ufficiali naturalmente può infilarsi in meandri
religiosi di opposizione, che è l’accusa più usuale che si fa al Metal. Una
opposizione che appunto può diventare anche
satanismo. Dei norreni GORGOROTH, il leader Infernus sbotta: “Per me Black Metal significa e significherà
sempre devozione cieca alla vera musica Heavy e, naturalmente, a Satana.
Fanculo alla musica Folk, al Metalcore e agli Hipsters (giovani
progressiti-ecologisti, solitamente della classe medio-alta, che ascoltano
musica Indie o Alternative)! Hipster e
Poser (chi fa musica solo per farsi “bello”) dovrebbero stare fuori dal mondo metal. Anzi, magari potrebbero anche
ammazzarsi!” E se però esiste nel Metal una religiosità occultista, esiste
in esso anche una religiosità Cristiana, cioè entrambi i lati di una stessa
medaglia. Michael Sweet degli statunitensi STRYPER, accennando alla song “Big
Screen Lies” dice protestando: “…Parla
del mio punto di vista di come vengono presentati i cristiani nel mondo della
televisione o del cinema…ossia come degli idioti. Mi disturba questo quadretto
che i media propongono al pubblico, di cristiani presentati sempre come fedeli
estremisti o poco intelligenti, oppure ancora come dei completi coglioni”. Ma alcune band non vogliono
accettare una collocazione tematica fissa, vogliono ampliare il loro sguardo
compositivo, non solo musicalmente, per esprimere vari lati del loro carattere.
Chris Bennet (fondatore dei MINSK provenienti dall’Illinois) racconta
dell’abbandono dell’elemento esoterico: “Il
nostro scopo dal lato dei testi era quello di essere molto più realisti. Non
volevamo più vestire i panni degli alchimisti, ma affrontare il tema del potere
della volontà. Il messaggio che volevamo comunicare è che con la determinazione
e una direzione chiara in mente, l’uomo può realizzare i suoi obbiettivi.” Uno
degli atteggiamenti più esplicitati da chi vuole raccontare se stesso è quello
di unire il suono cupo del Metal alla elaborazione di sofferenze che si vivono,
ma in maniera catartica, di ripulitura interiore, quindi non per esaltare le
negatività. Tatiana, cantante/chitarrista delle italiane LA MENADE: “Per noi la musica ha sempre avuto una
valenza catartica. Esprimiamo le nostre emozioni e visioni in un’ottica
comunque votata all’ottimismo e
all’osservazione del mondo interiore. E’ come se attraverso la musica e le
parole cucite su di essa si cercasse di esorcizzare i sentimenti che più ci
spaventano, proprio nel tentativo, inconscio ed incosciente, di combatterli e
spazzarli via”. Uno dei generi più malinconici è il Gothic Metal. Per il
goticismo dei britannici Paradise Lost, parla il chitarrista Halifax: “Se l’album “The Plague within” si apre con
una canzone nichilista, poi si conclude con un brano all’insegna della
speranza. Sono i poli opposti di una ispirazione che può nascere da qualsiasi
stato d’animo intermedio. Molti nostri testi fissano la negatività come per
esorcizzarla e lasciarsela alle spalle. Diventando vecchi e saggi, abbiamo
imparato dall’esperienza personale che, per non essere travolti dalla
tristezza, bisogna saperla accettare e accoglierla dentro di se”. Naturalmente
le atmosfere dark e misteriose affascinano, e il Metal racconta parecchie
fascinazioni di questo tipo. La chitarrista Ema Babosek, del gruppo femminile
sloveno MIST, spiega il proprio moniker: “ Può
significare diverse cose, ad esempio come ci si sente quando fuori c’è nebbia
fitta…tutto intorno, paesaggi insicuri, uno stato emotivo di spavento, un
percorso poco chiaro dove non si sa mai che tipo di creature potrebbero essere
in agguato dietro di te, creature che non si possono nemmeno vedere. Così
l’immaginazione corre selvaggia. Ci si sente smarriti e confusi, quasi
accecati”. Se molti testi possono essere espliciti nelle loro intenzioni,
le trovate letterarie, le forme di scrittura, le impostazioni compositive,
possono comunque essere messe in campo in modo più raffinato, elaborando
