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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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81. RECENSIONI 2011 di Roberto Latini


“EVILS BACK” Oliver Weers (2011)

Un cantante partecipa all’X-Factor danese senza vincerlo; poi nel 2009 e nel 2011 sforna due dischi ‘metal’ (il primo si intitola “Get Ready” e vi partecipa gente che ha suonato con Ozzy, Whitesnake e Thin Lizzy, non so se mi spiego). Mentre qui in Italia i partecipanti che escono dalla TV, vanno a S.Remo con ben poca consistenza artistica, là il vincitore sforna un eccellente disco di ‘metallo’. Sceglie un Hard Heavy accessibile ma di buonissimo livello, dimostrando forte personalità e un carattere perfettamente inserito in questo tipo di musica. La voce, che non è mai incerta e mai di basso profilo, possiede sia buon suono che capacità interpretative.  “EVIL’S BACK” è un brano caldo mid-time che contiene una carica hard orecchiabile, dal raffinato gusto classico. Il suo valore non si basa sulla ricerca della durezza ma su quella della linea melodica vocale. “HERO” cerca di più il riff d’attacco, ma la costruzione si basa anche qui sulla voce, che è pastosa e meno immediata, ma comunque di forte presa soprattutto nel ritornello che ricorda un po’ Pink anche per la voce femminile. Arrangiamento leggermente d’atmosfera e cupo.  “NEED IT BACK” è un rock che si fa accompagnare da una chitarra alla AC/DC, senza essere in stile AC/DC. Risulta invece all’americana, stile Nikelback, dove è ancora il ritornello a farla da padrone. Interessante anche se non estremamente originale. “BEAUTIFUL RAIN” è una ballata. Un pop di classe, con un leggero accento  alla Ozzy Osbourne. Non è la solita calma canzone melensa. Vale.  “MUCH TOO MUCH” scorre via fluida e tirata, con un ritmo ballabile ma del tutto rock. Divertente e ariosa, scatena l’essenza rock’n’roll dell’anima metallara. Assolo chitarristico vero, poi un ponte dal riff e dalla linea vocale meno saltellante e più seriosa.  “DEVIL’S CHILD” suona duro, un pezzo che riporta energia nonostante i cambi di ritmo rallentati. Si salta e si segue una linea vocale incisiva. Non c’è l’assolo ma i passaggi con inserti tastieristici sono sufficienti a variare con gusto la composizione.
In ”DEMOLITION MAN” invece si vive una interpretazione ‘Street Metal’, con la verve di chi ci sa fare, un ritornello ricoperto di suoni e di cori. Si percepisce anche una sonorità alla Led zeppelin. Tra ispirazioni antiche di stampo Hard Rock e assoluta forma nel presente (con suoni melodici alla Nickelback), il lavoro non è assolutamente da considerare un disco interlocutorio, anzi appare come del tutto maturo e stilisticamente compatto. Buone anche le song minori (ce n’è una anche dal sapore Stoner). Niente pregiudizi: nel 2007 questo Weers avrà pure fatto X-factor, ma per noi non significa nulla, questo è un rocker a posto se fa dischi così; appunto uno dei migliori dell’anno in corso. La prossima volta speriamo solo che ci sia un maggior numero di assoli, la musica è quella giusta per farli.     ROBERTO LATINI


“VIVERE O NIENTE”  di Vasco Rossi (2010)

