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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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389. RIVERBERI DI LUCE di Chiara Passarella
Riverberi
di Luce
(la
capacità di entrare nella fisiologia sentimentale dell'anima...)
Venerdì
3 gennaio alle ore 17,00 presso il Caffè Letterario del BCT (Biblioteca Comunale
di Terni) si è svolto l’incontro con Vanessa Stolfi, autrice di “Riverberi di luce”. L’autrice
stessa ha letto le proprie poesie, Maurizio Ruggeri ha accompagnato
magistralmente la lettura, Elisabetta Almadori ha condotto la presentazione ed
io ho condiviso con il pubblico e con Vanessa alcune riflessioni sulla sua
opera poetica. Nata a Potenza, Vanessa
è una giovane poetessa dal futuro promettente. Riverberi di luce è la
sua prima pubblicazione, ma ha già riscosso consensi e apprezzamenti di
pubblico e di critica. Ha studiato pianoforte fin dall’età di 7 anni, e il suo
amore per la musica l’ha portata a frequentare anche il Conservatorio per un
lungo periodo, studi poi interrotti per dedicarsi a quelli universitari. E’
recente il suo approdo alla spiritualità del Buddhismo. Come ci ricorda l’autrice stessa all’inizio del libro, queste
poesie sono frutto di un arco temporale tale che è inevitabile notare una
evoluzione stilistica e tematica. Ma nonostante ciò, nonostante l’evoluzione
chiara, rimane in Vanessa
l’esigenza di relazionarsi con l’altro, attraverso
l’esperienza emozionale e consegnarci una
parola ardente, collocando la ricerca di semplicità della lingua come
punto di arrivo di comunicazione e comunione: "la semplicità non è un
punto di partenza, è un punto di arrivo". Questo significa “far accadere”
le parole come evento, non scorporarle dal loro significante, ma lavorare sulla
loro pienezza di senso, farle brillare nella loro massima possibilità di
espressione. Parole che irradiano non solo significato ma soprattutto energia
vibrante. La poesia di Vanessa , nonostante la
giovane età, è una poesia che insegue la vita per mostrarla nella sua nudità. Questi
versi trasmettono emozioni, concetti, idee di largo respiro, contemporanee,
universali. E’ una riflessione poetica aperta e senza demagogia che racchiude
nei suoi versi le tappe fondamentali della vita di ogni uomo/donna. E proprio in
questa raccolta troviamo tutti gli
elementi per individuare una memoria collettiva dove si scopre il senso di
appartenenza, il significato di sentirsi parte di un tutto più grande e sentire
sulla nostra pelle ciò che molti padri
dell’antropologia indicano: solo mediante il contatto con l’Altro prendiamo
consapevolezza del Noi. Ma nella poesia di Vanessa c’è anche l’aderenza alla
materia per confrontarsi con la propria fisicità e scoprire
che l’uomo e la donna sono anche sudore, respiro affannato, muscoli. Ogni vocale,
ogni consonante, ogni numero e simbolo
sono una cellula di Vanessa, ognuna delle quali grida con tutta l’anima di
cui dispone, la propria identità. Ogni verso diventa grido di ricerca che delle
ossa fa vedere le fratture ricomposte in un forte nucleo centrale. Il
dolore urla senza metafore: il sangue è sangue, le lacrime sono lacrime. La poesia di Vanessa non
si ferma mai, ama e soffre senza tregua, non ha sosta come il cuore stesso della
poetessa che non smette un attimo di
amare. La poesia confessa il suo amore come una croce e
delizia, una continua contraddizione di dolore e gioia: ci dice che solo
l’amore più vero sa essere così, nella
difficoltà stessa di esprimersi, nella voglia costante di cantarlo ed al tempo
stesso nella paura di inseguirlo e improvvisamente anche nel desiderio di
mollare tutto, tutta la propria vita, tutte le proprie certezze solo per
raggiungerlo. CHIARA
PASSARELLA
Il video dell’intervento di Chiara Passarella – clikka qui
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