artisticamente i testi quanto la scrittura. Dice Lee Stanton, fondatore degli
australiani THY ART IS MURDER: “Siamo
amanti delle doppie chiavi di lettura nei nostri testi. Il titolo stesso
dell’album “Holy War” potrebbe fat pensare o che siamo guerrafondai o
all’opposto che siamo dei ferventi pacifisti. In realtà il titolo ha a che
vedere con quello che la gente sente sacro. Ad ogni modo, leggendo le nostre
liriche , ognuno può vedere ciò che vuole, spesso anzi la gente ci legge
proprio quello che ha bisogno di sentirsi dire: è la classica catarsi”. E’
come quando un regista si immedesima nel personaggio cattivo che racconta per
capirlo, senza per questo essere veramente cattivo. Rimane un punto fermo,
però, che nel Metal, solitamente, il lato musicale-strumentale rimanga
prioritario rispetto ai testi. George Kollias, batterista della band greca NILE
mette appunto la musica davanti alle liriche: “ Per me la musica è la cosa più importante, comunque i testi si adattano
(nell’ album “Invictus”) alla musica in maniera molto naturale”. Come per
ogni arte, il Metal può raccontare le cose più svariate e infatti non esiste
argomento che non venga trattato, magari grazie all’esperienza dei singoli
musicisti. Aksel Holmgren, batterista dei GREAT DISCORD, nell’album “Duende “
del 2015 trattava di malattie mentali: “Le
storie che raccontiamo sono in gran parte frutto dell’immaginazione. Fia (la
loro cantante), fuori della musica, è supervisore
sociale psichiatrico, ella è capace di mantenere grande delicatezza e rispetto
nei confronti di patologie devastanti come la depressione e la schizofrenìa .
E’ importante per noi sapere che che i testi sono strettamente legati alla
realtà, ma rielaborati attraverso le acque oscure della mente umana”. L’ispirazione
può però venire anche da arti parallele come il cinema o la letteratura. Mirai
Kawashima, il leader dei giapponesi SIGH dice del proprio spettacolo molto
teatrale: “ E’ ispirato ai film horror
italiani che sono i migliori (“Quella villa accanto asl cimitero”; “Suspiria”).
L’Italia ha sempre avuto i migliori film con le migliori colonne sonore. Adoro
Fabio Frizzi (compositore di colonne sonore) e i Goblin.Mi piacciono anche i film giapponesi horror degli anni ’60
e ’70”. Mentre Tommy Talamanca dei genovesi WINTERAGE si rivolge alla
letteratura Fantasy: “L’influenza di J.J.
Tolkien sulla nostra musica va molto oltre la semplice inclusione di un
racconto all’interno del nostro disco. Non posso immaginare il Power Metal
senza alle spalle la grande costruzione
Tolkeniana, sarebbe qualcosa di molto più debole”. E naturalmente
altro campo di ispirazione può essere la storia. I Sabaton, svedesi, cantano
quasi sempre di battaglie; Joakim Brodén dice riguardo alla canzone “Last Dying
Breath”: “…Parla della storia serba”. E poi ancora: “A me piace leggere e
guardare documentari, per cui ad esempio “Sparta” e “Shiroyama” le avevo già in
testa. Anche Google ci ha aiutato, abbiamo scoperto la storia delle Guardie
Svizzere che hanno difeso il Papa durante il Sacco di Roma”. Molti metallari
appaiono piuttosto colti e acculturati, in ogni caso i testi spessissimo incorporano
significati forti, parecchio estremi, anche raccapriccianti, senza censura
alcuna. In linea col suono, il politicamente corretto è molte volte
abbandonato. Questo non significa che non vi siano situazioni in equilibrio, o
che siano assenti gruppi metal superficiali e blandi. La stessa provocazione
può in alcuni casi essere inutilmente fine a se stessa. Di certo vi troviamo
una grande libertà espressiva. SKY ROBERTACE LATINI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
* * *
IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
* * *
HOME PAGE DEL BLOG (clikka qui)
***
ELENCO DEI POST(clikka qui)
ULTIMA NEWSLETTER(clikka qui)
***
IL FILM, IL LIBRO, IL BRANO, LA POESIA DEL MESE (clikka qui)
***
WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
Nessun commento:
Posta un commento