ipotesi
di futuro - non coesistono con una generale amnesia.
In altri termini, l’archivio delle nostre idee, dei nostri pensieri e delle
nostre esperienze è anche la base della proiezione di quello che saremo. I ricordi, che riesumiamo all’occorrenza, ci permettono di immaginare il domani senza
gli errori del passato, ricordandoci quello che siamo stati e facendoci rivivere
le emozioni, non solo quelle personali, ma anche quelle sedimentate nell’inconscio
collettivo. Credo che questo sia il senso
e il fine della Giornata della Memoria. La frase di Cicerone Historia magistra vitae mi è spesso sembrata uno stereotipo,
forse perchè troppo ripetuta durante la mia infanzia; questa sentenza mi appare
ora in tutta la sua profondità. La memoria
si affievolisce con l’invecchiamento, che inizia con la nostra nascita.
Subentrano meccanismi selettivi. Forse conserviamo
tutto nella mente e l’oblio
consiste semplicemente nel rendere inaccessibile quello che non vogliamo
ricordare. È un processo dinamico. I contenuti che sono inaccessibili oggi, potrebbero
non esserlo domani e viceversa. La capienza del contenitore dei nostri ricordi, ovvero lo spazio
che la mente rende disponibile per la nostre reminiscenze, ha un limite. Per questo la tecnologia attuale,
che in passato avremmo immaginato votata all’esplorazione spaziale, si è
dedicata a fornirci protesi di memoria,
come telefonini, computer, tablet, etc. Nelle società antiche, prima
dell’invenzione della scrittura, gli anziani erano considerati saggi, in quanto
erano gli unici che, avendo ricordi del passato, avevano capacità predittive
ovvero disponevano delle basi per immaginare il futuro. I ricordi sono anche la fonte della
nostra unicità. Senza la memoria non siamo. Con poca memoria siamo ostaggi di
un passato che può ripetersi. Roberto
Rapaccini
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