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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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331. “OUTLIER” Kingdome Come (USA) - 2013 di Sky Robertace Latini
Dopo tanti anni
il cantante Lenny Wolf non vuole lasciar perdere, e se ne frega di cosa va ora.
Siamo al tredicesimo album. Nonostante gli anni passati dal debutto (primo
album nel 1988) dove si è subito parlato di nuovi Led Zeppelin, la musica della
band continua ad essere molto debitrice di quel mito che i Led furono, e non
solo nella tecnica vocale ma anche nell’arrangiamento in generale.“GOD DOES NOT
SING OUR SONG” fa iniziare questo lavoro
con un middle-time, per una song intrigante con ritmica alla Bonham dei Led
Zeppelin. E visto che la sua voce è Plantiana è fortemente tutto inserito in
quell’atmosfera. “RUNNING HIGH
DISTORSION” è forse il pezzo più bello per la sua linea cantata ma anche per il
riff finale. “THE TRAP IS ALIVE” velocizza un po’ il ritmo dell’album senza
eccedere. Qualcosa tra voce e chitarra rimanda agli inglesi Diamond Head. La
voce rimane sofferente e il ritornello sinuoso, il quale accenna ad un minimo
di allegria, ma non ride. “SKIP THE COVER AND FEEL” è uno sleaze rock, e qui
davvero siamo al 100% nel regno del sound LedZeppeliniano. Se ciò vuol dire
abbandonare un po’ di personalità, fa funzionare il brano alla grande e
possiede l’assolo di chitarra più serio del disco. “SUCH A SAME” ancora fa il
verso come al solito ai Led, senza timidezze. Nonostante gli anni, l’ispirazione pare essere
sempre fornita dai Led Zeppelin e perfino della fase Plantiana del periodo
solista. L’album usa semplicisticamente strofa-ritornello per tutte le song
senza mai cambiare schema eppure riesce a risultare quale musica
personalissima, e rarefatta in tal misura da apparire molto atmosferica. Il
rischio di tale linearità strofa-ritornello farebbe perdere punti se non fosse
anche per la interessante ritmica “batteria-riff di chitarra” che sostiene i
pezzi con dinamica ecletticità e per
l’interpretazione vocale che sa di magia. In realtà la voce riverberata si
affoga un po’ troppo in tale tecnicismo forse perché la voce non è più abile
come in gioventù. Si usa un senso malinconico per tutto l’album senza mai dare
zampate heavy e mai fornire acuti saltellanti. Infatti i ritmi non si velocizzano mai; eppure l’album
è affascinante e attira nei suoi semplici ma alquanto ipnotici vortici. Pochi e
brevi gli assoli chitarristici, giusto una decorazione nella loro essenzialità.
L’album è un quasi onirico itinerario che scorre fluido dalla prima traccia
all’ultima, è personale proprio perché dà la sua interpretazione dei maestri
Led Zeppelin. Si soffre un po’ per la produzione non eccelsa, anche inferiore
talvolta ai primi album della band. Sky
robertace Latini
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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
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