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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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504. LA BOMBA: BESTEMMIA CONTRO L'UOMO E LA NATURA / THE BOMB: BLASPHEMY AGAINST MAN AND NATURE by un'Americana a Venezia
Dopo gli abominevoli bombardamenti termonucleari da
parte dell'amministrazione del Presidente Truman sulle città di Hiroshima e
Nagasaki nel 6 e 9 agosto, 1945, qualcuno ha dichiarato che Hitler aveva vinto la
guerra dopo tutto. Sebbene fosse già
morto quando le prime bombe atomiche furono lanciate contro i civili giapponesi,
Hitler aveva sperato di arrivare a quel diabolico risultato per primo; la
fissione dell'uranio era stata infatti realizzata per la prima volta all'Istituto
Wilhelm in Germania nel 1938. Da allora,
nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, scienziati occidentali si erano
impegnati a sviluppare un'arma più letale di sempre, attraverso la fissione. Dopo qualche anno di ricerca, il Manhattan
Project, una squadra di 150.000 persone sotto la direzione di J. Robert
Oppenheimer, riuscì a produrre le prime arme atomiche nei laboratori di Los
Alamos in New Mexico (USA). Per
raggiungere lo scopo, gli americani hanno speso 2 miliardi, l'equivalente di
circa 29 miliardi di dollari oggi. Mentre
dozzine di brillanti fisici lavoravano assieme, Harry S. Truman, il vice di Franklin
Delano Roosevelt che morì prima di concludere il suo terzo mandato, si ritrovò
a capo di una nazione ancora impegnata nella guerra nel Pacifico. Nel luglio del 1945 Truman, Winston Churchill
e Josef Stalin si incontrarono nel Potsdam per conferire su nuove frontiere e
zone dopo la resa dei tedeschi.
Parlarono anche della guerra ancora in atto in Giappone, iniziata il 7
Dicembre del 1941 con l'attacco giapponese sulla base americana di Pearl
Harbor, originata dalla bellicosità gratuita dell'Imperatore Hirohito. Da Potsdam, i tre leader si trovarono
d'accordo sulla richiesta di immediata resa delle forze armate giapponesi. Influenzato dal suo consigliere, l'Imperatore
rifiutò, sfidando la minaccia di "totale distruzione". Truman volle a tutti costi tenere i sovietici
sotto controllo. Sapeva che l'impiego della
nuova arma non solo avrebbe spaventato i giapponesi fino alla resa, ma che avrebbe
fatto forte impressione anche sui sovietici.
Con il pretesto di evitare un'invasione del Giappone e quindi di salvare
centinaia di migliaia di giovani soldati americani e altrettante vite giapponesi,
Truman diede l'ordine di lanciare il nuovo ordigno, già testato il 16 luglio
sotto il nome in codice di "Trinity", contro qualche inerme città
giapponese. L'effetto psicologico,
quello di sorpresa, fu di primaria importanza. Questo piano americano è stato effettuato con
la piena approvazione del governo brittannico. La prima bomba atomica, contenente uranio,
portò il nome di "Little Boy" and fu trasportata in una aereo
chiamato "Enola Gay", dal nome della madre del pilota. Sulla superficie della bomba messaggi ironici
erano già stati pennellati dai militari americani. Alle 8.15 di una tranquilla mattina estiva la
gente di Hiroshima, con una popolazione allora di circa 340,000 anime, non
temeva il peggio quando ha passato sopra la loro testa l'Enola Gay. Poche persone videro cadere dall'aereo un
puntino nero. Scrisse il pilota, Paul
Tibbetts, "Una luce brillante riempì l'aereo...La città fu nascosta da
quella terribile nuvola, salendo, bollendo, e crescendo come un fungo. Per un attimo nessuno parlò...Il mio co-pilota
ha detto che poteva assaggiare la fissione atomica...Mi sono girato per scrivere
nel mio giornale, chiedendomi, 'Dio mio, che cosa abbiamo fatto?'" Nonostante le morti quasi istantanee di circa
100,000 esseri umani, liquefatti o ridotti a ceneri, e le ferite atroci di 100,000
spellati vivi, acceccati, bruciati e presto ammalati per l'esposizione alla radiazione,
l'Imperatore non si arrese. Ma Truman
non arrestò il programma. Invece, invocò
Dio, dicendo al pubblico americano che "...preghiamo che il Signore ci
guidi a usarla (la bomba atomica) nei Suoi modi e per i Suoi scopi." Churchill disse, "L'intero impegno di questa
esecuzione costituisce uno dei più grandi trionfi del genio americano, anzi,
del genio umano." Tre giorni più
tardi, il 9 agosto, Truman incoraggiò i giapponesi ad abbandonare le città
