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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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490. RECENSIONE - “CODE 301” (2015) - L.O.V. (Loudness Of Violence) di Sky Robertace Latini
Ci
troviamo di fronte ad una nuova band italiana in quel di Terni, città in cui la
crisi industriale trova sfogo in gruppi che suonano il metal più estremo, come
una fucina di metallo da acciaieria. In tal senso è andata la direzione
metallica della città negli ultimi anni. Si tratta già di musicisti con
esperienza, e la nuova formazione ne mischia membri provenienti da altri combo.
Il lavoro è stato presentato solo in rete, senza quindi formato fisico (cioè
non esiste il cd). L’album è infatti disponibile in download gratuito presso il
loro sito www.lovband.com L.O.V.LOUDNESS OF VIOLENCE.
L’inizio dell’album trae in inganno, sembra di stare di fronte ad una band non così
personale, fornendo due primi brani ( “Lonely Shooting” e “No Regrets”; entrambi
dopo l’intro) che, sì, cercano l’affondo impattante, ma rimanendo, per quanto costruttivamente,
nella media di ciò che il mercato offre già da tempo. Invece il prosieguo dell’ascolto
porta a chicche di più alto livello, e alla fine l’opera è qualitativamente
apprezzabile. “NIHIL APPROCHE” è il primo momento di valore, con un’anima
pesante ma comunque variabile sia per ritmo che nelle atmosfere che nel
cantato, trovando soluzioni interessanti intrecciate nel songwriting, compreso
un formato sludge tra basso grevemente ossessivo e chitarra melmosa che appare
due volte, una delle quali prima e durante l’assolo finale. “WISH” appare come
l’episodio migliore per l’atmosfera profonda che crea. Un ritmo cadenzato da
headbanging continuato e una forza Black, ancora una volta pressato da un basso
oscuro. Una song dannata in cui la maledizione sonora si scaglia cupa e poi si
scatena con un aumento di velocità quasi ballabile che però non vede mai la
luce della speranza. Un cenno di sonorità orientaleggiante inietta una lacrima
raffinata. “HIDDEN HEART”, che appare nella terna delle migliori appena
descritta, è quella che meglio si rifà al Metalcore della band da cui
provengono alcuni membri, cioè dai concittadini “Light Silent Death”. Tra la
melodia e la cattiveria si denota una anima prog che non stona nella filosofia
dell’album. I tre brani suddetti hanno meno istintività, ma ne guadagnano in
capacità espressiva. Vi sono in realtà altri
begli scoppi al calor furente in questo full-lenght, il quale risulta molto
attuale pur avendo un suono talvolta vintage Black Metal, dentro la corrosione
Death. Nelle ispirazioni si sentono gli
aggressivi Necrodeath italiani e gli atmosferici In Flame, e poi altre
influenze naturalmente, ma non mancano i riffing del classico Heavy e del
tradizionale Thrash. Una cioè ricca sequenza di sfumature forgiata con una
abilità che rifugge la piattezza. Parlare di binomio Death/metalcore, così come
la band stessa si descrive, è da ritenersi non sufficiente a descrivere i
L.O.V. Le capacità interpretative sono ampie e si sviluppano su un’ottima tenuta
tecnica. La validità è strumentale e canora al tempo stesso. Le modalità di
canto sono tre: uno è perfettamente growl, altre due sono meno evidentemente
divisibili, ma si tratta di uno screaming che sta tra la rabbia e il lamento
disperato (quest’ultimo può, alla lontana,cioè per attitudine, far pensare a
King Diamond), a seconda dei passaggi sonori diventa l’uno o l’altro. Nell’insieme
la melodicità appare mediata da una prevaricazione di violenza, così come
dettato dal moniker (“Loudness Of Violence”). La cosa permette alla linea
orecchiabile di non divenire mai melensa, anzi di mantenere la tensione emotiva
e dura. Si sente una maturità che ha saputo svilupparsi dal fatto sicuramente
di essere persone con una esperienza pregressa non banale nella musica. Non c’è
un modello unico a cui ispirarsi, da qui la loro fruttuosa personalità
compositiva che ha evitato la monotonia, anzi il lavoro riesce a conservare
intatta, fino alla fine, l’attenzione dell’ascoltatore. Sky RobertAce Latini
1.
Code 301
2.
Lonely Shooting
3.
No Regrets
4.
Nihil Approche
5.
Hinra Tensei
6.
Wish
7.
Hidden Hearts
8.
Perversion
9.
Absolute Terror
10.
Starless Sky
11.
Good Man’s Death
12.
Lunar Rainbow
Aster
- vocals
Francesco Bronzini - guitars
Marco "Panduk" Delle Fate
– guitars/bass
Giacomini Francesco - drums
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