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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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17. ARTE COME SCIENZA DELLE POSTILLE

Il termine postille deriva dal latino post illa e sta ad indicare quelle annotazioni spesso poste dal lettore o dall’autore stesso a latere del testo al fine di commentare e chiarire ulteriormente il significato di alcuni passi. Tuttavia, a richiamare la nostra attenzione non è tanto questo generale significato comune del termine quanto l’accezione singolare che la parola assume nel contesto dantesco; il Sommo Poeta utilizza infatti il termine postilla per delineare le figure delle anime purganti, ormai eco precario di una integrità fisica dissacrata dall’ombra del trapasso al punto da non riflettere più in uno specchio la pienezza intensa e vissuta della loro antica immagine ma da apparire invece come instabili lacerti consumati di vita rischiarati soltanto dalla vis diafana del loro respiro trascendente. La labilità inafferrabile dei loro contorni, l’indefinito torpore che ne avvolge conturbante gli sguardi le rende metaforicamente simili alle postille scritte a margine dei testi, che non riproducono interamente la complessità dei passi ma ne mettono in luce esclusivamente determinati aspetti sostanziali. Il ruolo della postilla consiste infatti nel porre in risalto i punti focali di un brano, le rationes fondamentali che aiutano nella progressiva decodifica e ricostruzione dell’iter testuale. Così le anime del purgatorio spogliate della loro insana e prosaica terrestrità, emergono come espressione sintetica e paradigmatica di esistenza deprivate del loro rivestimento corporeo e restituite in tutta la loro scarna ed indecifrabile verità, costantemente sfuggente all’occhio umano anche quando totalmente immerso nella dimensione divina. L’arte dovrebbe essenzialmente basarsi su un labor lime intermittente della realtà, su un’attività inarrestabile di scarnificazione demistificatrice dell’esistenza, volta ad una sostanziale enucleazione delle verità sempiterne ed imprescindibili; così i segni dell’artista si configurerebbero come postille, bagliori pregnanti che nella loro pragmatica essenzialità disvelano le apoteosi inesplorate dell’esistenza. Come affermava Aristotele, l’arte imita la natura nel suo produrre, è una mimesi graduale e simpatetica del vivere; la semantica dell’artista è solo il modo più efficace per imprigionare le manifestazioni del divenire effimero nella concretezza estasiata dei segni. Valentina Rapaccini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)