scorr
...in altre lingue...
...in altre lingue...
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
511. IN TRINCEA SUL SAN MICHELE di Michele Lotti - Recensione di Roberto Rapaccini
Ho
letto il libro di Michele Lotti "In trincea sul San Michele"con
grande piacere. In realtà, complice anche la mia età matura, generalmente oggi
preferisco esplorare la saggistica,
mentre la narrativa è il genere letterario legato alla mia gioventù: la
lettura di questo libro tuttavia è stata una fortunata eccezione. L'opera di
Michele Lotti è il diario dei suoi trascorsi da sergente dell'esercito italiano:
in esso con meticolosa sensibilità giornalmente il soldato Michele ha annotato i
tratti della sua esperienza sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, un
contesto nel quale ogni vita è sospesa sul baratro di un'ordinaria precarietà,
che altera la natura primigenia dell'esistenza, privandola degli affetti
pregressi faticosamente ma necessariamente affiancati da nuovi. Lo scritto che contiene questa
preziosa testimonianza è stato ritrovato, riordinata e curato per la
pubblicazione dal nipote Gerardo Cesari, ottimo medico, e caro e stimato amico.
Nonostante lo scenario drammatico nel quale si articolano le vicende, questa lettura
mi ha trasmesso l'aura di un desueto sentimento di epicità, così lontano dal piatto grigiore
delle nostre esistenze che, omologate
dal silenzio assordante del benessere, sembrano perdere il senso della loro
unicità. Il linguaggio del sergente Michele nella semplicità è particolarmente
incisivo ed espressivo di una condizione nella quale la difficile sopravvivenza,
anziché generare forme di cinica competizione, sviluppa la comune solidarietà di
fronte ad un destino di pericolo che sembra ineludibile. Se la guerra da una
parte fa emergere una realtà brutale, violenta e disumanizzante, quasi che
trovi in essa un riscontro concreto quel male radicale di cui parlava Kant, tuttavia
nella gente comune l'esistenza disgraziata sviluppa affetti positivi che divengono
il presupposto di rapporti interpersonali permeati da una ritrovata seppur
nebulosa umanità. E' paradossale che la mia lettura sia stata accompagnata da
un costante senso di nostalgia per un mondo lontano che, sebbene reso problematico dai disagi della
povertà e drammaticamente afflitto dal pericolo incombente dello spettro
della morte, era animato da sentimenti
puri e autentici nella loro genuinità, che costituivano un sicuro punto di
riferimento, mentre la nostra realtà vive il disorientamento dell'abbondanza,
della superficialità, della mercificazione. ROBERTO RAPACCINI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
* * *
IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
* * *
HOME PAGE DEL BLOG (clikka qui)
***
ELENCO DEI POST(clikka qui)
ULTIMA NEWSLETTER(clikka qui)
***
IL FILM, IL LIBRO, IL BRANO, LA POESIA DEL MESE (clikka qui)
***
WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
Nessun commento:
Posta un commento