
Risiko. Diversamente, purtroppo, quando
la Cina ha invaso il Tibet, ammazzando monaci e laici, provando tuttora a
destruggere la sua cultura, nessuno è intervenuto. Oggi i paesi ricchi continuano a fare business con la Cina come se niente
fosse. Il Sud Africa continua a negare
il visto al Dalai Lama pur di non offendere la Cina. Solo qualche personaggio di Hollywood alza la
voce a favore dei tibetani che vengono decimati come gli americani nativi. Nel bel mezzo dell'ipocrisia dei leader del
mondo, il Dalai Lama non ha mai smesso di essere buddhista coerente, dedicato
agli ideali di rispetto e di non-violenza.
Grazie a lui, la filosofia buddhista è meglio conosciuta nel mondo. Nel 2011 si è ritirato ufficialmente dai suoi
obblighi temporali per dedicarsi esclusivamente agli esercizi spirituali. Pochi giorni fa ha annunciato che sarà l'ultimo
Dalai Lama, che quando lascerà questo mondo, i suoi amminstratori non dovranno sostituirlo.
Per i tibetani, quest'affermazione è scioccante,
un forte colpo al loro senso di identità.
Possiamo immaginare come si sentirebbero tutti i cattolici romani se Papa
Francesco un giorno dicesse che dopo di lui, non ci sarebbe più papa. Il senso di smarrimento sarà forte in quella
comunità; sentiranno che stanno per diventare orfani. Potrebbe sembrare che i lupi li abbiano sopraffatti. Potrebbero anche pensare che il Male abbia
vinto. Però all'età di 79, il Dalai Lama
non si sente per niente sconfitto. Non è
sconfitta nemmeno la sua speranza di poter tornare ancora una volta alla
capitale tibetana, Lhasa, prima di morire.
Ha semplicemente capito che è inutile fare le cose in modo sciatto. Finché i prepotenti continuano ad operare con
impunità, sarebbe ben difficile trovare il suo vero successore secondo il
metodo tradizionale. Sarebbe impossibile
garantire che il governo cinese non metta lo zampino nella scelta di un nuovo
leader tibetano. E' cambiato tutto per
il Tibet ormai. Quindi, dopo 450 anni,
la linea dei leader tibetani finisce con il 14° Dalai Lama. Lascerà un ricordo positivo che gioverà al
suo popolo. Lascerà anche una schiera di
lama e di amministratori tibetani a Dharamsala che sapranno mantenere vivi il
buddhismo tibetano e le usanze tibetane.
Tenzin Gyatso insiste che il buddhismo tibetano non dipende da un solo
individuo. Verissimo. Il Buddha ha già spiegato 2,500 anni fa che la
verità va cercata da ogni individuo dentro di sè. Nessuno al di fuori di noi stessi può darci
la sicurezza, la purezza o l'illuminazione che cerchiamo. Dobbiamo impegnarci nell'auto-esame e cercare
la verità. Come disse il Buddha,
"Come il grande oceano ha un solo gusto, quello del sale, così anche
questo Insegnamento ha un solo gusto: quello della libertà." Il 14° Dalai Lama ha detto, saggiamente,
"Nella nostra lotta per la libertà, la verità è la nostra unica
arma." Libertà e verità, due parole
che sono associate anche da Gesù.
Auguriamo al Dalai Lama e al suo popolo, anzi, al mondo intero, un
futuro in cui la verità e la libertà abbiano ampio spazio per convivere sotto la
luce del giorno. UN'AMERICANA A VENEZIA
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