Si avvicinano le ferie estive e con esse un tempo sospeso che rimanda
il mio pensiero alla figura del ponte: una figura simbolica di grande
pregnanza non solo nell’ambito delle scienze (architettura, urbanistica), ma
anche in quello culturale. Personalmente credo che si tratti della metafora più bella
che si possa immaginare in un periodo di ferie, sospeso nel tempo. Le
trasparenze di questa metafora, infatti, aiutano a cogliere quel significato
nascosto che rende più apprezzabili molti aspetti della vita dell'uomo, dalla
dimensione interiore a quella dei suoi prodotti artistici e culturali. Andando
oltre il tecnicismo, si comprende come i ponti possano dar vita ai luoghi,
trasformando zone prive di significato in ambienti dotati di una propria
personalità e di una vita autonoma che si trasferisce anche nelle persone che
frequentano questi luoghi o che ci vivono attorno. Ecco perché il ponte può
essere inteso come simbolo per antonomasia della connessione tra la cultura, i
luoghi e le persone. Non a caso l’altra
settimana e precisamente sabato 19 luglio il gruppo Adaltavoce Terni ha
organizzato l’evento “I ponti parlano” a
cui ho partecipato come ascoltatrice e di cui riporto la descrizione con le
parole degli organizzatori stessi: “I ponti parlano, non li
sentite? La loro voce si alzerà sabato 19 dalle 22.00 in poi. Se vuoi parlare
per i ponti e sui ponti, sabato alle 22.00 vieni a leggere brani – poesie - articoli
sul tema "I ponti": porta con te tre letture della lunghezza massima
di 3 minuti l'uno, una torica o una luce da
libro (se non dovessi averla ti illumineremo noi) e il desiderio di condividere
la suggestione della lettura. Itinerario di
questa prima escursione letteraria:
partenza alle 22.00 dalla passerella di via del
Cassero (1° tappa), nuova passerella in c.so del Popolo (2° tappa), lungofiume
e 3° ultima tappa alla prua sul Nera (ponte Carrara). Ad ogni tappa potrai dar
voce ad un ponte o altrimenti ascoltare la sua voce.
Ti aspettiamo!”
L’evento è
riuscito benissimo: una lodevole iniziativa lungo le sponde del fiume Nera e sopra i tre suggestivi ponti che allacciano
una parte della città all'altra. Molto bravi anche coloro che hanno letto! Il ponte é anche una metafora di ciò che mette in
relazione unità che stanno tra loro distanti, rendendo
possibili passaggi e congiunzioni altrimenti impensabili. Immagine concreta del
simbolo, il ponte rimanda a ciò che l'uomo ha imparato a costruire per superare
la condizione dolorosa e paralizzante di scissione e isolamento tra sé e
l'altro (dimensione interpersonale) o tra parti di sé (dimensione
intrapsichica). L'esperienza del conflitto, la sofferenza della separazione e
contemporaneamente l'attrazione verso ciò che è sconosciuto, la spinta verso
l'oltre, l'altro, il diverso, ha attivato nell'essere umano la capacità
creativa di gettare dei ponti (il linguaggio, la metafora, il dialogo) che
consentono comunicazione e possibilità di incontro tra differenti sponde, senza
per questo ostacolare né ostruire il fluire di ciò che in mezzo scorre. Il
ponte è anche esperienza concreta di unità e diversità insieme, di opposti che,
solo in quanto si sono riconosciuti tali,
possono infine arrivare a congiungersi.
“Sembrava che le due rive avessero
lanciato l'una verso l'altra degli zampilli spumeggianti d'acqua e che questi
zampilli, scontrandosi ed unendosi in un arco, fossero rimasti per un momento sospesi
sopra l'abisso”. Ivo Andric - Il ponte
sulla Zepa
"Allora, di qui il ponte non si può
vedere" "No" disse il vecchio, "siamo sul versante piano
del valico, qui il fiume scorre lento. Più giù la strada si nasconde fra gli
alberi e il terreno precipita bruscamente in una gola profonda..."
"Ora ricordo." "Il ponte passa su quella gola.""E dove
sono le loro sentinelle?" E. Hemingway - Per chi suona la campana
"Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra"
A. Pozzi -
Lieve offerta
“Cieli grigi
di cristallo. Un bizzarro disegno di ponti, alcuni dritti, altri ricurvi, altri
ancora che scendono oppure obliqui ad angolo sui primi, e queste figure si
rinnovano negli altri circuiti rischiarati dal canale, ma tutti così lunghi e
leggeri che le rive, cariche di cupole, si abbassano e si rimpiccioliscono.
Qualcuno di questi ponti è ancora carico di casupole. Altri sostengono pennoni,
segnali, fragili parapetti. Accordi minori s'incrociano, e filano, funi salgono
dagli argini. Si distingue una giacca rossa, forse altri costumi e alcuni
strumenti musicali. Sono arie popolari, frammenti di concerti signorili ,
residui di inni pubblici. L'acqua è
grigia e blu, larga come un braccio di mare. Un raggio bianco, cadendo
dall'alto del cielo, annienta questa commedia." A.Rimbaud – Les ponts
Ho riportato
alcuni dei brani che sono stati letti durante la serata “I ponti parlano”. Voglio
concludere riallacciandomi al titolo che ho dato a questo post. L’estate ed
il riposo feriale hanno lo scopo di unire due sponde che nell’immagine del
ponte rappresentano il passaggio e l’unione fra due opposti territori, quello
dell’inverno con i suoi affanni e l’autunno con la ripresa delle attività.
L’estate, proprio come un ponte, avvicina,
congiunge, concilia, collega ed indica il bisogno di raccogliere le forze per
attraversare la vita. Il passaggio del ponte diventa allora il percorso interiore volto ad
integrare nuovi aspetti e nuovi
territori che si profilano proprio al di là del ponte stesso. Auguro a tutti una
buona estate con questa poesia:
“Nascono i
bei pensieri sopra i ponti
e sempre ci si ferma sopra i ponti
per contenere quell’atomo di grazia
sospesa in equilibrio
tra gravità di sponde e cieca corsa d’acqua.
Ti darò appuntamento sopra un ponte,
in questa mezza terra di nessuno.” Patrizia Cavalli – Sempre aperto teatro
CHIARA PASSARELLA
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