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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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521. RISUSCITANDO IL TESTAMENTO DI HITLER da un'Americana a Venezia
I diritti
esclusivi del libro Mein Kampf (La mia lotta) sono appena scaduti in
Germania, scadenza determinata dal passare di 70 anni dalla morte dell'autore,
Adolf Hitler. Adesso il ministero della
finanza della Baviera, regione dell'ultima residenza del Fuhrer, Monaco, non
può più usare la legge tedesca sul copyright
come freno alla pubblicazione del testamento personale pensato in mal modo dall'autore
mentre era rinchiuso in prigione nel 1923 dopo un fallito tentativo di golpe. Pubblicato in due volumi fra il 1925 e il
1926, Mein Kampf è stato distribuito su grande scala nella Germania nel 1933. E' stato persino regalato ai neosposi dai
comuni tedeschi. Dopo la fine della
Seconda Guerra Mondiale, il libro non era più pubblicabile nel Paese, anche se
possederlo era rimasto legale. Nonostante
ciò, Mein Kampf è rimasto in pubblicazione altrove ed è facilmente reperibile
in Rete oggi. Nel frattempo, storici dell'Istituto
della Storia Contemporanea di Monaco di Baviera hanno già preparato una nuova
edizione tedesca, un Mein Kampf scrupolosamente annotato, ampliato a 2.000
pagine con 3.500 appunti e commentari.
Sarà in vendita da gennaio 2016 ad un prezzo di circa 64 Euro. L'idea di reintrodurre in Germania i pensieri antisemiti
e chiaramente non scientifici di Hitler, sebbene rifiutati dagli storici che
hanno collaborato sulla nuova versione critica, può offendere soprattutto i
sopravvissuti dai campi di sterminio.
Una di loro, Charlotte Knobloch, leader della comunità ebraica di Monaco
di Baviera, dice di avere fiducia nella conoscenza e nella capacità dei
ricercatori dell'Istituto ma che dubita molto che la nuova edizione riuscirà
nel suo scopo di "demistificare e smontare 'Mein Kampf'". Per lei, la nuova edizione rischia di risvegliare
interesse nei confronti della versione originale (cioè, quella "di solo
Hitler") cosa che ritiene molto pericolosa: "Potrebbe avere ancora
impatto perché entrambe le idee al cuore del libro sono eterne: l'ultranazionalismo
e il razzismo." Parlando del libro,
spiega, "E' un vaso di Pandora. Non
si può sapere che cosa succede dentro la mente del lettore... E' la base
ideologica dello sterminio industriale di massa del popolo ebraico." Infatti, come si può "annotare" il
veleno? Perché dovrebbe essere necessario
spiegare il delirio di un bullo eventualmente riuscito su scala globale, autore
solo di morte e di distruzione? Che
senso ha provare a spiegare il perché di un arrabbiato megalomane nutrito della
vanagloria del militarismo? Eppure, come
dice Stephan Pollard, editore del Jewish Chronicle, rispettato giornale ebraico
dell'UK, "I miei principi mi dicono che ripubblicarlo è accettabile. Quanto meno, Mein Kampf, ovviamente, è
un'importante opera storica... Le idee, anche quelle terribili, non possono
essere tenute sotte chiave. Devono
essere sconfitte." Il ministero
della giustizia della Germania ha deciso, ad ogni modo, che nessuna edizione di
Mein Kampf in forma non-annotata possa essere ripubblicata nel Paese. Qualcuno è comprensibilmente turbato dall'idea
di risuscitare l'autobiografia del Fuhrer in un momento quando continuano ad arrivare
in Germania profughi dai tratti decisamente semiti, nel senso più puro del
termine. Parlo di persone mediorientali. C'è chi teme che qualsiasi pubblicazione di
Mein Kampf nella Germania odierna possa dare nuovo impeto ai movimenti di ultra-destra
tedesca. Infatti, somministrare un nuovo
dosaggio di Hitler fra xenofobi e nostalgici nazisti sarebbe come gettare benzina
sul fuoco, quel fuoco che ha già cominciato a bruciare piano piano in questi
ultimi anni, specialmente nell'Est del Paese dove l'economia non è così forte e
dove vengono piazzate intere comunità di rifugiati siriani ed altre di tedeschi
disoccupati. Prima di concludere questo
post, voglio fare un'osservazione che da anni mi rode. Se i piani diabolici di Adolf Hitler erano
già sotto gli occhi di tutti in forma cartacea nel 1925-26, e comunque
comunicati a voce dagli ambasciatori, perché hanno continuato certe compagnie
statunitensi, forse un centinaio, a fare affari con Hitler? Come mai hanno aiutato, a volte attivamente,
a costruire la macchina bellica di un grande bullo antisemita? A voi la risposta. UN'AMERICANA A VENEZIA
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