Il 2017 è l’anno
della sessantesima edizione dello Zecchino D’Oro, ma anche l’anno della morte
del suo ideatore Cino Tortorella, in arte, per lo Zecchino, “Mago Zurlì”. La
trasmissione possiede il guinnes dei primati per quella durata più a lungo di
tutte. Il 24 settembre 1959 va in onda la prima edizione. Mago Zurlì già
esisteva per via di una trasmissione per bambini condotta da Tortorella. A quel
punto il personaggio passò allo Zecchino. Solo nel 1963 nasce il Piccolo Coro
dell’Antoniano con la direttrice Mariele
Ventre (deceduta nel 1995). Lo Zecchino è arrivato alla 60° edizione nonostante
“soli” 58 anni di esistenza, dato che per due anni ci furono doppie edizioni.
Il nome della trasmissione è ispirato alla moneta che pinocchio sotterrò
truffato dal Gatto e la Volpe.
Il brano: “QUARTETTO”
(1959) Testo di F. Izzi e musica di
A.Bignotti
“Quartetto” fu la canzone vincitrice della
prima edizione, cantata dalla dodicenne Giusi Guercilena, che poi proseguì la
carriera di cantante. Il ritmo è un fox-trot (genere nato dopo la prima guerra
mondiale) in qualche modo non antiquato considerato allora ancora come sonorità
moderna, che però in questo caso sostiene una semplice filastrocca non moderna.
L’inizio accenna alla terza parte
(andante) della sinfonia del Guglielmo Tell (Rossini), che fa da intro adeguata
per una atmosfera folk agreste legata al
tema di uccellini che cantano; ma è solo un pizzico di spunto. Il cantato è una
veloce filastrocca che si alza di tono, in un crescendo del ritornello. L’orchestra fa semplicemente il verso alla
linea cantata come spesso succede nelle canzoni per bambini. Il testo:
“Quattro passerotti sotto il tetto,
fanno un adorabile quartetto:
tutti hanno tentato il do di petto
ce l’hanno fatta, che felicità.
Trilla una mazurca, un minuetto,
un motivo che per l’aria va;
poi con incredibile diletto
ciascuno riprende la sua libertà.
Uno canta dolcemente
con un po’ di nostalgia
gli risponde allegramente
il secondo in compagnia.
Canta il terzo con ardore
canta il quarto da tenore
mi sol si re mi.
Una passeretta capricciosa
Il quartetto sfida maliosa
E si mette a fare la vezzosa
Vuole attirare tutti intorno a sé.
Ma i bei passerotti canterini
Con più ardore trillano perché,
Perché mai dovrebbero, sciocchini,
All’allegro coro rinunciare, ahimè!
Uno, canta dolcemente
Con un po’ di nostalgia,
Gli risponde allegramente.
Il secondo in compagnia,
Canta il terzo con ardore,
Canta il quarto da tenore.
Mi-sol-si-re-mi…
Canta il primo con ardore
E il secondo con amore,
Canta il terzo con languore
Ed il quarto con calore,
Lietamente li accompagna
La nuovissima compagna.
Mi-sol-si-re-mi…
Cippi cippi cippi ci…”
Spesso negli
anni la musica scritta per questa manifestazione ha cercato di rimanere nei
suoi tempi contemporanei utilizzando i generi in voga, così si passa da schemi
R’n’R anni ’50 a ritmi funky-disco nei settanta e ottanta. L’attenzione per la
composizione è sempre stata alta e ha donato dignità artistica allo spettacolo.
Oggi la musica passa per la rete, ma allora lo Zecchino aveva una valenza sua
propria, e quindi un senso nell’esserci. Sky
RobertAce Latini
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