Qualche volta
ci imbattiamo in qualcosa in Rete che piace
veramente. In lingua inglese si dice stumble upon. Ho appena stumbled
upon gli scritti di Lee van Laer che si dedica, fra l'altro,
all'interpretazione del trittico Giardino
delle delizie (1500 c.) di Hieronymus Bosch. Molte sono le teorie su quest'opera, eppure quella
dominante è basata soltanto sulle cose del dipinto che si riesce a individuare:
il primo pannello allora sarerebbe il Paradiso e l'Eden; il secondo sembrerebbe
un'allegoria molto movimentata degli eccessi, specialmente della lussuria; il
terzo sicuramente tratta di sofferenze e dell'Inferno. Per van Laer, filosofo nonchè scienziato, la
solita interpretazione è limitata. All'età
di 9 anni, in visita al Museo del Prado a Madrid, Lee van Laer è rimasto folgorato
da Bosch. Dice che nonostante il disagio
dei suoi genitori, è rimasto davanti al trittico per ore! Anch'io l'ho visto. Quello che ho notato più volte, a parte le montagne
blu e le strutture fantasiose, e le 400 figure umane nude, più animali, piante
e creature varie, sono state le opinioni e l'imbarazzo degli altri davanti a quei
2,2 x 3,9 m di surrealismo rinascimentale.
Quello che van Laer ci offre invece è una chiave esoterica, capace di
rivelare un significato molto più ampio del solito. Van Laer ci rassicura che il linguaggio
dell'artista è decifrabile nella scelta di colori e nell'uso di simboli. Persino la grandezza delle cose nel dipinto
ha un marcato significato. Spiega
anzitutto il "lessico di simbologia" che permea l'opera. Giardino
delle delizie tratta della vita interiore e anche delle influenze che
operano su di noi, le tentazioni in particolare. Queste ci possono ricordare della nostra responsabilità
nei confronti dello Spirito, la nostra dimora originale, oppure ci possono
portare sempre più lontani dentro una dimensione poco divina. Il dipinto parla dell'anima umana e dell'ordine
giusto delle cose; parla di che cosa significa essere fatti ad immagine di Dio ma
nello stesso tempo di carne ed ossa. Non
è un discorso facile eppure van Laer è convinto che Bosch sia riuscito a trattarlo
in ogni dettaglio. Se ha ragione,
l'opera contiene molte sorprese. Ricorrenti
simboli per il divino sono gli alberi viventi e le gru bianche. La farfalla rappresenta la morte, le perle
sono sempre bugie. Lo stesso elemento
può riapparire in più pannelli, in maniera illustrativa. Vediamo la mano di Cristo e la figura di Eva
nel primo pannello, e ancora nel terzo ma in atteggiamento ben diverso. Scrive van Laer, mentre interpreta un
particolare tipicamente allucinante, "Siamo consumati dalle cose che
sentiamo dentro di noi: loro diventano ciò che ci nutre." L'uomo è assalito dalle bacche della
tentazione, anche quelle di natura spirituale, consegnate in forma di ciliegia persino
dagli angeli. Ogni pannello trasuda movimento
verso il divenire. Leggendo l'opera da
sinistra a destra, come fanno tutti, van Laer identifica anche tre livelli di
significato in ogni pannello, mondi che si influenzano verticalmente. Nel terzo pannello identifica la vita in terra,
già guasta dalle debolezze, con poi il giudizio, il purgatorio, e l'inferno;
eppure, questi luoghi esisterebbero dentro la testa dell'artista stesso, il cui
auto-ritratto, verosimilmente, si identifica nella figura con il sorriso da
Gioconda. Bosch vuole che sappiamo che
le forze sacre devono sempre essere in guardia contro quelle profane, che la
vita nel mondo gestita a dispetto dell'influenza divina diventa assurda e ingiusta.
In linea di massima, il colore rosa
rappresenta lo spirito, e blu il materiale. L'uomo e lo spirito dovrebbero essere in
armonia, grazie alle proprietà eternamente generative e feconde della divinità. Ma l'uomo può degradarsi all'infinito e far
nascere il male dentro di sè. Questo
dipinto illustra la ruota della vita nel bene e nel male, i riti che soffocano la
spiritualità, il troppo intellettualismo, l'ipocrisia, l'egoismo, la vanità. Si trova anche l'ironia nel bel mezzo della
caduta. Van Laer riesce a individuare
situazioni sane, però, anche nella confusione. Indica persino una figura in grisaglia nel
lago centrale che rappresenta lo Spirito Santo che prova a farsi sentire sopra le
chiacchiere. Chi vuole approfondire questo
trattamento del Garden of Earthly
Delights e guardare le diapositive preparate da van Laer, accompagnate
dalle spiegazioni in lingua inglese, lo troverà a esotericbosch. Anche per chi
non conosce ancora l'opera, credo ne valga la pena. UN’AMERICANA
A VENEZIA
VIDEO - IL GIARDINO DELLE DELIZIE - clikka qui
video -
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