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approfondire la produzione artistica di Frida Kahlo nella sua
evoluzione, dagli esordi ancora debitori della Nuova Oggettività e del
Realismo magico alla riproposizione dell'arte folklorica e ancestrale,
dai riflessi del realismo americano degli anni venti e trenta (Edward Hopper,
Charles Sheeler, Georgia O'Keefe) alle componenti ideologico-politiche ispirate
dal muralismo messicano (Rivera, Orozco), è il tema dell'autorappresentazione
a prevalere in questo progetto di mostra, sia in rispetto del peso numerico che
il genere "autoritratto" assume nella produzione complessiva
dell'artista, sia - e soprattutto - per lo specialissimo significato che esso
ha rappresentato nella trasmissione dei valori iconografici, psicologici e
culturali propri del "mito Frida". La progettazione della
mostra e del catalogo è affidata alla cura di Helga Prignitz-Poda,
accreditata specialista dell'opera di Frida Kahlo, autrice con Salomon Grimberg
e Andrea Kettenmann del catalogo ragionato dell'artista nel 1988. "Ero
solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci
sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che
si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io". Scuderie
del Quirinale e Palazzo Ducale di Genova presentano nel 2014, con un progetto
integrato diviso in due grandi mostre, l’opera dell’artista messicana. La
mostra romana, vuole indagare l’artista Frida Kahlo e il suo rapporto con i
movimenti culturali e artistici dell’epoca; a Genova si racconterà invece
l’altra grande influenza che si percepisce nell’arte di Frida Kahlo, quella che
viene dal suo universo privato, un universo di grande sofferenza fisica ed
emotiva, al centro del quale lei metterà sempre il marito Diego. La mostra alle
Scuderie del Quirinale è la prima retrospettiva in Italia dell’artista
messicana e propone circa 130 opere tra
dipinti e disegni. Il progetto è a cura di Helga Prignitz‐Poda, autrice del catalogo
ragionato dell'artista, ed è organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo insieme
con MondoMostre. L’esposizione documenta l'intera carriera artistica di Frida
Kahlo riunendo i capolavori assoluti dei principali nuclei collezionistici,
raccolte pubbliche e private, provenienti da Messico, Europa e Stati Uniti. Oltre
quaranta straordinari ritratti e autoritratti, tra cui il celeberrimo
Autoritratto con collana di spine del '40, mai esposto prima d’ora in Italia e
immagine della mostra, l’”Autoritratto con vestito di velluto” del ’26, dipinto
a soli 19 anni, il suo primo autoritratto, eseguito per l’amato Alejandro Gòmez
Arias con l’intenzione di riconquistarlo, dove il suo collo allungato recupera
l’estetica di Parmigianino e di Modigliani. Completa il progetto, una selezione
di disegni, tra cui lo “schizzo a matita per il dipinto Ospedale Henry Ford (o
Il letto volante)” del ‘32, il famoso “corsetto in gesso” che teneva Frida
prigioniera subito dopo l’incidente e che dipinse ancor prima di passare ai
ritratti – un pezzo unico che si credeva perduto fino a poco tempo fa, e infine
alcuni eccezionali ritratti fotografici dell'artista, in particolare quelli
realizzati da Nickolas Muray, per dieci anni amante di Frida, e tra questi
“Frida sulla panchina Bianca, New York, 1939” diventato poi una famosa
copertina della rivista Vogue. Non si
può comprendere l’opera di Frida Kahlo senza conoscere la sua vita. Magdalena
Carmen Frida Kahlo y Calderón diceva di essere nata nel 1910, mentre in realtà
era nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Città del Messico). Amava considerarsi
figlia della rivoluzione messicana che iniziò nel 1910 e terminò nel 1917:
“Sono nata con una rivoluzione. Diciamolo. E’ in quel fuoco che sono nata, portata
dall’impeto della rivolta fino al momento di vedere giorno. Il giorno era
cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. Sono nata nel 1910. Era
estate. Di lì a poco Emiliano Zapata, el Gran Insurrecto, avrebbe sollevato il
sud. Ho avuto questa fortuna: il 1910 è la mia data”. Il percorso espositivo
intende presentare e approfondire la produzione artistica di Frida Kahlo nella
sua evoluzione, dagli esordi ancora debitori della Nuova Oggettività e del
Realismo magico alla riproposizione dell'arte folklorica e ancestrale, dai
riflessi del realismo americano degli anni venti e trenta alle componenti
ideologico‐politiche
ispirate dal muralismo messicano e di questi influssi la mostra vuole dare
conto. Sarà quindi possibile ammirare accanto ai lavori di Frida Kahlo, in un
unico e raro percorso espositivo, una selezione di opere degli artisti attivi
in quel periodo che hanno 'vissuto' fisicamente e artisticamente vicino a Frida
Kahlo, dal marito Diego Rivera, presente con alcune opere significative quali
ad esempio: 'Ritratto di Natasha Gelman del 1943, Nudo (Frida Kahlo) del 1930 e
Autoritratto del 1948; ad una selezione di artisti attivi in quel periodo
quali: José Clemente Orozco, José David Alfaro Siqueiros, Maria Izquierdo e
altri.

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