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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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353. LIBERTA’ DI ESPRESSIONE CRISTIANA e CONFRONTO DIALETTICO Di Sky Robertace Latini
Esiste
nella mente umana l’insana ma comune spinta a crearsi preconcetti e schemi di
pensiero statici, probabilmente per non crollare sotto il peso di dubbi ed
insicurezze, e per facilitare i processi di elaborazione, altrimenti faticosi.
Nessun essere umano ne è immune. Lo vediamo in qualsiasi argomento e in
qualsiasi campo culturale. Messori sostiene che la gente tende a piegare la
realtà secondo la propria visione. Sappiamo tutti che è vero, se siamo onesti
con noi stessi. Ma essere propensi a mettersi in discussione è ciò che salva da
questa tentazione. Nell’esercizio della falsificazione, rientra anche
l’inibizione della “libertà di espressione individuale”, secondo l’idea che se
qualcuno difende posizioni in cui si ritrovano anche enti di potere, allora
quel qualcuno, volontariamente o involontariamente, è per forza piegato a tali
poteri e quindi anche quelle posizioni sono espressione di una cattiva fede.
Ciò avviene spesso per le questioni che attengono alla politica, ma avviene
sempre per quelle che attengono alla fede cattolica. Lo stato democratico ha
dei compiti specifici in quanto “democrazia”; uno di questi è permettere la
“libertà di espressione”. Essa comprende la libertà di esprimere il proprio
modo di essere, di avere e di esternare le proprie idee, e di credere. E tutto
ciò non può riguardare solo la sfera del privato ma anche la vita pubblica,
altrimenti si contraddice il significato del termine “espressione”. La libertà
espressiva della fede, per un cattolico viene realizzata con il crocefisso in
bella vista, con il segno della croce in varie situazioni, con le processioni
per strada, con le feste; tante le forme pubbliche di fede. E bello vedere
anche le manifestazioni delle altre religioni (a Terni ogni anno si vede la
processione dei Sikh, originari dell’India), ognuno che esprime la propria fede
e cultura. Ma guai a parlare di fede
quale normale argomento colloquiale, tanti storcono subito il naso. Ma la questione
appare più grave quando si esternano i valori che la fede cristiana porta sulle
tematiche quali l’aborto; l’eutanasia; l’educazione scolastica; il matrimonio;
l’omosessualità. In questi campi vietato esprimersi. E molti non storcono il
naso per la noia dell’argomento, bensì per la non accettazione che si mettano
in discussione i concetti che loro hanno concluso siano un dato di fatto. Ma la
cosa evidenzia un’altra sfaccettatura, ed è qui che voglio arrivare
riallacciandomi alla prima parte di questo post: l’ipotesi per la quale un
cattolico sia persona non affidabile su tali temi, perché dietro alle spalle ha
la Chiesa. In altre parole, i valori affermati da un cittadino di fede
cattolica sono i valori della Chiesa, la quale, in quanto organismo di potere,
comunica valori che sono espressione del potere e quindi, a priori, da non
tenere in considerazione. Da qui deriva la derisione o lo spirito di
sufficienza che un certo gruppo di persone mantiene verso altre persone che invece,“forse”
hanno un contributo utile da offrire al vivere civile. Tanta gente pensa che la
fede non possa essere discussa con la ragione, ciò è un errore (e qui dovrei
riportare Pascal), ma comunque i “valori” cristiani, quelli si, assolutamente
possono essere affrontati con la ragione. L’analisi della realtà che fa la
Chiesa non esula dalla concretezza umana; che si voglia riconoscerle o no una
certa saggezza, essa elabora un suo approfondimento ontologico riguardante
l’uomo, e lo fa persino attraverso la scienza e lo studio della psiche umana,
utilizzando quindi un punto di vista strettamente umano e sostenendo valori
umani. Non si parla quindi di Dio ma della natura. E’ una presenza del tutto
legittima che ha diritto di dire la sua. E il credente ha tutto il diritto di
portarla all’interno della interrelazione sociale. Non voler discutere su
questi piani dialogici è presunzione, e con la presunzione cade la democrazia,
si appiattisce la società. Nessuna idea senza sostegno motivato può essere
validata, e al contrario, nessuna idea contrastata senza valida motivazione può
essere lasciata cadere. Si chiede agli uomini di buona volontà, cioè agli
uomini intellettualmente onesti, di accettare il confronto fino in fondo, senza
barricate ideologiche. La tesi e l’antitesi ci vogliono, ma ci vuole anche la
volontà verso la sintesi. SKY ROBERTACE LATINI
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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
1 commento:
Roby, è interessante la tua analisi.
La condivido: dal cattolico si pretende il silenzio, come se non avesse diritto a manifestare la propria contrarietà al relativismo imperante. Purtroppo anche da ambienti cristiani pseudoprogressisti viene un incoraggiamento in tal senso...
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