 contribuire a creare uno
spazio comune di azione e mobilitazione che rafforzi, in Italia, l’affermazione
dei diritti delle donne. Uno spazio comune, per un problema comune e
soprattutto estremamente grave. In questo quadro, Amnesty International Italia
ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa promossa da “Se non ora
quando”, che vedrà  la nazionale di
calcio italiana scendere in campo il 14 novembre contro la violenza sulle
donne. “Se non ora quando” ha annunciato pieno appoggio all’iniziativa “Io sono
la voce” con cui Amnesty International Italia, dal 29 ottobre al 25 novembre
(Giornata internazionale per l’eliminazione di ogni forma di violenza contro le
donne), raccoglierà fondi tramite un sms solidale dedicato alle donne che
lottano per la libertà e i diritti umani in Medio Oriente e in Africa del Nord.
Negli ultimi mesi milioni di persone sono scese nelle
piazze dei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa per chiedere dignità,
diritti umani, giustizia, fine dell’oppressione e della discriminazione. Tra
queste persone sono migliaia le donne che hanno messo a repentaglio la propria
vita, sfidando vecchi e nuovi regimi repressivi, per difendere i diritti umani
fondamentali e promuovere le riforme e l'uguaglianza. Amnesty International
Italia ha scelto di lavorare al fianco di queste donne coraggiose perché cessino
le violazioni dei diritti umani nei loro confronti e siano adottate leggi che
pongano fine alla discriminazione di genere. 
Per questo Amnesty International Italia lancia “Io sono la voce”, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite SMS
solidale al 45509, attiva dal 29 ottobre al 25 novembre, data quest’ultima in
cui ricorre la Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. I fondi
raccolti grazie a questa iniziativa consentiranno ad Amnesty International di
stare accanto alle donne del Medio Oriente e del Nord Africa, sostenerle e
proteggerle dalla discriminazione e dalla violenza nonché porre l’attenzione
sui diritti delle donne a rischio in paesi come Iran, Siria, Tunisia, Arabia
Saudita,
contribuire a creare uno
spazio comune di azione e mobilitazione che rafforzi, in Italia, l’affermazione
dei diritti delle donne. Uno spazio comune, per un problema comune e
soprattutto estremamente grave. In questo quadro, Amnesty International Italia
ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa promossa da “Se non ora
quando”, che vedrà  la nazionale di
calcio italiana scendere in campo il 14 novembre contro la violenza sulle
donne. “Se non ora quando” ha annunciato pieno appoggio all’iniziativa “Io sono
la voce” con cui Amnesty International Italia, dal 29 ottobre al 25 novembre
(Giornata internazionale per l’eliminazione di ogni forma di violenza contro le
donne), raccoglierà fondi tramite un sms solidale dedicato alle donne che
lottano per la libertà e i diritti umani in Medio Oriente e in Africa del Nord.
Negli ultimi mesi milioni di persone sono scese nelle
piazze dei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa per chiedere dignità,
diritti umani, giustizia, fine dell’oppressione e della discriminazione. Tra
queste persone sono migliaia le donne che hanno messo a repentaglio la propria
vita, sfidando vecchi e nuovi regimi repressivi, per difendere i diritti umani
fondamentali e promuovere le riforme e l'uguaglianza. Amnesty International
Italia ha scelto di lavorare al fianco di queste donne coraggiose perché cessino
le violazioni dei diritti umani nei loro confronti e siano adottate leggi che
pongano fine alla discriminazione di genere. 
Per questo Amnesty International Italia lancia “Io sono la voce”, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite SMS
solidale al 45509, attiva dal 29 ottobre al 25 novembre, data quest’ultima in
cui ricorre la Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. I fondi
raccolti grazie a questa iniziativa consentiranno ad Amnesty International di
stare accanto alle donne del Medio Oriente e del Nord Africa, sostenerle e
proteggerle dalla discriminazione e dalla violenza nonché porre l’attenzione
sui diritti delle donne a rischio in paesi come Iran, Siria, Tunisia, Arabia
Saudita,  Egitto e Bahrein. Nello specifico, attraverso missioni di ricerca nei
Paesi dell’area, attività congiunte con partner locali, pressione sulle
istituzioni nazionali mediante incontri diretti e/o la mobilitazione delle
attiviste e degli attivisti di Amnesty International nel mondo, il progetto si
propone di ottenere la liberazione di tutte le donne in carcere per aver difeso
i diritti umani; porre fine alle politiche e alle leggi discriminatorie che
pregiudicano la parità di diritti tra uomini e donne; far dichiarare fuorilegge
pratiche aberranti che colpiscono le donne in quanto tali nella loro integrità
fisica e morale; favorire l'adozione di garanzie legislative e costituzionali
per l'uguaglianza di genere; assicurare che le donne prendano parte ai processi
decisionali sul futuro dei paesi in transizione e che siano protette, come
gruppo particolarmente vulnerabile, nei paesi in cui sono in corso conflitti
interni o viene esercitata una forte repressione politica. CHIARA PASSARELLA
Egitto e Bahrein. Nello specifico, attraverso missioni di ricerca nei
Paesi dell’area, attività congiunte con partner locali, pressione sulle
istituzioni nazionali mediante incontri diretti e/o la mobilitazione delle
attiviste e degli attivisti di Amnesty International nel mondo, il progetto si
propone di ottenere la liberazione di tutte le donne in carcere per aver difeso
i diritti umani; porre fine alle politiche e alle leggi discriminatorie che
pregiudicano la parità di diritti tra uomini e donne; far dichiarare fuorilegge
pratiche aberranti che colpiscono le donne in quanto tali nella loro integrità
fisica e morale; favorire l'adozione di garanzie legislative e costituzionali
per l'uguaglianza di genere; assicurare che le donne prendano parte ai processi
decisionali sul futuro dei paesi in transizione e che siano protette, come
gruppo particolarmente vulnerabile, nei paesi in cui sono in corso conflitti
interni o viene esercitata una forte repressione politica. CHIARA PASSARELLA 

1 commento:
Un dato culturale preoccupante relativo alla condizione della donna nel mondo islamico - che si evince bene dal libro ‘Sfigurata’ di Rania Al Baz è il seguente: spesso nell’Islam la donna che subisce una violenza difende la cultura che ha prodotto quel brutale abuso. Rania Al Baz, deturpata e ridotta in fin di vita dal marito per una morbosa gelosia afferma nel libro: “…Non sono stata picchiata per un principio religioso, ma per gelosia, da un uomo umiliato. Solo per questo. Coloro che si trincerano dietro l'Islam per giustificare un'azione del genere mentono; coloro che pensano sinceramente - e ce ne sono - che il Corano incoraggi tali pratiche, sbagliano. È una faccenda di mentalità maschile, niente di più. Il Profeta ha insegnato l'amore, non certo l'odio che oggi viene propagato da alcuni dei suoi zelatori..”. Roberto Rapaccini
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