scorr
...in altre lingue...
...in altre lingue...
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
609. DAMIEN HIRST A VENEZIA ANCORA da un'Americana a Venezia
Quando la teca da
cui una mucca sezionata ha cominciato a perdere formaldeide al Biennale Arte di
Venezia negli Anni '90, pensavo che era stato il destino a sottolineare la
futilità dell'opera. Pensavo anche che per
fortuna l'uomo dietro quella mucca tagliata a metà, un certo membro dei Young
British Artists, Damien Hirst, aveva scelto di fare l'artistia invece del serial killer. Qualcuno ha stimato che per realizzare le sue
opere, Hirst ha già ucciso piu' di 900.000 individui del regno animale, mosche
e farfalle incluse. Oggi Hirst, una
volta ragazzo povero, viene visto come uno degli artisti viventi più ricchi, se
non il più ricco in assoluto. Stavolta,
con la sua mostra epica intitolata "Treasures from the Wreck of the
Unbelievable" (Tesori dal naufragio dell'incredibile), allestita in ben
due luoghi diversi a Venezia fino a dicembre (Palazzo Grassi e Punta della
Dogana), l'artista così notoriamente ossessionato dalla morte, e forse anche dai
soldi, ci fa vedere un museo pieno di icone e oggetti da collezionista portati
in superficie dal fondo dell'Oceano Indiano.
Stavolta non si vedranno animali dall'aria patetica e torturata, solo
tante affascinanti statue di esseri mitici nonché immagini di belle donne e
vari simboli di culto e di mitologia, senza dimenticarsi di Topolino, Pippo,
robot super eroe e monili vari. E'
importante sapere che niente in questo fittizio "museo" è stato sotto
l'acqua per duemila anni, eppure l'illusione di ciò viene creata con due
filmati che i visitatori possono guardare prima di ispezionare i reperti. Non dubito che i più giovani visitatori sono
tratti in inganno, dal momento che molti di questi oggetti sono coperti da
"pesanti incrostazioni di corallo e altre concrezioni marine", tutte
fatte a mano. L'esecuzione delle opere è
impeccabile. Senza dubbio Disney e tutti
gli altri grossi studio del mondo sognano di avere a loro disposizione gli stessi
artigiani pagati da Hirst per creare la mostra durante gli ultimi dieci anni. Queste opere sono gioielli, talvolta in se
stesse assurde, ma parlando della maggior parte della "collezione", molto
eleganti. Tutta la mostra allestita a
Palazzo Grassi è stata, per questa visitatrice almeno, una festa non-stop di eye candy, cioè, di "dolci per gli
occhi". (Bastava non pensare ai
poveri minatori di metalli preziosi e gemme usati per realizzare questo
progetto e delle decine di milioni di dollari investiti per creare tanta illusione
e le voci che dicono Hirst aveva rubato diverse idee da artisti sconosciuti.) A parte la varietà e l'esecuzione strepitosa delle
opere, considerandone la raffinatezza dei particolari e, in qualche caso, l'imponenza, quale è la
direzione in cui viaggia Hirst con questo spettacolo? Non c'è il solito shock value davanti alla cruda realtà, niente animali tristemente sacrificati. Quale è il gioco? Ci vuole sedurre con la volutta'? Ci vuole affascinare con il luccichio? Vuole che capiamo la sua versatilità, che non
è un filisteo? Ci vuole anche far capire
che la sete d'oro e di altri valori "preziosi" possono far impazzire alle
persone? Che siamo noi a dare peso alle
cose, che siamo noi a decidere quali cose vanno collezionate? "C'è molto sangue associato con
l'oro," dice una voce che interviene nel breve filmato creato ad arte
all'inizio della mostra. Non dovrebbe
sorpenderci allora che un gigantesco demone senza testa, alto 18 metri, ci dia
il benvenuto all'entrata di Palazzo Grassi e sorvegli i due piani della mostra. La sua enorme testa di bronzo sta per terra
non lontana dal corpo, coi denti e gli orecchi puntuti. Forse con questo brutto mostro dal corpo
seducente come quello del "Davide" di Michelangelo, Hirst intende
dire che tutti i mali e il potere mondano nascono da vecchie idee incrostate
nella coscienza umana. Che il
significato della vita nonché dell'arte rimane un grande mistero, e che l'unica
cosa intelligente che possiamo fare è ridere come fa Hirst. Forse allora capiremo che siamo sempre stati noi
a dare il valore a tutte le cose, inclusa l'arte stessa. I culti, i simboli, i miti, sono l'unico
patrimonio dell'umanità, in una lunga storia che, secondo Hirst, ha solo dell'assurdo. Quando finirà lo show a dicembre, tutte le
opere del museo di "salvataggio marino" inventato da Hirst saranno
vendute all'asta. Solo allora lo stesso
artista vedrà quant'è assurda la realtà, oppure quant'è quotata la sua firma. Scommetto già che il c.d. "bad boy"
dell'arte, Damien Hirst, riderà lungo tutta la strada verso la sua banca. UN’AMERICANA
A VENEZIA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
* * *
IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
* * *
HOME PAGE DEL BLOG (clikka qui)
***
ELENCO DEI POST(clikka qui)
ULTIMA NEWSLETTER(clikka qui)
***
IL FILM, IL LIBRO, IL BRANO, LA POESIA DEL MESE (clikka qui)
***
WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
Nessun commento:
Posta un commento