 Niente di nuovo, ma una perfetta ricetta ormai collaudata che non ha perso smalto nonostante sia ripetuta già da vari album. Da “Stupido Hotel” del 2001  fino ad oggi, forse l’ultima originalità è stata davvero quella di “Stupido Hotel”. Però “Buoni o cattivi” del 2004 non era niente male. E oggi ?  Inizia l’album con una ballata tipica di Vasco, “VIVERE NON E’ FACILE”, che è una canzone tranquilla dove, sulla chitarra ritmica acustica, si infila una distorsione morbida per alzare il pathos, e su cui poi si innesta un breve ma gustoso assolo.   “PRENDI LA STRADA” ritmo leggero ma bluesato per un rock’n’roll  che tra assolo pianistico e chitarra ritmica elettrica, scorre bene grazie ad una  e linea vocale fluida.  Si può ballare con semplice divertimento. Testo ironico che in fondo ha la stessa morale di “Vita spericolata”, ma con meno pathos e con più scanzonatura. “SEI PAZZA DI ME” è un rock da strada con basso in primo piano e segnato da riflessi scintillanti di chitarra solista che accompagna il pezzo dall’inizio alla fine, facendo assomigliare ritmica e sonorità allo stile dei mitici ZZ Top. Il testo è un po’ povero, ma l’arrangiamento è pieno e potente.  Bella ballata tesa e vibrante“VIVERE O NIENTE”, con una linea cantata più melodica del solito. Tra parti soft e parti ritmate, il brano dà una sensazione di raffinatezza, in cui si esprime una sensibilità piena di emotività, arricchita e sottolineata anche da un inserto violinistico e da note alte della chitarra solista. “NON SEI QUELLA CHE ERI” non possiede un riff molto originale, il testo non entusiasma, però ritmo e carattere dei suoni ci danno dentro, facendo un verso molto hard. Chitarra aggressiva e sudore per ballare…tutto okay! “MALEDETTA RAGIONE” possiede un ritmo alla Blues Brothers, scorre il distorsore e sprigiona la verve musicale che appare meno da canzonetta sebbene il testo non sia granchè. C’è anche l’armonica a bocca. “MARY LUISE” ricorda quelle canzoncine pseudo-punk, struttura semplice, che Vasco faceva soprattutto all’inizio della sua carriera, con un testo molto adolescenziale e assolutamente non impegnato: “Ieri sera fuori da scuola l’ho incontrata ancora, Mary Luise, la più bella della scuola….ma ho deciso che la sposo perché sono pazzo di lei”. Divertente.   Manifesto futurista”, testo: “Ti prego perdonami se non ho più la fede in te; la vita semplice che mi garantivi adesso è mia, però è lastricata di problemi; in fondo la vita è solo una scusa, è lei da sola che ogni giorno si rinnova; sarà difficile non fare degli errori senza l’aiuto di potenze superiori; ho fatto un patto sai, con le mie emozioni, le lascio vivere e loro non mi fanno fuori”.  Musicalmente uno dei pezzi minori. Ma vale la pena di riflettere sulle parole. La frase ultima, quella sulle emozioni che lasciate scorrere farebbero vivere meglio, riassumono secondo me il concetto che Vasco ha della religione (in questo caso egli parla più di fede che di religione); essa sarebbe una repressione verso l’essenza emotiva delle persone, quindi contro la libertà personale degli individui. E’ il solito pregiudizio mai messo alla prova dai ragionamenti logici e dai fatti. Naturalmente Vasco parla di un Dio generico, ma se afferma che non ha più la fede, essendo lui italiano, probabilmente parla della fede cristiana. Ebbene, molti hanno fatto del Cristianesimo un’esperienza completamente opposta, scoprendo invece quanta emozione e libertà dia il Dio di Gesù, eliminando tabù e costrizioni, che spesso è il mondo laico ad avere (vedi la moda o gli ideali politici). E poi la vita con Dio è semplice ? Mi pare che Dio chieda giustizia ed impegno, altruismo e solidarietà, e persino amore fino alla morte, e coerenza, dove sarebbe la vita semplice ? Chiede anime semplici, cioè pulite dal male, no vite sempliciotte. Vasco continua coi suoi luoghi comuni; in passato ha scritto testi che condivido, ma ora si limita a ripetersi semplificandosi un po’ troppo. Sembra voler inseguire i clichè da rocker senza più profondità, è un peccato.  Tornando alla musica, l’album non raggiunge le vette antiche, però il lavoro non scende troppo, mantenendosi su buoni livelli. Ora egli ha annunciato un volersi esprimere in maniera meno rock, desiderando modi più cantautorali. Non mi eccita. Ma del resto lui non ha mai detto di amare i Judas Priest, mentre in una intervista, ricordo che aveva affermato che una dei suoi interessi musicali era stato Gianni Morandi, in effetti a volte mi pare che alcuni suoi brani siano musica leggera travestita da rock (mai però come nelle canzoni di Gianna Nannini). ROBERTO LATINI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)