Il Minimalismo è una corrente artistica nata negli anni sessanta; ad essa possono essere ricondotte molte opere di artisti contemporanei. L’Arte è sempre il precipitato dei tempi in cui si colloca. In proposito, l'Arte Minimalista si basa su una riduzione della realtà a pura astrazione, oggettiva ed anonima, priva di orpelli o caratteri espressivi. Nella pittura e nel disegno minimalista le opere sono spesso monocromatiche, ma tuttavia sono in grado di evocare, seppure in forma astratta, emozioni e stati esistenziali. Nella scultura sono impiegati materiali e procedimenti industriali per ottenere forme geometriche anonime, spesso riproposte in serie, prive della soggettività dell’artista. Per questi aspetti il Minimalismo può considerarsi il correlato artistico delle difficoltà esistenziali dell’uomo contemporaneo, relegato dai tempi attuali ad una condizione di estraneità ed emarginazione, causata o dalla povertà dei propri contenuti spirituali o dalla difficoltà di comunicare. Le opere appartenenti a questa corrente hanno come caratteristica l'utilizzo di un linguaggio essenziale, composto da pochi elementi; i materiali provengono dal contesto industriale, le matrici formali sono la fredda geometria; il rigore esecutivo esclude la soggettività dell’artista. Per esprimere il carattere spersonalizzato dell’attività umana, le opere sono realizzate attraverso procedimenti industriali, l'artigianalità è sostituita dalla precisione dello strumento meccanico. Nella musica il minimalismo è caratterizzato da un’estrema semplificazione della struttura e delle modalità esecutive del brano, e da figure ritmiche semplici e ripetitive. La musica è integrata da formule tipiche della musica etnica, proveniente da aree nelle quali il ritmo e il suono percussivo e ricorsivo sono caratteristiche strutturali, come nella musica della zona centrafricana. Attualmente in Italia il minimalismo si esprime soprattutto con Ludovico Einaudi, che compone prevalentemente melodie pianistiche minimali impreziosite da cenni elettronici. In questo ultimo caso potremmo parlare di un minimalismo come metafora dei tempi, logorati dalla ripetizione. Il Minimalismo in letteratura è caratterizzato da un uso ridotto delle parole e da descrizioni superficiali. Gli autori minimalisti evitano avverbi ed aggettivi e preferiscono lasciare al contesto e alle percezioni del lettore la definizione dei particolari. I personaggi di romanzi e storie sono tendenzialmente immersi nella più anonima condizione, che tuttavia, talvolta si colora di eroicità. Roberto R.
Nessun commento:
Posta un commento