questo lato emotivo-sociologico non è che un labile aspetto dell’opera
filmica, incentrato più sull’atmosfera e sugli effetti speciali che su qualche
significato profondo. In più c’è qualche confusione sul tipo e il numero delle
bestie. E poi la trama non è così esaltante. Lo spirito del film è piuttosto
povero, anche se vi sono degli spunti interessanti come l’androide David che
pare avere un ruolo ambiguo: costruito per servire, in realtà è munito di una
coscienza che decide per sé. Ganza anche l’idea degli scanner volanti che
mappano autonomamente le gallerie da esplorare; probabilmente la tecnologia
odierna potrebbe riuscirci davvero. Personaggio centrale una donna; era così
anche in “Alien”. Vi sono poi delle scene che appaiono misteriose e non
spiegate. Per esempio le immagini iniziali che mostrano uno strano umanoide il
quale beve un liquido nero che possiede un movimento autonomo pur stando dentro
un contenitore; questo essere poco dopo si spezza sfaldandosi e perde DNA in
acqua. Se non si va a leggere su Internet non si capisce cosa significhi; pare
sia la modalità con cui gli extraterrestri del film avrebbero dato vita
all’essere umano sul pianeta Terra. Interessante, ma il film è fatto bene se lo
si capisce dalla trama; altrimenti manca il genio di scrittura.
Altro elemento interessante è che
l’extraterrestre parla un proto-indoeuropeo, come a dire che anche la lingua
umana deriva dai Creatori; il che amplierebbe l’intervento degli
extraterrestri, che dal puro lavoro genetico, sarebbero dovuti passare a un
contatto educativo-culturale. Però sono cose di cui il film non si interessa, e
alla fine rimane la fruizione di un film piacevole, seppur semplice e scontato.
Lascia aperti però vari interrogativi e possibili evoluzioni; speriamo in un
seguito maggiormente sfaccettato e quindi intrigante. Abbiamo visto il film in
3D, cosa che non amo poiché spesso non ne vale la pena; solitamente non ci
guadagna. Stavolta invece si, sembrava di starci dentro. Il regista di
quest’opera, Ridley Scott (britannico) girò lo stesso “Alien” ed è famoso anche
per “Blade runner” del 1982. Viene ricordato più per “Thelma & Louise”
(1991) e soprattutto per “Il gladiatore” (2000). Un regista bravo anche se non
sempre allo stesso livello. Sky
robertace Latini

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