industriali. Quello stesso giorno i
bombardieri americani miravano alla città di Kokura, ma a causa di condizioni
meteorologiche sfavorevoli, decisero di far cadere il secondo ordigno,
"Fat Man", carico stavolta di plutonio, su Nagasaki, popolazione all'epoca
di 260.000. All'arrivo dell'aereo,
qualcuno provò a rifugiarsi. Eppure,
come dice una sopravissuta che si trovò dentro una grotta affollata, qualcuno
ne uscì con gli occhi liquefatti e la pelle cotta. A Nagasaki almeno 50.000 persone morirono
entro nove secondi dall'esplosione. Due
ore più tardi, grandi gocce di acqua nera cadevano incessanti. I sopravissuti, come a Hiroshima, soffrirono
indicibili pene. Una giovane pensava,
"Se l'inferno è così, allora sono nell'inferno." L'Imperatore si arrese dopo Nagasaki. Edward Teller, padre della bomba all'idrogeno,
un'arma 100 volte più distruttiva di quella atomica, non ha avuto
rimpianti. Ma Oppenheimer e tanti altri
colleghi, sì. Oppenheimer è andato mesi
più tardi alla Casa Bianca per sconsigliare l'uso dell'atomica come arma in
futuro. Disse a Truman, "Signor
Presidente, sento che ho sangue sulle mani." Dopo quell'incontro, Truman ha detto al suo
assistente, "Non voglio vedere quel figlio di puttana mai più in questo
ufficio!" La minaccia del nucleare
incombe tuttora, grazie a persone, prepotenti e ciniche senza buon senso e senza
compassione. ll film di Stanley Kubrick,
Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho
imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964) più o meno caratterizza
la mentalità a Washington, D.C., e non solo, nell'epoca che seguì Hiroshima e
Nagasaki. Certi scienziati ed i
consiglieri di uomini e donne di potere, pare, sono usciti di senno molto tempo
fa, garantendo che diventa impossibile ritornare sui propri passi. A mio avviso, la Bomba è sempre stata una
bestemmia contro l'uomo e la natura.
Guardando indietro, forse è vero: quel pazzo lucido di Hitler ha vinto
dopo tutto. UN'AMERICANA A VENEZIA
Following the Truman administration's abominable
thermonuclear attacks on the cities of Hiroshima and Nagasaki on August 6th and
9th of 1945, someone observed that Hitler had won the war after all. Even though he was dead when the first atomic
bombs were unleashed on Japanese civilians, Hitler had hoped to reach the
diabolical goal long before then; the fission of uranium was realized for the
first time at the Wilhelm Institute in Germany in 1938. Since then, in the midst of World War II,
Western scientists worked to develop a more lethal weapon than ever before,
utilizing fission. After a few years'
research, the Manhattan Project, a team of 150,000 people under the direction
of J. Robert Oppenheimer, managed to produce the first atomic weapons in the
laboratories of Los Alamos in the state of New Mexico, USA. In order to achieve their aim, the Americans
spent two billion dollars, the equivalent of about 29 billion today. While dozens of brilliant physicists worked
together, Harry S. Truman, the vice-president to Franklin Delano Roosevelt, who
died before finishing his third term in office, suddenly found himself the
Chief of a nation still at war in the Pacific.
In July of 1945, Truman, Winston Churchill, and Joseph Stalin met in
Potsdam to confer about new borders and zones following the surrender of the
Germans. They also discussed the ongoing
war with Japan, a war which was provoked by the unfounded bellicosity of
Emperor Hirohito, started on December 7th, 1941, with the Japanese attack on
the American base of Pearl Harbor in the Pacific. In Potsdam the three leaders were agreed on a
demand that the Japanese armed forces surrender immediately. Influenced by his couselor, the Emperor
refused, preferring the alternative, the threat of "total
destruction". Truman wanted at all
costs to keep the Soviets in check. He
knew that the use of the new atomic weapon would not only frighten the Japanese
into surrender but that that it would also make a strong impression on the
Soviets. With the excuse of wanting to avoid
the invasion of Japan and, thus, save hundreds of thousands of young American
soldiers and just as many Japanese, Truman gave the order to drop the Bomb on unprepared
cities, the weapon having already been tested successfully under the code name
"Trinity" on the 16th of July.
