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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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567. DUE AQUILE FINITE IN UN TOMBINO da un'Americana a Venezia
Mi è stato chiesto
dal nostro Webmaster Roberto un commento sulla situazione statunitense post-elezioni 2016. Scrivo da Venezia, dove sono tornata ben prima
delle elezioni e dove mi arrivano solo le testimonianze dei contatti personali
e i reportage che il giornalismo televisivo e la Rete forniscono. Dalla notte dell'annuncio dell'inattesa
sconfitta di Hillary Clinton, però, stiamo vedendo che milioni di americani, coast to coast e per tutto il globo - parlo
di una grossa fetta della popolazione statunitense - continuano ad insistere
che questo risultato pare essere un grosso sbaglio del destino con effetti
negativi su ambiente e diritti umani.
Sono in tanti a protestare contro il neo-Presidente republican, anche se eletto legalmente con l'electoral college, meccanismo che attribuisce più peso agli stati
maggiormente popolati. Non credo che la
scelta di un nuovo presidente abbia mai prodotto in precedenza una tale situazione
di rifiuto. In realtà, neppure c'è mai stato
un candidato presidenziale così controverso come Donald F. Trump, uomo d'affari
e miliardario newyorkese, che dal prossimo 20 gennaio avrà sempre a portata di
mano, giorno e notte, il codice di lancio di una testata nucleare. Ben prima dell'elezione, qualche politicante
di spicco, inclusi membri del partito
repubblicano, hanno espresso forte disagio, anche disdegno, nei confronti del
candidato, data la sua mancanza di esperienza politica, aggravata da una personalità poco
diplomatica. Un conto é gestire un
grande casinò usando solo la propria testa e il potere personale, un altro
seguire i mille protocolli pre-stabiliti per fare il Presidente. Chi ha votato
per Trump non ha approfondito la questione della sua esperienza professionale,
immagino. Qualcuno ha auspicato solo un
miglioramento nello standard di vita, mentre è probabile che altri abbiano
concluso in modo infantile che un tipo che ha avuto tante donne, tutte belle, e
che ha costruito un impero immobiliare di una certa entità, sicuramente sarà winner ("vincitore", la parola
preferita di Trump) in ogni questione e conflitto. Per qualcuno, e credo per lo stesso Trump, vincere
è l'unica cosa che veramente conta. Trump
si è presentato al pubblico da vincente, a
winner, persona che merita fiducia grazie solo alla capacità di ottenere
ciò che vuole. Quanto alla politica
interna, tutti gli elettori innamorati del cambiamento che Trump rappresenta vogliono
veder sparire ogni straniero non D.O.C. da tutti i 50 Stati. De Blasio, sindaco di NYC, ha già fatto
capire che non collaborerà nella deportazione di 500.000 illegali dalla sua
città. Molti elettori pro-Trump vogliono
anche vedere ripristinato quello che gli americani chiamano "law and
order", cioè, legalità e pubblica sicurezza. Pretendono di tornare ai livelli di
criminalità di una volta, ben prima dell'ondata di violenza che copre i nostri
schermi, dal cinema alla TV alla PC alla playstation. Questi vogliono comunque poter tenere un arsenale
in casa, temendo che un giorno le stesse forze d'ordine proveranno a
raccogliere tutte le armi in circolazione. Sia come sia, sono sempre più convinta che il
neo-Presidente, pur di avere l'ammirazione dei rozzi e degli arrabbiati, sia
volutamente venuto a pugni con tutto ciò che veniva considerato politically correct. Facendo il menefreghista nei confronti del bon
ton, Trump ha vinto. Due degli stati più
popolati che ne hanno permesso la vittoria sono la Pennsylvania e la Florida,
due stati "blue", cioè, che solitamente votano democrat. Questa volta, per
un pelo la maggioranza ha votato republican,
trasformando quegli stati in "red".
Stranamente, pochi giorni fa due aquile vicino ad Orlando, Florida, hanno
cominciato a combattere per motivi territoriali, si crede, riuscendo a
incastrarsi, testa a testa, nei buchi di un tombino al bordo di
un'autostrada. Che metafora: due aquile,
animali simbolo degli Stati Uniti, rischiano nella lotta di fare una brutta fine
e compiere un destino assurdo. Per
fortuna, una grande folla compassionevole ha fatto in modo che le due bestie venissero
liberate. Una è finita in una clinica
veterinaria, l'altra è volata via. Con
questa visione nella mente, posso solo sperare che tutti gli statunitensi sappiano
ragionare più del solito, usando la propria testa, in modo di garantire una
repubblica dove ancora possa regnare lo stato di diritto. UN'AMERICANA A
VENEZIA
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WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
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