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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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588. AMORE di EWA LIPSKA di Chiara Passarella
Amore
L’amore è un
indovino.
prevede se stesso te e me.
E’ del popolo
eletto
e usa una lingua
ad alta tensione.
Nella
Biblioteca Nazionale
macchia perfino
i libri poco letti.
In una valanga
di cori
scopre un’eco
di euforia e di morte.
E quando ti
raggiungerà
cerca di essere in casa.
O qualcosa del
genere.
Pur di
incontrarvi.
Ewa Lipska
EwaLipska poetessa e pubblicista,
è nata a Cracovia l’8 ottobre 1945. Comincia a scrivere versi già negli anni
del liceo. Debutta come poetessa nel 1961, pubblicando sul quotidiano
GazetaKrakowska la poesie Krakowskanoc (Notte cracoviana), Smutek (Tristezza) e
Van Gogh. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. La poetessa
ricorda così questo periodo di studi: “All’Accademia ho seguito i corsi dei
professori Adam Marczyński e Jonasz Stern, artisti eccellenti e affascinanti
interlocutori, ma non sopportavo l’odore dei colori a olio e della trementina.
Mi interessava di più la storia dell’arte. Inoltre sapevo che con l’aiuto delle
parole potevo dire qualcosa di più che dipingendo i quadri. Ma gli anni
dell’Accademia mi hanno insegnato come si “legge” un quadro, e spesso mi piace
utilizzare queste letture pittoriche”. Dal 1970 al 1980 lavora presso la
prestigiosa casa editrice WydawnictwoLiterackie, dove cura le collane di
poesia, continuando la sua attività creativa. Dal 1995 al 1997 direttrice
dell’Istituto Polacco di Vienna. Cofondatrice e redattrice di diverse riviste
letterarie, tra cui il mensile “Pismo”. Vicepresidente del PEN Club polacco. Ha
ricevuto molti prestigiosi premi nazionali e internazionali per la sua
creazione letteraria. Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in quasi
40 lingue. Autrice di numerose raccolte poetiche, tra le ultime: “Ja” (Io,
2004), “Pogłos” (Rimbombo, 2010), per la quale ha ricevuto il premio “Gdynia”,
e “Droga pani Schubert…” (Cara signora Schubert…, 2012). Ha scritto inoltre
diversi testi poetici di canzoni di successo. Per il suo anno di nascita e per
quello in cui uscì il suo primo volume “Wiersze” (Poesie, 1967), EwaLipska, che
è indubbiamente una delle più importanti poetesse polacche contemporanee, appartiene al gruppo di poeti della “Nowa
Fala”, in polacco “nuova ondata” o “nouvelle vague”, o detta anche “generazione
‘68”, vale a dire gli autori nati intorno alla metà degli anni ’40, come:
StanisławBarańczak, Adam Zagajewski, RyszardKrynicki, Julian Kornhauser e
KrzysztofKarasek (nato nel 1937). La poetessa tuttavia rifiuta ogni appartenenza
a qualsivoglia gruppo e da anni manifesta coerentemente la propria
individualità creativa, sempre peculiare, come peculiari ed espressivi sono la
sua dizione poetica, le metafore, la densità di significato, il paradosso.
Qualcuno a tale proposito ha detto che la creazione di EwaLipska è nella poesia
polacca contemporanea, quello che l’ablativo assoluto è nella sintassi latina,
cioè un sintagma a sé stante. La sua poesia bella, ironica, inquietante è il
frutto di una sofisticata intelligenza, talvolta rovente, malinconica, ma
sempre umana. PiotrMatywiecki, poeta, critico letterario e saggista scrive: “La
poesia di EwaLipska si distingue per la sua immaginazione insolitamente vivace.
Con sorprendente disinvoltura nel suo mondo si può paragonare una classe
scolastica alla storia dell’umanità, il traffico stradale al moto della mente,
una malattia a un avvenimento pubblico. (Questo è anche il “metodo” poetico
della Szymborska)”. Ed ecco cosa scrive
il prof. WłodzimierzWójcik, storico della letteratura, critico letterario e
saggista: “Il mondo dell’immaginazione poetica di EwaLipska è
straordinariamente ricco – esso attira e affascina. Sembra essere compreso tra
la vita reale e la sfera del sublime. Con un’ala tocca la terra, le città, i
villaggi, la vita di tutti i giorni con le sue difficoltà, le sofferenze del
corpo e dell’anima e con il suo grigiore; con l’altra è unito a ciò che è
angelico, sognato, desiderato… Il mondo reale e il mondo dell’immaginazione
poetica creano una autentica armonia”. Per concludere vorrei riportare alcune
domande e risposte tratte da una interessante intervista con la poetessa,
realizzata tempo fa dal poeta, prosatore e traduttore letterario dalla lingua
italiana JarosławMikołajewski. Scrivere è una gioia? Ripeto spesso che scrivere
è il più importante aneddoto della mia vita. Ma non parlerei di “gioia”, perché
il processo creativo è difficile e a volte anche ingrato. Una piacevole
occupazione è quella di prendere delle note, di scrivere degli schizzi. E’ un
po’ come toccare le corde di un violino. Ma poi bisogna comporre la melodia o
l’intero concerto. Qual è la più grande
gioia del poeta? Le poesie che diventano
care al lettore, gli incontri con la gioventù. Mi rallegrano anche le lettere
che ricevo dai giovani amanti della mia “gioiosa creazione”. Come agisce
la poesia? È una questione individuale.
Dipende dal lettore stesso e dalla sua preparazione intellettuale, dalla
cultura letteraria, dalla sua immaginazione. A volte apprezziamo un autore, ma
non lo amiamo. Ci saranno sempre quelli che preferiscono il pesce e quelli che
invece sono vegetariani. A volte riusciamo a gustare la letteratura, la
pittura, la musica. “Non riesco a trovare alcuna differenza tra la musica e le
lacrime” scrisse Fredrich Nietzsche, e in ciò risiede di sicuro questo segreto.
Il segreto del gustare. Ritrovo questa disposizione spirituale nelle sale da
concerto. Similmente è con l’amore. Sappiamo che c’è, ma non riusciamo a
definirlo. Per fortuna ciò non è necessario. Sappiamo soltanto che ci crescono
le ali e che ci solleviamo nell’aria. Il poeta cerca due, tre, qualche parola
per descrivere le emozioni, il caos e l’armonia. E qual è la cosa più importante? La cosa più importante è il senso della vita.
È la consapevolezza di riuscire a realizzare qualcosa dei nostri sogni.
Ciascuno di noi può inventare una lampadina ed essere un Edison. E forse
l’amore, che è al di sopra di tutto. CHIARA PASSARELLA
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