Le Pietre d'inciampo sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig, in atto in diversi Paesi europei, in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. "Una persona è dimenticato quando il suo nome è stato dimenticato", dice Gunter Demnig. In concreto, infatti, la memoria consiste in una piccola targa d'ottone della dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm.), posta davanti alla porta della casa in cui abitò il deportato, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Si tratta quindi di un work in progress di natura privata: periodicamente, previ accordi con gli enti istituzionali competenti, viene programmata l’istallazione delle targhe L'iniziativa è partita nel 1995, a Colonia. Ad inizio del 2010 erano state installate più di 22.000 "pietre" in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi. Le prime 30 pietre in Italia sono state collocate a Roma il 28 gennaio 2010, in occasione del giorno della Memoria. Le pietre di inciampo sono un segno discreto, antiretorico, antimonumentale, ma concreto. L’inciampo non è fisico ma mentale, in quanto costringe chi passa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato con il presente, la memoria con l’attualità. L’obiettivo è la costruzione di una grande mappa urbana della memoria. E’ significativo che per poter leggere le incisioni sulle pietre ci si debba inchinare: un semplice gesto di raccolto rispetto di fronte alla memoria della vittima. Roberto Rapaccini
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