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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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560. “HAMMERED” (1986) – Dall’album “Doomsday for the Deceiver” dei Flotsam&Jetsam di Sky Roberto Latini
E’ questo il trentesimo anno di vita dei
Flotsam & Jetsam, band Thrash-Metal americana, tra le più raffinate del
genere. Quest’anno è uscito il dodicesimo disco da studio che si intitola come
il loro stesso moniker. In realtà il primo album non è proprio così raffinato,
complice anche la produzione non impeccabile; la classe crescerà col tempo, ma
certo è un impatto forte e deciso. La traccia più squassante è proprio
l’iniziale “Hammered”, considerabile tre quelli più veloci e dure di quegli
anni insieme a “Fast as a Shark” (1982) dei tedeschi Accept; “Death Rider”
(1984) degli statunitensi Anthrax e
“Ride the Sky” (1985) dei tedeschi Helloween; inserendosi in un contesto sonoro
che potremmo definire Power-Thrash; diverso dal Thrash puro che potrebbe essere
individuato in “Whiplash” (1983) degli americani Metallica e ancor più diverso dal Black-Thrash di “Evil
has no Boundaries” (1983) degli altri americani Slayer, cioè con minor
melodicità, per quanto il Thrash rimanga più facilmente fruibile di Black e
Death Metal. Il brano: “HAMMERED” (6’15”). L’intro dura 33 secondi; è corposo
ma rallenta per contrapporsi al ritmo dal 4/4 veloce che arriva subito dopo,
accompagnato da un basso che suona davvero metallico; subentrano poi riff
allungati succeduti da riff brevi più netti e decisi, dal piglio assassino, che
formano un muro compatto e continuativo. La voce che giunge è sottolineata,
nelle sue entrate, dal coro che si staglia a vitalizzare il senso di un maggior
assalto. Il cantato non si produce in lunghe strofe ma in frasi corte, mai però
troppo caciarone, cercando un minimo di melodia, e inframezzate da acuti taglienti
e passaggi rochi. Tra la prima serie di strofe con ritornello e la seconda, si
affaccia un assolo fulminante. Dopo questa fase arriva un giro chitarristico
che si alterna a svisate di chitarra, tale giro introduce ad una nuova modalità
di canto che termina con un acuto potente e prolungato di 6 secondi, poi
seguìta da un momento solista che consta di tre parti (tot. 63 secondi). Non
velocissimo il primo assolo ma ben strutturato; quando arriva il ponte più
lento, l’assolo si produce nello stesso rallentamento, ma ecco che il solismo
iperveloce arriva, e conclude questa parte strumentale. Tra i tre stati
solistici, il meno riuscito è quello rallentato che sta sul filo della
dissonanza, ma che serve per offrire maggior impatto alle note rapide del terzo
assolo. E poi riecco il cantato uguale a quello di inizio brano. Il finale
porta uno stop che si conclude con un colpo di chitarra. Globalmente la mazzata è tosta; canonica
stilisticamente ma fortemente funzionante ed efficace quale piccola perla
artistica, sebbene non elaborata come altri pezzi dello stesso combo. Il testo
è poco profondo e molto legato a significati da rockettaro, più in sintonia con
lo Street-Metal che con il Thrash. Quando la song esce il Thrash Metal ha già
quasi tre anni di vita, e si è già evoluto in tre modi diversi, quello più
pulito al modo dei Metallica e Megadeth, quello più estremo e scuro degli
Slayer e quello più divertente ed eclettico degli Anthrax. I Flotsam &
Jetsam stanno con i primi, e progressivamente continueranno a scegliere la
trasformazione che gli stessi Metallica porteranno in loro stessi. Ma i F&J
andranno a legarsi ad un Thrash meno commerciale dei Metallica, ricercando una
via personale piuttosto elegante, per quanto dura; per questo i F&J non
sono da considerare gruppo minore del panorama del genere a cui appartengono,
ma uno di quelli importanti anche se non avranno mai la stessa riuscita di
vendite dei quattro mostri sacri, i cosiddetti fab four del Thrash (Metallica;
Slayer; Anthrax; Megadeth) rispetto ai quali musicalmente però non sono
inferiori. Tra i fondatori della band nel 1986, si annovera il bassista Jason
Newsted, famoso per essere stato dal 1987, il nuovo bassista dei Metallica.
Quindi è stato membro dei F.&J. solo nel primo album, suonando questo brano.
Sky RobertAce Latini
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