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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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184. COPERTINE DAL R’N’R AL METAL (NONA PARTE) LE COPERTINE METAL: IL DIAVOLO di Sky Robertace Latini
Da più parti il metal è tacciato di satanismo. Va
ricordato che lo stesso fu per il Blues; il Jazz; il Rock’n’Roll e tutto il
Rock a venire. In realtà nella musica Heavy c’è di tutto, diavolo compreso e
persino il suo contrario, cioè il metal cristiano. Una parte del metal malefico
è solo una parodia provocatoria ( a volte usato per meri fini pubblicitari) in
cui più che di Satanismo si può parlare di anticlericalismo e di opposizione
all’ordine costituito del quale la Chiesa è considerata rappresentante. Però
una parte di Satanismo vero e proprio esiste, ed è solitamente legato al Black
Metal. In realtà di demoni e di streghe si cantava anche negli anni ’70 in modo
più o meno esplicito, ma finivano in un calderone magico dove c’era di tutto,
anche un certo paganesimo e superstizioni naturalistiche, tematiche rinate con
forza oggi. Con gli anni ’80 nascono vere e proprie band dedite al culto di
lucifero e cornuti compagni. Lo fanno all’inizio gli inglesi, e poi la cosa
viene presa in mano dagli scandinavi (in particolare Norvegesi). Il satanismo
successivamente prende varie vie (che comunque spesso s’intersecano); c’è
quella che adora Satana come essere personale, re della libertà umana e del
potere , e quella che considera la raffigurazione di Satana come elemento New
Age, simbolo di energia del mondo e dell’universo che non segue le regole
dettate dalla chiesa in quanto regole considerate prive di fondamento quindi
artificiose: Dio non esisterebbe e quindi le leggi a lui attribuite non
sarebbero veritiere. Riguardo alle relative immagini di copertina, la
blasfemia, in alcuni casi, ha toccato direttamente la figura del Cristo in
situazioni molto forti, anche sessuali.
1.
Nel 1970 gli inglesi Black Sabbath pubblicano il loro
primo album. Non sembra una copertina forte, ma l’ambiente rurale di una
campagna d’altri tempi fa venire in mente l’antica atmosfera in cui si credeva
nella magia e dove la superstizione vedeva streghe ovunque. In questa
ambientazione c’è la figura longilinea di una donna dalle vesti scure, coperta
da un mantello e coi lunghi capelli neri, nella classica iconografia della
strega ammaliante (stile “Famiglia Addams”). I B.Sabbath producono un suono molto
cupo, adatto al mistero oscuro, al tempo si usava infatti la parola “dark” per
categorizzare questa sonorità hard.
2.
I britannici Venom invece sono i veri e propri
creatori del genere “Black Metal” che sarà il veicolo principale per il
Satanismo Rock. Esplicito, blasfemo e senza remore. La copertina del primo
album “Welcome to hell” (trad.: benvenuti all’inferno) del 1981 non lascia
dubbi in proposito. La grafica mostra un cerchio con inscritta una stella a
cinque punte, simboli utilizzati nei riti satanici, in cui è realizzata
graficamente una testa di caprone, animale la cui testa mozzata è stato sempre
elemento ricorrente dei sacrifici sacrileghi del passato. Testa di capro che
vuole essere anche simbolo del demonio.
3.
Ma l’Heavy Metal possiede anche una alta dose di
ironia. Gli inglesi Iron Maiden, gruppo fortemente acculturato (appassionati di
letteratura, di filosofia e di cinema), nel loro terzo album del 1982, “The
number of the beast”, fanno disegnare in copertina la loro icona mummificata
“Eddie” che manovra come una marionetta, la figura del diavolo, che a sua volta
manovra la gente tra le fiamme. Nell’album vengono usati i versi della bibbia
riferendosi all’anticristo per la title-track, quale citazione colta.
4.
Un uomo che si fa chiamare Dio, un certo Ronnie James,
americano, lirica voce già nei Rainbow e poi nei Black Sabbath, si mette in
proprio. Nell’album “Holy diver” del 1983, la copertina presenta un prete
incatenato, gettato in acqua da una figura demoniaca (ma la figura non fa parte
dell’iconografia culturale occidentale, bensì di quella egizia: si tratta di
Seth, il dio del caos o dei morti).
5.
I danesi Mercyful Fate (“Fato misericordioso”),
capitanati dal cantante King Diamond, personaggio truccato in maniera
inquietante, cantano la presenza di Satana e del male come tematica fissa.
Anche le copertine naturalmente vanno in quella direzione: in quella del primo
lavoro (un EP) c’era una donna denudata in croce fra una folla di
incappucciati; nel secondo e in questo terzo disco “Don’t break the oath” (“Non
rompere il giuramento”), v’è una testa cornuta che rappresenta il diavolo, e in
questo caso sbuca dalle fiamme, com’è luogo comune che sia. SKY ROBERTACE
LATINI
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