Pochi
anni fa ho visitato la National Portrait Gallery aWashington, un museo pieno
di ritratti di americani famosi di ogni epoca, parte del grande Smithsonian, i
cui musei sono aperti gratis al pubblico.
In quel momento c'era una mostra dedicata a Gertrude Stein, l'eccentrica
scrittrice che riceveva personaggi come Ernest Hemingway e Pablo Picasso nel
suo salotto a Parigi. Indimenticabile è
stato il ritratto della Stein ricreato da Devorah Sperber dall'originale di
Picasso. La Sperber aveva appeso contro
una parete migliaia di bobine di filo da cucire, tutte infilate su sottili
catene, e tutte capovolte e presentate anche a rovescio, in modo che all'occhio
nudo l'allestimento non aveva nessun senso finchè uno non lo avesse guardato
attraverso una piccola sfera trasparente fatta di acrilico, una specie di fisheye lens (lente ad occhio di pesce)
montata davanti all'installazione. Dentro
la piccola sfera appariva, come per magia, l'immagine della Stein dipinta da
Picasso. Tutte quelle bobine, messe in
ordine dalle mani dell'artista, fungevano da pixel. La sfera invece funzionava come l'occhio
umano: faceva girare l'immagine di 180°
per raggiungere l'orientamento
giusto, e poi condensava i pixel. Dall'apparente caos emergeva l'ordine. Finora, la Sperber ha ricreato non meno di 50
soggetti in questo modo, svariando dalla cultura pop con scene da Star Trek, opere
di Warhol, e foto di Marilyn Monroe fino a vari soggetti d'arte classica e
moderna. Ha riprodotto L'ultima cena di Leonardo da Vinci nelle
sue misure reali per cui utilizzando 20.736 bobine, pagate in parte dalla ditta
che le produce, Coats & Clark. La
Sperber prima crea un'immagine JPEG del suo soggetto, poi determina il numero
preciso dei pixel. Ogni pixel sarà rappresentato
da una bobina di filo, oppure, come in altre opere della Sperber, da un
cristallo Swarovsky, un tappo di pennarello, uno spillo del tipo usato per
segnare le mappe, persino da un gambo di ciniglia come si usa per pulire le
pipe. Della sua scelta di materiali dice,
"C'è qualcosa (speciale) nell'elevare un oggetto umile al livello di high art. E' una bella giustapposizione." La Sperber utilizza un software creato appositamente
per lei che determina i colori dei pixel.
Molto interessante è il percorso che segue il cervello nell'interpretare
ciò che vede. Nel viso della Giocanda, la
Sperber ha ricavato pochissimi pixel, "Quasi niente," lei dice, eppure,
guardando la riproduzione attraverso la lente, la maggior parte delle persone
crede di vedere il famoso sorriso almeno per un attimo. Invece, la Sperber spiega che è solo la
memoria dell'opera che ci permette a vedere il sorriso che, in realtà, non c'è. Dice, "Mi interessa il legame fra l'arte
e la tecnologia, e come gli occhi stabiliscano le priorità, e la realtà come un'esperienza
soggettiva contrapposta alla verità assoluta.
Come artista visiva, non posso immaginare un argomento più stimolante
eppure così fondamentale come l'atto di vedere--cioè, come il cervello umano fà
senso del mondo visuale." Un altro
dei molti progetti di quest'artista visionaria, amante della neuroscienza, è
stato la riproduzione di "Autumn Rhythm" di Jackson Pollock, per la cui
realizzazione ha creato
un tappetto tipo shag
(a "pelo lungo") usando 165.000 pezzi di gambo di ciniglia inseriti individualmente
in un tavolo di polistirolo. "Ero
affascinata dal fatto che Pollock aveva la capacità intuitiva di produrre alti
numeri di frattali nei suoi quadri a gocciolate, riproducendo così il mondo
naturale più accuratamente che non il più bravo pittore di paesaggi, cosa che
forse spiega la presenza risonante dei quadri di Pollock." Vedere i frattali nelle opere di Pollock? Idea rivoluzionaria! Dopo molta sperimentazione, la Sperber ha
concluso che ". . . non esiste una sola verità o una sola realtà, e che il
mondo consiste di strati e ancora più strati di realtà che si
toccano." Ad ogni modo, vi
consiglio fortemente di vistare il sito di Devorah Sperber. Vedere per credere. E se possibile, visitare la mostra
"Brain: Il cervello, Istruzioni per
l'uso" che arriva direttamente dal American Museum of Natural History a
New York al Museo Civico di Storia Naturale a Milano, che sarà aperta dal 18
Ottobre 2013 fino al 13 Aprile 2014.
Almeno un'opera della Sperber sarà esposta. UN’AMERICANA
A VENEZIA
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