scorr
...in altre lingue...
...in altre lingue...
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
334. RECENSIONI - “ENTER NIGHT – La storia dei Metallica” Biografia scritta da Mick Wall (2012) di Sky Robertace Latini
La lettura è stata interessantissima. Ancora una volta
Mick Wall ha dato prova di saper davvero scrivere. La sua modalità è vincente,
anche se rispetto al suo bel libro sugli Iron Maiden che lessi tempo fa,
immette se stesso un po’ di più e inserisce di meno le voci dei protagonisti,
che comunque è un metodo rimasto e che dinamizza la scrittura. Il libro appare
scritto per chi come me ha vissuto quegli anni; la cosa più bella del libro è
il far sentire il lettore e i componenti dei Metallica simili fra loro. Il
fatto poi che il batterista sia originario dell’Europa (Danimarca) fa si che il
suo approccio al metal del periodo in cui ancora non era nessuno (1978-1982)
sia similare a quello del resto del vecchio continente, quindi come quello dei
metal kid italiani ed il mio. La sua percezione verso la nascente e poi
imperante “NewWaveOfBritishHeavyMetal” è descritta nello stesso modo di come
l’abbiamo vissuta da queste parti (Umbria), ed i gruppi che lui ha amato sono
gli stessi che abbiamo amato noi a Terni (Diamond Head; Tygers Of Pan-Tang;
Venom; Iron Maiden). Curioso il parallelismo tra l’essere fan e poi musicista
geniale. Mentre io e altri a Terni nel 1981-82 fondavamo le nostre band con
molta approssimazione, la medesima approssimazione vivevano i creatori dei
Metallica, con la differenza che noi siamo rimasti nessuno e loro sono
diventati il “Mito”. La voglia di Lars, batterista ancora incapace di suonare
come si deve, viene raccontata bene, ed è ciò che farà avere successo alla
band, aggiustandosi per tecnica e professionalità quando già in corsa. Ma
naturalmente oltre ad avere la giusta mentalità (che noi qui a Terni, troppo
casalinghi, non potevamo avere) servono e sono serviti altri due elementi: gli
USA e il Genio. Si perché il business statunitense era già ricettivo al rock,
non certo come in Italia, e poi come sempre i grandi artisti devono avere quel
quid in più, e il caso deve riuscire a mettere le giuste capocce insieme. E
così il caso ha voluto che Lars Ulritch (batteria); James Hetfield (voce e
chitarra ritmica); Kirk Hammet (chitarra solista) e Cliff Burton (Basso),
avessero tutto ciò che serviva per comporre grande e innovativa musica. L’opera
chiarisce ottimamente la novità che i Metallica apportarono al rock duro;
crearono un nuovo genere, il Thrash Metal e poi lo scomposero e modellarono a
piacimento, producendo sempre originalissimi e diversi dischi, senza mai
fermarsi a ricopiare se stessi. Il merito è delle loro voglia di strafare, nel
gareggiare con se stessi e gli altri, di non accontentarsi mai. La testa girava
a mille e il cuore portava le sofferenze della loro vita, le inaccettazioni e
quindi le insoddisfazioni relazionali; tali incapacità emotive li portarono
sempre a cercare di battere tutti e diventare famosi. Se il proprio male di
vivere è diventato il bene dell’arte noi fan possiamo rallegrarcene; ma la cosa
è resa evidente nel lavoro di Wall, tanto da domandarsi se una volta superata
questa problematica, gli album avrebbero più avuto la stessa carica. L’ultimo
album “Death magnetic”(2008), nato dopo il periodo di trattamento psicologico,
dimostrò che anche la felicità può portare a buoni risultati…(sempre che la
completa felicità su questa terra esista). In realtà il libro è stato
realizzato e stampato prima dell’ultimo lavoro dei Metallica “Lulu” (2012), che
è stato scritto con Lou Reed, ed esso si che è davvero schifoso.Grande parte
riservata alla figura del bassista Cliff (1962-1986) deceduto in un incidente
occorso al pulman che li trasportava in tour. Naturale, poiché importante fu
l’apporto che egli portò ai primi tre album. Anche qui come per Ozzy e Megadeth
(biografie che ho recensito), alcool e droghe sono all’ordine del giorno, e
viene fuori ancora come al solito, che il sesso nel rock di succeso degli anni
80-90 era più casinista che mai. E anche qui si vedono quanto stronzi fra loro
possono essere i musicisti, soprattutto quando non hai ancora trent’anni e non
hai elaborato la tua rabbia contro il mondo e gli altri…e verso se stessi. In
merito a ciò le problematiche psichiche emergono come al solito per creare un
grande genio ma poi esercitano una influenza nefasta sulla persona: in altre
parole la profonda sofferenza crea l’arte ma distrugge l’artista. E per tornare
ai Metallica, essi dimostrano che chi ha i soldi si può permettere di stare in
analisi tenedosi l’analista appresso per mesi. Chi può mettere su una terapia
personalizzata come hanno fatto loro utilizzando l’ideazione e la registrazione
dell’album “St.Anger”per farsi psicanalizzare? Ciò che invece non mi fa
concordare con l’autore dello scritto è la valutazione sul valore artistico dei
dischi dei Metallica e conseguentemente sulla motivazione artistica della band.
