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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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73. RECENSIONI di Roberto Latini

“STAND UP AND FIGHT”  Turisas (2011)
Un metal epico sinfonico che deve molto agli italiani Rhapsody of Fire, ma la semplicità strutturale li avvicina molto anche ai Manowar. Dal punto di vista del look, è uno dei migliori che il metal presenti (in realtà sui palchi si recitano anche parti piuttosto kitch), essi si colorano con segni neri su base rossa cospargendosi su tutta la pelle come fanno popolazioni primitive quando vanno in guerra, e si vestono con armature barbare; e se l’immagine è efficace, anche la musica lo è. “TAKE THE DAY!” inizia proprio come una colonna sonora, ma già la batteria fa capire che di metal si tratta. Potenza e raffinatezza si amalgamano. La voce calda, molto diversa da quella degli americani Manowar, possiede, rispetto al gruppo citato una diversa epicità. Lo “screaming” dopo la vocalità bassa e pulita, porta con sé accordi di chitarra distorta e voci corali. In realtà la costruzione del brano è tipicamente Manowar, per stile e ambientazione. Non vi sono virtuosismi strumentali, ma la struttura compositiva è sufficiente a farne una grande canzone. “VENETOI!-PRASINOI!” parte con un “fiato alle trombe”, e poi con verve allegra e danzante, procede in maniera orchestrale verso un progressivo risvolto metal grazie ad una batteria veloce, fino ad un vero e proprio connotato trash sinfonico, con voce quasi growl. Epicità dura ma elegante. Il titolo è in lingua greca; si parla di due fazioni che si fronteggiano nei giochi del circo, con valenza anche politica.  “STAND UP AND FIGHT” è il brano leggermente più complesso del lotto (I Turisas non sono mai troppo complicati). Gli accordi iniziali non sono molto originali ma il pezzo si riscatta strada facendo. Assenza di impatto frontale, il tutto è costruito, si, da momenti pesanti, ma essi si alternano con quelli più dolci ed eleganti. Come in “Take the day!”, la voce ha inizialmente un carattere dimesso e poi si alza di tono, ma stavolta quando si alza, lo fa in modo pulito e con screaming meno appariscente. E’ un cantato orecchiabile senza divenire commerciale. Il violino rende più ampia l’atmosfera che comunque rimane metal. Una parte centrale di stampo orchestrale dà il via ad uno dei pochi assoli di chitarra dell’album.  “THE GREAT ESCAPE” è uno dei miglior brani del disco. Bel giro iniziale di chitarra, seguito da voce growl non troppo spinta (infatti è comprensibile) che indurisce l’andamento, mantenendo un certo sinfonismo. Anche qui le parti roche della voce si alternano  a quelle limpide. Vari tipi di linee sonore si presentano nella struttura, in mezzo si vengono a trovare anche inserti teatrali.   “FEAR THE FEAR” possiede un pathos melanconico che le conferisce bellezza. Si denota una teatralità intrinseca alla canzone; infatti la sonorità risulta descrittiva. La chitarra distorta si pone in secondo piano, sono le voci a farla da padrone, nonostante una batteria incisiva e una ritmica globalmente efficace.  In questa opera i finlandesi Turisas raccontano dell’avanzata scandinava in terra bizantina nell’XI secolo e lo fanno in modo appassionato (i vichinghi fecero parte della guardia personale dell’imperatore bizantino Basilio II).  Dice il violinista Olli Vanska: “L’impero bizantino potrebbe essere paragonato ad un sistema politico molto centralizzato e tirannico, ma complesso. Il paragone più pertinente che mi viene in mente è quello con l’ex-Unione Sovietica a cui facciamo anche un accenno in un brano. Oggi gli Stati Uniti agiscono come una specie di “poliziotto mondiale” ma il loro intervento non è così invadente e totalizzante come quello di alcuni imperi del passato. Diciamo che attualmente la Cina potrebbe avvicinarsi a quello che era veramente l’impero Bizantino” (dalla rivista “Rock Hard”).  Non raggiungono complessivamente un voto eccezionale, ma io amo il genere e loro lo affrontano riuscendo appieno nell’intento.    ROBERTO SKY LATINI
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“THE UNFORGIVIN”   Whitin Temptation  (2011)

