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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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79. “HA UNA SUA SOLITUDINE LO SPAZIO” - Considerazioni di Roberto Latini

Nel commento alla poesia del mese (Giugno 2011), Chiara Passarella descrive la spinta alla solitudine, sottolineando la particolare solitudine creativa al femminile. Questo perché parte da Emily Dickinson e dalla sua poesia “HA UNA SUA SOLITUDINE LO SPAZIO”. Avevo letto questa analisi di Chiara già da giorni, ma ora mi colpisce di più in quanto sto leggendo “NELLE TERRE ESTREME” di Krakauer, che racconta la storia vera di un ragazzo americano e le sue peregrinazioni solitarie. Dello scritto di Passarella, mi colpiscono delle frasi che adesso elenco:
·       “Ha una sua solitudine lo spazio” si concentra soprattutto nelle ultime due parole
·       La solitudine diventa…una solitudine intenzionale
·       “L’esercizio della solitudine”, scrive Clarissa Pinkola Estes, “non è assenza di energia…piuttosto un dono di provviste selvagge”
·       Nella sua mente (di E. Dickinson) s’annodano molte domande e lei chiede aiuto alla natura.

Proprio le parole “SPAZIO”; “INTENZIONALE”; “SELVAGGE” e “NATURA”, collegano Emily a Christopher J. McCandless (non una donna). Egli, nel 1990, dopo la laurea, dà via i suoi soldi e sparisce. E’ un divoratore di libri, e per nutrire la sua “segretezza polare” (per usare i termini poetici della Dickinson), fa proprie le cose che legge: opere di autori come Jack London; Tolstoj; Thoreau e Pasternak. Ma tale nutrimento non gli è sufficiente, e così parte. Tra le cose trovate accanto al suo cadavere, c’era un libro di Thoreau dove Chris aveva evidenziato questo passaggio dello scrittore: “Datemi la verità, invece di amore, denaro e fama. Sedetti a una tavola imbandita di cibo ricco, vino abbondante e servi ossequiosi, ma alla quale mancavano la sincerità e la verità. Partii affamato da quel desco inospitale. L’ospitalità era fredda come i gelati”.  La verità, ecco cosa vogliamo. L’amore si, ma viene dalla verità. E lo spazio, quando è selvaggio e naturale, non ha intermediari se lo affronti a tu per tu, da solo. E lì puoi scoprire la verità della concretezza e la verità di te stesso….dopo, ogni relazione assume connotati essenziali. A Chris ciò era chiaro. Con lo pseudonimo di Alex scrisse su un pannello di compensato (trovato anch’esso nel luogo della sua morte), alcuni pensieri, tra cui: “Arriva la grande avventura finale. L’apice della battaglia per uccidere l’essere falso dentro di sé e concludere vittoriosamente il pellegrinaggio spirituale”. Ecco lo scopo della sua solitudine intenzionale: raggiungere e sconfiggere ciò che c’è nella sua “segretezza polare”. La poesia di Emily Dickinson è stupenda, ed è stupendo proprio il colpo di genio per cui tutte le solitudini “son folla” rispetto alla “segretezza polare, “punto più profondo” di se stessi. Quelle otto righe sono pura arte.        ROBERTO LATINI

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo con questo abbinamento tra Emily e Chris: il fatto che siano una donna ed un uomo sottolinea come siano universali alcuni sentimenti, alcune percezioni e sensazioni che vanno al di là del genere a cui si appartiene. Le diversità di genere si ritrovano al cospetto l'uno dell'altra senza pregiudizi anzi, si fondono in un comune sentire. Grazie Roberto, per questa bella lettura di Emily e del parallelo con Cris!
Chiara P.

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)