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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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507. IN TRAPPOLA FRA IL DIAVOLO E IL MARE PROFONDO da un'Americana a Venezia
L'immagine di giovani famiglie ammassate in attesa
di uno sviluppo qualsiasi sulla frontiera della Macedonia la scorsa settimana continua
a rattristarmi: bimbi che strillano dalla paura e per gli stenti mentre i grandi,
ugualmente stanchi, provano a consolarli. Fra questa gente si intravedono qualche nonno
e nonna, disperati come i bimbi. Negli
occhi di tutti c'è la domanda: Perché siamo finiti così lontano da casa, rischiando
la vita, solo per essere respinti? Non
sanno questi europei che cosa sta succedendo laggiù? Queste persone hanno lasciato Paesi che non funzionano più, specialmente in questo momento la Siria, una volta
destinazione gradevole di turisti italiani, dopo quattro anni di guerra civile. Perché tutta questa umanità preme sulle
frontiere europee? Persone istruite,
industriose per bene. Sono diventati profughi,
non semplici migranti, scappati per forza da mille pericoli in Paesi dominati
da regime e/o dal caos, nazioni squarciate dai combattimenti, Paesi che fluttuano
sopra un mare di petrolio e altre risorse, Paesi che sono stati strumentalizzati,
sfruttati, bombardati, e ora, abbandonati dagli interessi occidentali nelle
mani di combattenti criminali più efferati che mai. La Regina della Giordania ha detto a Parigi
pochi giorni fa, "Affrontiamo un periodo di grande pericolo. Daesh, il c.d. Stato Islamico, continua a
diffondere la sua ideologia diabolica."
Si riferiva ai militanti totalitari dell'IS che, secondo qualcuno, "sono
come Al Qaeda sotto l'effetto di steroidi". Parliamo di almeno 30.000 giovani di età
compresa fra 16 e 30 che mirano a ricreare l'antico Califfato sotto la guida di
un rabbioso capo militare. Prima devono
distruggere il regime Assad in Siria; si sospetta che abbiano sempre avuto l'appoggio
di sostenitori privati soprattutto nel Qatar e nell'Arabia Saudita. In più, guadagnano miliardi vendendo sul
mercato nero il petrolio che hanno confiscato.
Già sono dotati di armi sofisticate che, irresponsabilmente, gli americani
avevano lasciato in Iraq, abbandonando quella povera gente al proprio destino. I combattenti dell'IS pensano di cacciare gli
"impuri" dal Nord Africa ed eventualmente di "riprendere"
la Spagna; vogliono il controllo del Medio Oriente fino ai Balcani e di gran
parte dell'Asia occidentale. Spesso sono
reclutati via Internet. I video di
"porn propaganda" che propongono, decapitazioni di cittadini
occidentali, un pilota giordano bruciato vivo, ad esempio, sono destinati non agli
occidentali ma invece al miliardo e trecento milioni di musulmani sparsi nel
mondo. Daesh, l'abbreviazione di "IS"
in lingua araba, è di una cattiveria tale che il Gran Mufti dell'Egitto li
chiama un "germoglio satanico."
L'Imam dell'Università di Cairo li definisce "un'organizzazione
terroristica satanica." Facile
crederci non appena si viene a sapere che sono capaci di crocefiggere bambini e
seppellirli vivi; che insegnano ai giovani, piccoli inclusi, a tagliare teste
di creature viventi, partendo dalle galline e altri piccoli animali. Prima di lasciare un villaggio conquistato, questi
criminali avvelenano le sorgenti e piantano bombe nelle case, persino nei
frigoriferi, se per caso dovessero tornare i proprietari. Dovunque vanno, questi uomini vestiti di nero
lasciano un fiume di sangue e lacrime. Un
profugo siriano, fuggendo con moglie e figlie, ha detto appena arrivato in Europa,
"Voglio vivere come un essere umano." Tre persone nel suo gruppo non ce l'hanno
fatto e sono morte per strada. I profughi
siriani e iracheni scappano da un incubo ove una persona rischia di essere
sacrificata come un montone. Guai a
chiunque professi una fede non-musulmana.
I cristiani del Medio Oriente, ad esempio. Guai a essere musulmani sciiti, non sunniti. Guai a essere in contatto con il mondo
normale. Uno potrebbe finir torturato a
lungo, e poi decapitato in piazza, come l'anziano siriano, Khaled Al-Assad, che
con l'avanzata di questi indemoniati è rimasto al suo posto per provare a proteggere
il sito di Palmyra a cui aveva dedicato 50 anni di carriera d'archeologo, sito
ormai distrutto sistematicamente dalle bombe e dai martelli di Daesh. Guai, soprattutto, ad essere femmina--bambina,
ragazza o donna--specialmente di una setta non-musulmana. C'è una vera e propria politica del terrore
nei confronti di curde, yazide, turcomanne, e assire. Nel migliore dei casi la vittima diventa schiava. Una giovane che è andata per fare la
"sposa jihadista" nel territorio controllato dai criminali, una zona fra
Siria e Iraq grande come la Francia, ha da poco lanciato un avviso, "Non
andate. Quelli sono criminali. Sarete violentate continuamente, picchiate, e
vendute ad altri uomini che continueranno questo ciclo vizioso. Senza scampo." Questa stessa giovane ha visto bambine di
soli 6 anni subire violenze. Una bambina
yazida di 9 anni è incinta dopo essere stata violentata da dieci di questi criminali;
la bambina si trova ora in Germania dove i medici dicono che è troppo giovane
per partorire ma che anche il taglio cesareo sarebbe rischioso. La
Dr.ssa Qanta Ahmed, medico britannico di
origine pachistana, ha detto in un'intervista televisiva, "Ciò che mi
offende profondamente da musulmana credente è l'associazione che i combattenti
dell'IS hanno fatto fra violentare una bambina oppure una donna, e subito,
giustapporre questo delitto alla 'preghiera' "è una dissacrazione!" A dir poco.
La prossima volta che vediamo l'immagine di persone costrette a scappare
territori non più vivibili, proviamo a ricordare da che razza di Male fuggono. Così sarà più facile aprir loro i cuori e non
solo un varco nel filo spinato. Emma
Bonino, già ministro italiano e commissario europeo, l'ha messa giù così,
parlando di rifugiati: "E' meglio se la smettiamo con questa isteria e proviamo
a capire che la zona Sud-il Mediterraneo, il Sahel (NB: Mali, Niger, Nigeria,
Chad, Sudan)-è in fiamme." UN'AMERICANA
VENEZIA
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