L’assenza in poesia (secondo me)
Lontananza dal luogo in cui una persona dovrebbe o potrebbe trovarsi: fu
notata la sua a. dall'ufficio; tornò dopo una breve a.; fai troppe assenze
‖ In assenza di qualcuno, mancando qualcuno: in tua a., mi
occuperò io della
cosa
2 Mancanza: a. di luce; a. di volontà
3 fig. Distrazione, momento di estraneità alle cose presenti: a volte lo
vedo pensoso, in uno stato di a.
4 MED Sospensione temporanea, senza fenomeni convulsivi, della coscienza,
dovuta a crisi di epilessia
5 DIR Lontananza di una persona dal suo ultimo domicilio o residenza senza
che se ne abbiano notizie, in relazione alla tutela del suo patrimonio e all'interesse
dei suoi eventuali eredi
Ho ricopiato testualmente la definizione di assenza da un vocabolario della
lingua italiana.
Ora cercherò di donarvi emozioni scrivendo di assenza, così come la
sento io e come ovviamente non leggiamo nei vocabolari.
La stazione
Arrivo dalla parte opposta alla tua
La stazione è la stessa,
musa ispiratrice
di tanti versi
C’è la neve stavolta
ed un estraneo
nel sedile davanti
La neve rende immobile tutto
non ci sono i colori dell’autunno
di te è rimasta la dedica in un libro.
Momentaneamente distanti
Ho invocato per anni il tuo nome
ora
le mie labbra,
nell’impossibilità di dimenticare,
tentano di sillabarne un altro.
Ascolto la tua musica
pensando al venerdì di passione
quando esistevano
solo le mie labbra
e pagine strappate
di un capitolo di vita che
momentaneamente
oggi
appare chiuso.
Lune di primavera (momentaneamente vicini dopo il lago d’inverno)
Le mia labbra sillabano
ancora il tuo nome
mentre iniziali
di una nuova primavera
stentano a fiorire
Precoce apertura di boccioli
sconfitta
dall’inverno trionfante
sul lago
e sui monti innevati
Sorda al dondolio delle barche
non ho voluto capire
quale viaggio fosse pronto
ed ho preso un treno sbagliato.
Senza titolo (la poesia all’improvviso)
All’improvviso,
con gioie o dolori,
senza titolo
prende la mano e scrive
con argomento
Al di là degli occhiali,
il declino del cuore
e l’aura dell’eclissi
di musica e luce
assenza di colore
assenza di dolore
La rima non serve a nulla
ma arriva
con o senza dolore
con o senza colore
Si scrive in libertà
apparente
e solitudine
confacente
al momento.
Quattro dita di polvere
Polvere infida
si insinua come cipria
camuffando il volto del dolore
I tuoi occhi tristi
si perdono nel vuoto, 
ti fai compagnia ricordando tua madre
Siamo sole,
streghe senza età
La polvere si posa
sul sentimento del perdono
soffocando il cuore
in energia bloccata
Sarebbe bello riuscire a perdonare
ma l’incapacità si paga a duro prezzo
Oggetti velati
da quattro dita di polvere
coprono la distanza tra Londra e Pechino,
dimenticano le tende lavate quattro anni fa
Siamo sole,
e tu dormi.
Hai amato (ad Amalia Rodriguez)
Hai amato un giovane sole
ed un poeta greco
che ti ha lasciato solo frammenti,
lettere cifrate.
Eppure canti
“Grazie alla vita”
Io rimango qui,
annaspando col cuore,
al telefono con un’amica,
teorizzando su donne ed acqua
e fingendo che sia bello anche affogare
dalla raccolta “Il quarto autunno e navigazione a vista
(ovvero del dolore, di donne ed acqua)” anni 2010/2013
CHIARA PASSARELLA
D'accordo con Chiara aggiungo questo pensiero di
Simone Weil sull'assenza:
"La sventura rende Dio assente per un certo
tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una cella immersa
nelle tenebre. Una sorta di orrore sommerge tutta l'anima. Durante quest'assenza
non c'è nulla da amare. E se in queste tenebre dove non vi è alcunché da
amare l'anima smette di amare, l'assenza di Dio diventa definitiva. Questo è
terribile. Bisogna che l'anima continui ad amare a vuoto, o almeno a voler
amare, seppure con una parte infinitesimale di se stessa. Allora un giorno
Dio le si mostrerà e le svelerà la bellezza del mondo, come accadde a Giobbe.
Ma se l'anima cessa di amare, cade già in questo mondo in qualcosa di quasi
equivalente all'inferno" Simone Weil
Roberto Rapaccini
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