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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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56. RECENSIONI: VOLTI DELL’ATEISMO: MANCUSO; AUGIAS, ODIFREDDI. ALLA RICERCA DELLA RAGIONE PERDUTA di VINCENZO VITALE (2010) di Roberto Latini
Vitale è docente di Giurisprudenza alle Università di Catania e Piacenza e alla Cattolica di Milano. Questo libro cerca di entrare, sebbene non in modo approfonditissimo, nelle logiche poco logiche di pseudo pensatori che divengono pseudo proprio perché poco in accordo con i metodi di cui la ragione necessita quando opera un’analisi. L’autore di questo saggio se la prende con tre personaggi pubblici che, secondo lui, non sono chiari nelle loro teorizzazioni, perché non sono scientifici né sulle fonti né sui modi con i quali speculano. E queste speculazioni riguardano la fede e la religione. Su questi temi ci sarebbe come uno spreco di parole, perché esse non si basano su dati e significati, ma su concetti di pura fantasia senza cercare punti di riferimento veritieri. Nella prefazione è Socci a scrivere: “Questo è il tempo in cui tocca proprio alla Chiesa e ai credenti ricordare al mondo la realtà, annebbiata dalla cultura nichilista. I cristiani dovranno battersi in difesa dell’evidenza: per sostenere che due più due fa quattro, per affermare che il mondo esiste, per asserire che i prati sono verdi in primavera e che il sole brilla di giorno e che i contorni delle cose sono netti e veri”. E Vitale fa proprio questo nel libro, rende concreta la critica ai tre personaggi, esibendo le motivazioni scientifiche degli errori, non di idee, ma di elaborazione teorica che essi fanno (da cui derivano naturalmente idee confuse o campate in aria). I tre personaggi sono: Vito Mancuso, docente di teologia; Corrado Augias, giornalista e Piergiorgio Odifreddi, docente di matematica. Il primo non fa teologia poiché solo insegna ciò che i teologi dicono; il secondo non elabora pensiero perché solo lo racconta non essendo un intellettuale; il terzo non è scienziato quindi non fa scienza, ma solo la trasmette. Tutti e tre sarebbero in difetto nelle loro argomentazioni perché non sarebbero in grado di costruire idee nuove, riducendo molto le loro visioni e quindi riducendo la capacità di scoprire e di inventare. Mancuso trascurerebbe verità e Augias addirittura le falsificherebbe. Vitale cita Lattanzio: “Cosa potrà vedere chi non vede neanche il sole?” E così vari sono gli argomenti che l’autore cita per la propria tesi, gli stessi argomenti quali sono stati usati dai tre nei loro rispettivi libri. E così, per parlare di Mancuso, troviamo le vicissitudini di Galileo; le affermazioni di S. Tommaso; le teorie di Einstein; la storia di Adamo primo uomo; l’abisso dell’inferno. Mentre per Augias si va a finire all’esistenza di Gesù Cristo; poi allo stesso Dio; poi alla credenza dei Santi; alle sofferenze di Eluana Englaro; alle Crociate e ai martiri. Quando tocca invece ad Odifreddi, i temi riguardano l’adorazione di Maria, la presenza della Chiesa, il significato dei dogmi. E ancora altro. I punti di vista devono essere presi tutti se si vuole essere oggettivi approfondendo un argomento. Smontare teorie che si basano sul nulla presuppone che però si sia in dovere di trovare un qualcosa da porre al posto del nulla. Cosa che Vitale prova a fare, penso, con successo…moderato comunque. Moderato perché non approfondito, come dicevo. Troppo poco spazio per trattare tematiche così ampie, ma erano più che altro risposte a libri già scritti, e non trattati completi. Due sono le cose che mi vengono di dire. Una riguarda una tesi descritta da Vitale. E’ come una domanda che vorrei fare a lui. Egli racconta di un matrimonio tra due persone, lei capace di procreare, lui con paraplegia e quindi incapace di procreare. Il vescovo di Viterbo avrebbe negato il sacramento per impotenza copulativa. Per Vitale l’ecclesiastico ha fatto bene per via del diritto canonico che recita come impedimento l’“impotenza copulativa antecedente e perpetua, o dell'uomo o della donna”. Beh, che io condivida o meno (sebbene non abbia mai sentito di un divieto a sposarsi in Chiesa tra due vecchietti), quello che mi è sembrata poco valida è la non esaustività della spiegazione, raccontata in modo troppo legalista e insoddisfacente per il lettore. Un’altra riguarda la presenza di altri scritti che hanno già fatto la loro comparsa negli anni passati sugli stessi argomenti; mi stupisco di come ci sia bisogno di un Vitale per confutare sedicenti teorici anti-chiesa, quando già giornalisti come Messori e Socci hanno portato in passato specifiche difese molto valide. Per esempio, sulla esistenza reale di una figura come Gesù o sui miracoli di Lourdes, o sull’aiuto sia economico che psicologico alle società, mettendo le basi persino per i diritti civili così come li viviamo oggi. Ma forse vari scrittori devono riprendere quelle cose già dette perché molti non le hanno mai lette. Invece di citarle per confutarle, le idee uscite da menti a loro precedenti, riesumano concetti già a loro tempo confutate proprio da personaggi come appunto Messori e Socci (senza contare delle cose redatte dai papi e altri teologi). Per esempio, Messori ha scritto “Ipotesi su Gesù”, “Scommessa sulla morte” e “Pensare la storia”, che hanno detto molte cose riguardo quelle accennate da loro. A me sembra che si ricominci sempre da capo senza far evolvere il dibattito. In questo modo la Chiesa fa passi da gigante ed elabora sempre più approfonditamente, mentre il mondo laico rimane indietro riproponendo sempre le stesse argomentazioni ormai vecchie e superate, perché abbattute da teorie filosoficamente e scientificamente approvate dalla logica e dalla ragione e condivise da studiosi atei e credenti di tutto il mondo. Probabilmente la gente guarda solo la tv e non legge, e c'è pertanto chi finge che le proprie ricerche e le conseguenti teorie, siano scientifiche e storiche, evitando di citare discussioni già esistenti e dati già elaborati che contraddirebbero le loro tesi.
Roberto Latini
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