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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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268. CAVALCANDO LA BRUTALITA' DELLE GANG di Un'Americana a Venezia
Spesso si sente parlare delle azioni terrificanti
delle gang, nel senso peggiore del
termine inglese, gang intesa come
"banda di malviventi" e non come "gruppo di persone o di cose
che vanno assieme." In questi
giorni abbiamo sentito parlare di una gang
di malvagi in India che hanno distrutto la loro vittima, scatenando una reazione
unanime; in Africa e nel Medio Oriente in questo periodo, bande pronte a tutto continuano
ad infliggere la morte con la pretesa della religione; persino nella tranquilla
Toronto in Canada c'è stata paura fra inermi cittadini perchè i gangster (membri della gang) si sparano in strada per il semplice
motivo della territorialità, come fanno da decenni i loro simili in tutte le
grandi città degli Stati Uniti, colpendo con frequenza anche le persone
innocenti nei quartieri contestatati.
Poi ci sono quelle gang quasi
amorfe che non esistono nè per convertire nè per lucrare. Sono gang
delinquenti che non sembrano avere nessun motivo per esistere, se non per stare
in gruppo. Pensiamo ai tipi poco
sportivi che alzano gli striscioni, tirano gli insulti, e finiscono per disturbare
le partite di calcio dell'Europa. Non
c'è niente di nuovo sotto il sole, ci sono sempre state le gang di ladri, di assassini, e di seguaci arruolati pur di sentirsi
parte di una gang. Quelli degli USA quasi sempre provengono da
famiglie fratturate; per questo è probabile che cerchino un senso di appartenenza
fra i "fratelli" della gang. Grazie ad una gang composta da persone sempre pronte alla violenza con o senza
provocazione, e spesso sotto l'influenza dell'alcool, Adolf Hitler ha potuto
ricavarsi uno spazio sufficientemente grande in cui disseminare le sue idee,
nonostante tutta l'opposizione che all'inizio esisteva nei suoi confronti. Andiamo indietro all'anno 1919 quando i membri
della gang originale di Hitler non
erano ancora chiamati gli Sturmabteilung,
"il battaglione d'assalto." Neanche erano organizzati al punto da usare la
divisa per cui sarebbero diventati conosciuti come i Brownshirts, le Camicie Brune.
Quando in quei primi anni arrivarono gli antagonisti per protestare contro
le parole di Hitler, i suoi fedeli li buttarono giù per la scala. In altri scontri fra le parti nelle riunioni pubbliche
animate dal futuro capo della Germania nazista, i gangster di Hitler picchiarono gli oppositori a sangue. Poi hanno iniziato a usare i bastoni,
diventando sempre più metodici. Mentre
Hitler usava la sua gang sempre crescente
nel numero, come branco di scatenati cani da guardia, questi combattenti da
birreria credevano che fosse in atto una vera rivoluzione socialista della
classe operaia tedesca, che il movimento fosse per loro. In gran parte, questi uomini erano ex-soldati
in cerca di un futuro. Hitler semplificava
loro la vita e dava loro qualcosa da fare:
Proteggere il Capo mentrecolpendo nel contempo le cause dei problemi
della Germania secondo lui. Con
brutalità uguale a quella dei suoi sentimenti, la gang paramilitare di Hitler, guidata dall'omosessuale Ernst Rohm,
figura simpatica a Hitler, faceva tutto quello che pretendeva il Capo: con violenza estrema opponevano gli altri
partiti, reprimevano ogni protesta, tormentavano gli ebrei e altri gruppi. In un trionfo di zelo, a volte picchiavano anche
qualche diplomatico straniero. Più
tardi, quando Rohm esigeva non solo più potere ma anche le autentiche riforme
socialiste, Hitler spazzò via i suoi Sturmabteilung
(SA) a favore della Schutzstaffel
(SS). Rohm fu prontamente ucciso nel 1934
durante la "Notte dei lunghi coltelli," un'espressione in lingua
tedesca che significa "tempo di vendetta." Per anni Hitler aveva cavalcato l'istinto
selvaggio dei seguaci della SA.
Indispensabili alla sua salita, in quanto senza di essi non sarebbe mai
diventato il Fuhrer, i maneschi cani di guardia di Hitler sono stati in pratica
accantonati, anche se molti di loro sono migrati nelle SS per diventare ancora
più cattivi. Come i membri di ogni gang del mondo, non avevano avuto altro scopo
se non quello di correre come bestie in obbedienza ai latrati dell'Alpha.
Potrebbe succedere ancora? Che un
essere cinico e determinato come Hitler riesca a strumentalizzare un branco di milioni
di cani incattiviti? Che possa marciare
contro l'umanità un esercito di orchi brutti e stupidi come quelli di Sauron
nella famosa trilogia di Tolkien? Per
carità! Basta non ricreare le
condizioni! Una volta nella storia deve bastare
e avanzare, finché l'uomo ne serberà memoria. UN’AMERICANA A VENEZIA
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