Ecco come un grande gruppo può decidere di ridursi un pochettino, lasciando le ampie atmosfere che li contraddistinguevano per sonorità più facili e immediate. Cosa fatta apposta, come rivela anche la signora cantante Sharon Den Adel. Ma tutto sommato un disco gustoso e soddisfacente. Mentre i sinfonici Nightwish, nel loro ultimo album (“Dark Passion Play” del 2005) si lasciano andare all’orecchiabilità meno impegnativa solo con due brani, piuttosto criticati dai fan più chiusi, i gotici W.Temptation su quella linea ci fanno tutto l’album. Non raggiungono mai il valore compositivo dei Nightwish o del loro proprio passato, però non fanno cilecca…il lavoro è riuscito, e sebbene più semplificato (e commerciale) rispetto al loro standard, rimane nel solco caratteristico del loro sound.  “SHOT IN THE DARK” possiede una linea vocale orecchiabile ma dal ritmo sussultorio che genera pathos. Precipita in un ritornello orecchiabile ma ampio. La ritmica della chitarra è efficace anche se non in primo piano. A volte la voce ricorda Alanis Morrisette. “FASTER” non usa ritmiche particolari ma la costruzione del cantato, ritornello compreso, suadente ed è la ripetizione della parola “faster” a renderla meno scontata.  “FIRE AND ICE”, dal sapore di musica classica, inizia con pianoforte e voce dolce, ma non è una ballata smielata, grazie al rafforzamento del proprio carattere durante il procedere strutturale. Non è un  canzone debole, contiene un certa epicità che la porta fuori dalla tipicità Gothic Metal.  “IRON” affronta dinamiche di vero e proprio sinfonismo. La linea vocale appare leggermente più scontata, ma non eccessivamente, grazie alle capacità interpretative. La chitarra impreziosisce il tutto con un assolo breve ma incisivo. Il risultato è accattivante.   “LOST” è una bella ballata dai toni più folk, ma di una intensità piuttosto accentuata, apparendo meno leggera di “Fire and Ice”. L’assolo di chitarra, estremamente dinamico, contribuisce a rendere ancora più serio il brano. Probabilmente il pezzo migliore dell’album.   “A DEMON’S FATE” vuole strizzare l’occhio al pop nonostante la ritmica prettamente metal e nonostante l’assolo chitarristico e le tastiere classicheggianti. Lo fa soprattutto con il ritornello. Nell’insieme è frizzante ed energico.   “STAIRWAY TO THE SKIES” è la terza ballata. Non raggiunge la bellezza delle altre due, è comunque interessante e termina l’album con meno spensieratezza rispetto al resto dell’album, anche se il finale è un po’ scontatino.
Senza voler esagerare, talvolta si trovano brani che avrebbero potuto stare nella discografia di band piuttosto pop rock invece che metal, ma alla fine non sembra un male. La voce? Stupenda come sempre e si sposta su tonalità diverse senza mai appiattirsi. Gli olandesi Whitin Temptation si situano nello stile Gothic Metal, tale stile compositivo è qui ancora presente, così come accenni di sinfonismo da sempre presenti, però questo“The Unforgivin” trascina la band fuori dal gothic e aumenta, per quanto in modo più di facciata che di contenuto, accompagnamenti sinfonici.  La band ha tratto dall’album una specie di fumetto, una “novella grafica”; infatti i brani sono collegati, si tratta di un concept album sul conflitto, la redenzione, il rancore ed il dolore. Sono curioso ma non troppo, anche se amo i fumetti.  Ma restando puramente alla musica, tale opera non può essere accettata come il nuovo volto dei Whitin, ma solo come una parentesi interessante e giocosa, altrimenti avremmo perso uno dei miglior gruppi metal, avremmo perso cioè la loro ispirazione non comune e il loro valore artistico. Il disco non è una opera d’arte ma un alta prova di capacità compositiva commerciale, che però fa scendere dal podio di un gradino.    ROBERTO SKY LATINI




Gothic Metal / Epic Metal / Symphonic Metal
Gli olandesi “Within Temptation” e i finlandesi “Turisas” hanno in comune un certo tipo di sonorità, cioè quella detta Symphonic Metal, ma non sono gruppi propriamente Symphonic. I “Whitin” sono una band di Gothic Metal ed i “Turisas” di Epic Metal. Ma è la loro sfaccettatura sinfonica a renderli più maestosi. Il gotico è più intimista, mentre l’epico è più spavaldo ed estroverso. Con il sinfonismo l’epicità tende a rafforzarsi e però anche a raffinarsi; i suoni gotici, invece, con il sinfonismo acquistano una atmosfera epica che altrimenti non possiederebbero.  In realtà i due caratteri, gotico ed epico, sono quelli che più facilmente si legano al sinfonismo, ed infatti molti gruppi di Symphonic Metal tendono, nello stesso album, sia all’epico che al gotico (vedi “Rhapsody of Fire” o “Nightwish”).  In linea di massima potremmo anche dire che sono i tre lati di uno stesso tipo di musica metal, dove, a seconda della preponderanza stilistica, si effettua una categorizzazione specifica. Siccome i Within Temptation usano poco sinfonismo, sono gotici, mentre i Nightwish, usando poco goticismo, sono sinfonici.  In questo discorso rientrerebbe la mia antipatia verso le classificazioni, ma sarà per un’altra volta.
GOTHIC METAL
Si tratta di una tipologia Heavy Metal con una forte atmosfera dark, con un suono dal carattere triste e  introspettivo. Avendo molta preponderanza la linea melodica vocale, spesso femminile, molte volte si trovano influenze country-celtiche e folk metal.
EPIC METAL
Si tratta di una tipologia di heavy Metal con un carattere che sfiora talvolta l’immagine fumettistica kitch, ma che nelle sue migliori espressioni risulta molto raffinato seppure potente. In realtà è uno stile molto vicino all’Heavy classico, estremizzandone il lato della forza strumentale. I testi di solito hanno prerogative Fantasy o storiche, raccontando di battaglie e di guerre. Ma troviamo anche immaginari fantascientifici o di attualità. L’allegoria è spesso presente. Rifacendosi a dimensioni del medioevo e dell’antichità in genere, troviamo anche accostamenti folk metal.
SYMPHONIC METAL
Si tratta di una tipologia Heavy Metal legata a caratteristiche orchestrali e di musica classica.
Si possono trovare voci liriche (soprattutto di soprani) e strumentazioni anche di tipo tradizionale, sebbene spesso si utilizzino tastiere molto pompate che riproducono i suoni delle orchestre di classica. Si supera quindi la barriera creata dalla sola utilizzazione di chitarra, basso e batteria.
Spesso il symphonic metal si trova mischiato ad altri sottogeneri metal, soprattutto Gothic, Epic, Folk ma anche Power e Black.

Roberto Sky Latini


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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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(Carl Gustav Jung)