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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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522. IL DESTINO DEI PROFUGHI EBREI da un'Americana a Venezia
In questi giorni si discute del problema di milioni
di profughi musulmani che continuano a rischiare la vita per arrivare in Europa,
spingendosi verso i Paesi del nord. Per
la maggior parte, scappano dall'inferno di conflitti armati. Qualcuno vuole raggiungere parenti già
arrivati. Gli Occidentali sanno che la
minaccia del terrorismo di matrice islamica non è cessata. Purtroppo, la situazione è diventata più calda
nei primi giorni del 2016, a causa dei crimini commessi in diverse città europee,
specialmente a Colonia, la notte dell'ultimodell'anno. Parliamo di aggressioni gratuite a opera di grossi
gruppi di stranieri ubriachi che facendosi beffe della polizia molestavano e
derubavano centinaia di donne in piazza.
(Fra i criminali già identificati a Colonia c'erano un americano e un
serbo, nonché la maggioranza di nordafricani e arabi, fra cui qualcuno con il nuovo
permesso di soggiorno.) Nonostante i
loro dubbi crescenti, i governi europei, con poche eccezioni, continueranno ad
aiutare i profughi in arrivo. Dopo un
lungo dibattito, forse gli Stati Uniti ne assorbiranno 20.000, un numero irrilevante
davanti al milione di profughi appena sbarcati in Europa nel 2015. Nel mese della Memoria della Shoah, c'è un'amara
ironia in tutto questo, considerando cosa succedeva in Europa circa 80 anni fa
quando gli ebrei di tutta Europa, residenti da millenni, cercavano anche loro
di scappare dalla brutalità. Ma negli
Anni Trenta, avrebbero dovuto innanzi tutto fuggire dalla Germania, Paese che dal
30 Gennaio, 1933 era in mano al Partito Nazista sotto la guida dell'antisemita arrabbiato,
Adolf Hitler. Fra il 1933 e il 1941, gli
ebrei dell'Europa sono stati umiliati, minacciati, attaccati, isolati e
derubati dai nazisti che sono riusciti anche ad invadere diversi Stati europei,
cominciando con la Polonia nel 1939, atto che innescò la Seconda Guerra
Mondiale. Nel 1941 i nazisti cominciarono
a massacrare gli ebrei sul serio. Prima
della fine della guerra, erano riusciti a uccidere non meno di 6.258.147 ebrei
europei, cioè, due terzi di quelli residenti nel continente. Nel 1942, il programma di sterminio nei campi
di morte è stato avviato. Ormai,
chiunque avesse potuto, aveva già cercato un nascondiglio. Molti ebrei sono stati ospitati dal clero,
altri da semplice gente di campagna.
Qualcuno, come la famiglia di Anna Frank ad Amsterdam, si nascondeva dietro
le mura di un appartamento con l'aiuto di qualche santo non-ebreo. Miglaia di ebrei tedeschi avevano già trovato
scampo prima del 1939. Fra questi, molti
scienziati erano andati in Gran Bretagna, Paese che accettò 70.000 profughi. Anche gli Stati Uniti presero volentieri i
cervelloni, incluso Albert Einstein. Tecnicamente,
la Germania nazista ha permesso l'emigrazione dal Reich fino a Novembre 1941, anno
d'inizio delle uccisioni, ma pochi Paesi erano pronti ad accettare
profughi. Le organizzazioni che
aiutarono gli ebrei più fortunati erano per la maggior parte ebraiche. Molti ebrei polacchi scapparono nell'interno
dell'Unione Sovietica, sopravvivendo alle condizioni ambientali rigide. Circa 30.000 ebrei furono accolti in Svizzera
anche se circa 20.000 ne furono rifiutati.
La Spagna ha lasciato entrare quasi 30.000 profughi francesi perché
arrivassero nel Portogallo dove, una volta arrivati a Lisbona, potevano partire
per gli USA e il Sud America con l'aiuto di organizzazioni americane e
francese-ebraiche. Grazie al fortissimo
movimento della Resistenza danese, la Svezia, paese neutrale, ha ospitato l'intera
comunità di ebrei danesi più alcuni norvegesi.
La comunità ebraica di Danimarca è stata la più fortunata, perdendo solamente
120 membri su circa 7.000. Dal 1937 al
1944 il movimento Sionista organizzò la fuga in Palestina di 18.000 ebrei
dell'Europa dell'Est. Scapparono dalla
Grecia, e più tardi, dalla Romania e la Bulgaria. La Turchia provò a ostacolare il loro viaggio
per mare, ma 16.000 ebrei la attraversarono lo stesso. Le forze italiane hanno protetto gli ebrei
dentro le zone occupate dall'Italia. Da
metà 1942 fino a Settembre 1944, l'Italia aiutò 5.000 ebrei fuggiti in Dalmazia
e Croazia; 25.000 nel sud di Francia; 13.000 in Grecia e altri ancora in
Tunisia. Nonostante le proteste dei nazisti,
dei fascisti croati e della polizia di Vichy, gli italiani rifiutarono di
consegnare questi ebrei. E gli Stati
Uniti, ala potente degli Alleati? Diedero rifugio alle masse di ebrei che lo cercavano? Anche se gli Alleati sapevano che cosa
succedeva agli ebrei dell'Europa prima e dopo l'inizio di 1942? La risposta degli Alleati allo sterminio
degli ebrei d'Europa fu scarsa. I Paesi maggiormente
in grado di aiutare i profughi rifiutarono di aprire i cancelli. Negli Stati Uniti esistevano quote rigide
(154.744 permessi all'anno, da dividere fra i vari Stati), quote neanche raggiunte
per l'altro. Talora navi in arrivo negli
Stati Uniti dall'Europa sono state respinte, come nel caso della St. Louis, cosicchè gli ebrei a bordo
furono condannati a tornare in Europa.
Considerata tale mancanza di solidarietà umana per i profughi ebrei, nessuno
deve chiedersi perché i Sionisti abbiano voluto ricavarsi un posto in Palestina. Oggi con l'arrivo di giovani maschi musulmani
in Europa, fra cui quelli aggressivi nei confronti di polizia, donne, e come la
cronaca recente in non meno di dieci Stati europei dimostra, anche nei
confronti del popolo ebraico, almeno oggi per gli ebrei europei esiste un Paese
amico, sebbene armato fino ai denti e circondato da nemici. Possono sempre scappare lì, in Israele, se e
quando la vita in Europa dovesse diventare ancora un inferno per "i
fratelli più grandi" dei cristiani.
UN'AMERICANA
A VENEZIA
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