1.
Nel 1970 gli inglesi Black Sabbath pubblicano il loro
primo album. Non sembra una copertina forte, ma l’ambiente rurale di una
campagna d’altri tempi fa venire in mente l’antica atmosfera in cui si credeva
nella magia e dove la superstizione vedeva streghe ovunque. In questa
ambientazione c’è la figura longilinea di una donna dalle vesti scure, coperta
da un mantello e coi lunghi capelli neri, nella classica iconografia della
strega ammaliante (stile “Famiglia Addams”). I B.Sabbath producono un suono molto
cupo, adatto al mistero oscuro, al tempo si usava infatti la parola “dark” per
categorizzare questa sonorità hard.
Metal” che sarà il veicolo principale per il
Satanismo Rock. Esplicito, blasfemo e senza remore. La copertina del primo
album “Welcome to hell” (trad.: benvenuti all’inferno) del 1981 non lascia
dubbi in proposito. La grafica mostra un cerchio con inscritta una stella a
cinque punte, simboli utilizzati nei riti satanici, in cui è realizzata
graficamente una testa di caprone, animale la cui testa mozzata è stato sempre
elemento ricorrente dei sacrifici sacrileghi del passato. Testa di capro che
vuole essere anche simbolo del demonio.
3.
Ma l’Heavy Metal possiede anche una alta dose di
ironia. Gli inglesi Iron Maiden, gruppo fortemente acculturato (appassionati di
letteratura, di filosofia e di cinema), nel loro terzo album del 1982, “The
number of the beast”, fanno disegnare in copertina la loro icona mummificata
“Eddie” che manovra come una marionetta, la figura del diavolo, che a sua volta
manovra la gente tra le fiamme. Nell’album vengono usati i versi della bibbia
riferendosi all’anticristo per la title-track, quale citazione colta.
voce già nei Rainbow e poi nei Black Sabbath, si mette in
proprio. Nell’album “Holy diver” del 1983, la copertina presenta un prete
incatenato, gettato in acqua da una figura demoniaca (ma la figura non fa parte
dell’iconografia culturale occidentale, bensì di quella egizia: si tratta di
Seth, il dio del caos o dei morti).
5.
I danesi Mercyful Fate (“Fato misericordioso”),
capitanati dal cantante King Diamond, personaggio truccato in maniera
inquietante, cantano la presenza di Satana e del male come tematica fissa.
Anche le copertine naturalmente vanno in quella direzione: in quella del primo
lavoro (un EP) c’era una donna denudata in croce fra una folla di
incappucciati; nel secondo e in questo terzo disco “Don’t break the oath” (“Non
rompere il giuramento”), v’è una testa cornuta che rappresenta il diavolo, e in
questo caso sbuca dalle fiamme, com’è luogo comune che sia. SKY ROBERTACE
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