Fermo restando la convergenza di tutti, fan e critici sulla prima splendida
tripletta della loro discografia, “Kill’em all”(1983)- “Ride the
lightning”(1984) e “Muster of Puppets”(1986), diversi tra loro in una
evoluzione consequenziale, le perplessità stanno sempre sul resto della loro
successiva produzione. “And Justice for all”(1988); “Black album”(1991);
“Load”(1996); “Re-load”(1997); “St.Anger”(2002); “Death magnetic”(2008); sono
tutti esempi che io trovo sempre innovativi, e non mi pare che abbiano
ricalcato clichè. Sono sempre stati al passo coi tempi, nel senso che hanno
continuamente contribuito a formarli, ciò valutando il risultato artistico
delle loro opere. Dal punto di vista delle motivazioni artistiche, la
valutazione fatta da Wall è che spesso tutto si riduceva ad una ricerca a
tavolino di un modo per rimanere a galla coi gusti che cambiavano; in realtà la
sua stessa descrizione non è proprio così stringente in tal senso, ne viene più
spesso un gusto di Lars ad essere attento al mercato con la stessa energia con
cui registrava le cassette agli esordi per fare andare in giro la propria
musica, che un voler appiattirsi nella moda, e la spinta all’innovazione mi
appare non un seguire ciò che già esisteva ma un voler cercare di essere
diversi, in un modo che è comune a tanti grandi….anche nella musica classica si
voleva il successo dei concerti. Un mescolare la novità come istinto espressivo
e studio tecnico, con un occhio alla realtà del momento; niente di così
terribile. E comunque i dischi parlano da soli, nessun loro lavoro aveva
qualcosa di precedente da poter paragonare; ogni album dei Metallica è
prettamente caratteristico dei Metallica.
Un ottimo libro da acquistare però che non ho acquistato. In una era
come la nostra, dove i dischi non vendono più, i libri nel business musicale sono davvero un
espediente furbesco; si, pensateci, tutti coloro che avevano 15/20 anni negli
anni d’oro del metal, e che hanno fatto vendere milioni di dischi, oggi hanno
una età matura e per rivivere quei fasti compreranno milioni di libri sugli
stessi beniamini d’allora. Anch’io mi faccio fregare perché mi dà gusto farmi
fregare così, ma stavolta il libro dei Metallica l’ho ricevuto in regalo dalla
ragazza di mio figlio. sky Robertace
latini
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
* * *
IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI
(Michael Ende)
* * *
HOME PAGE DEL BLOG (clikka qui)
***
ELENCO DEI POST(clikka qui)
ULTIMA NEWSLETTER(clikka qui)
***
IL FILM, IL LIBRO, IL BRANO, LA POESIA DEL MESE (clikka qui)
***
WEBMASTER: Roberto RAPACCINI
A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.
(Carl Gustav Jung)
Nessun commento:
Posta un commento