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consumo, dal linguagguo del cinema a quello della
pubblicità, dall’architettura e il design al kitsch religioso. Alcuni artisti hanno
effettuato una ricognizione su noti capolavori, perelaborarli in maniera
dissacrante e provocatoria ed ironica: un noto esempio è ‘L.H.O.O.Q.’ di
Duchamp (1919), versione della Gioconda di Leonardo con barba e baffi. In
un’intervista Gillo Dorfles precisa che il kitsch viene sbrigativamente
liquidato con la traduzione cattivo gusto; il kitsch in realtà è molto
di più, “è una costante del nostro
tempo. Un tempo che, a differenza di quanto accadeva nella Roma antica, nella
Grecia o nelle civiltà precolombiane, ha accanto all'arte una non-arte, che
però è
anche arte” (Dorfles). Il kitsch è un
linguaggio ironico che si è conquistato uno spazio nella creatività artistica.
Salvador Dalì ed Enrico Baj sono i più noti artisti che per primi hanno
introdotto nelle loro opere elementi disarmonici e di dubbio gusto. In
conclusione, esistono due ‘modi di essere’ del kitsch, quello spontaneo e
inconsapevole, rappresentato da oggetti turistici come la riproduzione della
gondola di Venezia, oppure il Santo Padre dentro una conchiglia, poi ci sono gli
artisti che sublimano in maniera ironica e irriverente, ma artisticamente
raffinata e apprezzabile le icone della cultura di massa. ROBERTO RAPACCINI
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