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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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83. RECENSIONE dei "GUARDIANI DEL DESTINO" di Roberto Latini


“I GUARDIANI DEL DESTINO” (2011) -  di George Nolfi

Fantascienza e amore sentimentale sono gli ingredienti di questo film, che si riduce a pochi effetti speciali e molta emotività di coppia. Ma niente male, sebbene un po’ banalizzato il concetto su cui si basa la storia. David Norris, interpretato da Matt Damon, si innamora di Elise Sellas, interpretata da Emily Blunt. E’ amore a prima vista, ma qualcuno si oppone alla loro relazione. Se rimarranno insieme si rischierà di cambiare le loro vite: lui non diventerà senatore e lei non diverrà ballerina famosa. Voglio saltare ora ad una serie televisiva iniziata nel 2008 (e non ancora finita). Anch’essa parla di fantascienza, si tratta di “Fringe”. Lì troviamo dei personaggi detti “observer”, di professione infatti fanno gli osservatori, solo che non sono propriamente umani, nessuno fa caso loro, ma essi controllano qualcosa riguardante gli avvenimenti della storia. Sono vestiti con giacca e cravatta, portano tutti cappelli uguali e sono calvi. Abbracciano sempre una valigetta e il loro sguardo e imperscrutabile. Sembrano conoscere passato e futuro. Prima di proseguire voglio rivelarvi una cosa….e sono serio….io ne ho visto uno a Terni, a Piazza Tacito e l’ho seguito fino in Viale della Stazione, poi l’ho perso in via Tre monumenti, era in giacca e cravatta, completo di valigetta e testa pelata, e naturalmente cappello; stessa aria, stesso atteggiamento. Sono rimasto di stucco. Se era uno che si è divertito a fare il verso a “Fringe”, allora è uno bravo. Prendetemi per pazzo o per uno troppo suggestionabile, ma quello, chiunque esso sia, si è fatto quattro passi a Terni. Cosa c’entra? Presto detto: questo film si ispira alle figure degli “Observer”, i guardiani del destino, che hanno quella stessa atmosfera di “Fringe”. Non sono calvi e sono maggiormente espressivi, però sono loro. C’è una struttura organizzativa che guida il mondo sin dalla preistoria, è capace di resettare i cervelli, e possiede capacità tecnologiche e paranormali in grado di influire fortemente sulla realtà. Non sono onnipotenti e si limitano a pianificare gli eventi solo sulle cose di maggiore importanza (scelte politiche e sociali di grande portata), non potendo seguire gli esseri umani uno per uno. Affermano di aver voluto lasciare all’uomo il libero arbitrio dagli inizi del ‘900, ma di essere tornati attivi quando hanno constatato che l’essere umano da solo non era riuscito a progredire ma aveva quasi distrutto il mondo con le due guerre  mondiali. Il film è tratto da un racconto del ’54 “Squadra riparazioni” scritto da Philip K. Dick., autore statunitense di fantascienza, morto all’età di 53 anni nel 1982 (un film famoso preso da un suo altro racconto è “Minority report”). Non ho letto questa novella, ma Dick è abituato a scrivere sulla interpretazione della realtà che mischia il soggettivo con l’oggettivo, creando quindi una riflessione su cosa sia davvero l’uomo e la sua vita. Anche il film porta questa concezione. C’è un destino predeterminato o l’uomo, con le sue scelte decide la storia ? Norris, per un disguido dei custodi, scopre la loro esistenza e l’esistenza di un fantomatico presidente. I due personaggi, nel finale anche Elise ne viene a conoscenza, sfidano il piano imposto da tale organizzazione. Decidono, e decidono sia cosa fare, ma anche decidono di credere, credere che si possa essere liberi. E’ proprio la loro fermezza, e il loro rischiare fino in fondo per realizzarsi, a convincere il presidente a cambiare i piani. Essi sono liberi di tornare nel mondo insieme (…e vissero felici e contenti). Il finale è leggermente stucchevole. Una voce fuori campo fa la morale affermando che smettendo di seguire scelte fatte da altri, e volendo impegnarsi a prendere in mano il proprio destino, si può trovare la libertà. Ed è proprio quello che l’organizzazione segreta vuole. L’omologazione è un pericolo, è ormai stato urlato dagli anni ’60 ad oggi da tanti, ma pare che farsi piacere e seguire le mode sia la reazione sociale più comune. La pigrizia fa guardare sempre nel proprio orticello, non si controlla che poco fuori di noi avvengano cose decis E’ l’amore fra due innamorati a creare la ragione più forte per trovare le motivazioni alla ribellione ? Mi sembra un luogo comune. Di certo la famiglia spinge all’impegno, ma anche ai compromessi. Intanto vorrei il cappello dei guardiani…non perché bello, ma perché accorciano le distanze tra un luogo ed un altro. Nel film esistono porte magiche attraversabili solo da chi indossa un copricapo speciale. Ah…per chi se lo chiedesse, i due personaggi potrebbero comunque diventare senatore e ballerina affermata, nonostante la loro storia d’amore finisse in un matrimonio. Eh già, il film lo lascia intendere, e qui cadrebbe un altro luogo comune culturale…che le mogli dei senatori (e poi presidenti alla Casa Bianca), debbano seguire il marito abbandonando le loro carriere. Insomma l’opera mi è piaciuta, ma ora voglio vedere questo assetto filmico con la presenza di un cattivo che scopre la stessa organizzazione di destini, e decide di ribellarsi per essere libero anche lui (che ne so….un neo Hitler), anche per questi verrebbe il concetto che il voler a tutti i costi ottenere ciò che desidera sia sufficiente a lasciargli libero arbitrio? Se Dio esiste, al vero Adolf gli e lo lasciò.              Roberto Sky Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)