The psychological effect, one of surprise, was of primary
imortance. The American plan was fully
endorsed by the British government. The
first atomic bomb, containing uranium, was dubbed "Little Boy" and
was transported in an airplane called the Enola Gay, named for the pilot's
mother. On the surface of the weapon
American military personnel had already penned ironic messages. At 8:15 on a tranquil summer morning the
people of Hiroshima, a city with a population of about 340,000 souls at the
time, did not fear the worst when the Enola Gay passed overhead. Few people saw a kind of black box fall from
the aircraft. Paul Tibbetts, the pilot,
wrote, "A bright light filled the plane...The city was hidden by that
awful cloud, boiling up, mushrooming.
For a moment no one spoke...My co-pilot said he could taste the atomic
fission...I turned away to write in my journal, asking myself, 'My God, what
have we done?'" Despite the nearly
instantaneous deaths of about 100,000 human beings, liquified or else reduced
to charcoal and ash, and the atrocious injuries of none less than 100,000 more,
skinned alive, blinded, burned, and soon sickened by radioactive fallout, the
Emperor did not surrender. But Truman
did not quit the plan. Instead, he
invoked God, telling the American public, "...we pray that He may guide us
to use it (the Bomb) in His ways and for His purposes." Churchill said, "The whole burden of
execution constitutes one of the greatest triumphs of American--or, indeed
human--genius." Three days later,
on August 9th, Truman encouraged the Japanese people to abandon their
industrial cities. That same day
American bombardiers were aiming for the city of Kokura, but due to unfavorable
weather conditions, they decided to drop the second weapon, "Fat Man,"
loaded this time with plutonium, on Nagasaki, with a population of about
260,000. On the arrival of the aircraft,
some ran for cover. Nonetheless, as one
survivor who was crowded together with others inside a natural cavern reported,
some left their shelters with liquified eyes and ragged flesh, cooked like boiled
chicken. In Nagasaki at least 50,000
people vanished within nine seconds of the explosion. Two hours later, black drops the size of
marbles began falling like rain. The
survivors, as in Hiroshima, suffered indescribable injuries. One woman thought, "If hell is like
this, then I'm in hell." The
Emperor surrendered after Nagasaki.
Edward Teller, "father of the hydrogen bomb," a weapon 100
times more destructive than an atomic weapon, had no remorse. But Oppenheimer and many other colleagues
did. A few months later, Oppenheimer
went to the White House to dissuade the President from using atomic weapons
again in future. He told Truman,
"Mr. President, I feel I have blood on my hands." After that meeting, Truman told his
assistant, "I don't want to see that son of a bitch in this office ever
again." The nuclear threat is still
hanging over our heads, thanks to prepotent and cynical people, people lacking
good sense and compassion. Stanley
Kubrick's film "Dr. Strangelove or: How I learned to Stop Worrying and Love the
Bomb" (1964) more or less depicts the mentality in Washington, D.C., and
not only there, in the post-Hiroshima and Nagasaki era. Certain scientists and counselors to men and
women in power lost their way a long time ago and have guaranteed that is is
impossible to go back now. To my way of
thinking, the Bomb has always been a blasphemy against man and nature. Looking back, maybe it's true: that "lucid madman," Hitler, may
have won the war after all. UN'AMERICANA A VENEZIA
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WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
1 commento:
La guerra è un abominio sempre. Quando essa prende il sopravvento è inutile parlare di accordi o regolamenti. La guerra distrugge il normale essere dei rapporti sociali ed economici, anche tra le nazioni. Nella guerra l'importante è vincere. Mi è sempre sembrato assurdo e illogico chiedere a chi combatte di stare alle regole (comprese quelle sui prigionieri...la tanto citata convenzione di Ginevra). In questo sta la bomba atomica....la morte è morte e la distruzione è distruzione; e non conta nemmeno pensare alle conseguenze successive.I giapponesi non avevano mai mandato giù l'ingerenza degli occidentali su di loro.Una flotta internazionale bombardò nel 1863 due zone sulle coste giapponesi e ci furono sbarchi di soldati europei e americani che ebbero facile vittoria sui Samurai senza armi da fuoco. Ciò avvenne per non permettere ai giapponesi una influenza sull'Asia che doveva rimanere appannaggio degli occidentali che avevano colonizzato quelle zone. Da un lato sento che la storia condanna gli USA sia per questo atteggiamento che per la bomba atomica, dall'altra credo che gli USA della seconda guerra mondiale abbiano delle attenuanti proprio per il clima vissuto. La prima bomba non sortì alcun effetto, ci volle la seconda per convincere i giapponesi, e pensate che ancora con la seconda c'erano generali che non volevano la resa, preferendo la distruzione totale del paese. Roberto
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