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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA  a cura di NICOLA D'ALESSIO
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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5. CULTURA ISLAMICA ED OCCIDENTE

Come è noto a tutti, viviamo in questi anni una contrapposizione fra cultura islamica ed occidente. Le due realtà sembrano monadi isolate e distanti tra di loro. Tutto questo è apparente. La cultura islamica, in maniera silenziosa ma inesorabile, penetra nel nostro mondo. Ad esempio, il cinema iraniano e molti registi arabi hanno successo in occidente; in questi ultimi anni, fra i nobel per la letteratura, ci sono autori arabi (ad es., l'egiziano Nagib Mahfuz nel 1998);l'architettura occidentale subisce spesso le influenze dei geometrismi e delle iconoclastie dell'arte islamica. Specularmente giovani di paesi islamici subiscono il fascino indiscreto di mode e "riti" occidentali. Poi c'è Internet che fa di ogni zona del mondo parte di un sistema di vasi comunicanti, rendendo condiviso il sapere e lo specifico di ogni cultura. Se da un punto di vista geopolitico i due mondi sono lontani, anche perché l'occidente considera il mondo arabo arretrato soprattutto in materia di fruizione dei diritti civili ed il mondo arabo considera altresì l'occidente immorale ed agnostico, tuttavia la cultura riavvicina le due realtà, in quanto annienta pregiudizi e generalizzazioni che trovano terreno fertile nell'ignoranza e nell'assenza di open-minded. Roberto R.

***
Le opinioni e i giudizi espressi nei commenti sono esclusivamente riferibili all'autore del commento stesso. In ogni caso non sono ammesse frasi diffamatorie, offensive o ingiuriose.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ibridazione è l'unica possibilità per la pace. Quando saranno veramente integrate le due culture potranno integrarsi anche gli aspetti spirituali e potrà esserci pace.

Anonimo ha detto...

Anche se non riguarda specificamente spiritualità e arte, si segnala il sito “Learn Arabic with Maha” (http://learnarabicwithmaha.wordpress.com/), per l'apprendimento piacevole di nozioni di arabo standard.
Roberto R.


Un documento interessante sull'istruzione femminile nel mondo islamico:
http://www.youtube.com/watch?v=9Hsn8xV8R3k


Harun Yahya's book A Call for Unity, published in Turkish in 2003 and in English in 2004, constituted a major call to the members of the Islam faiths. This call was issued to the whole world at the beginning of 2004 on the web site www.unionoffaiths.com. Advertising presentations of the book that appeared in Newsweek, one of the world's best-known news magazines, in June-July 2004, made it possible for this call for peace and tolerance to be heard by people all over the world. The impacts of that call soon began emerging.

In an address to the General Council of the United Nations on 21 October 2004, Spanish Prime Minister Luis Rodriguez Zapatero emphasized the importance of an "alliance of civilizations" and called for moves to be made to bring that about. Following initiatives by Spain and Turkey in 2005, the Alliance of Civilizations project commenced under the UN umbrella.

The advertisement for Harun Yahya's book A Call for Unity, a vehicle whereby the idea of an "alliance of civilizations" entered the global agenda:

Newsweek, 5 July 2004

Under the banner "A Call to All our Jewish, Christian and Muslim Brothers and Sisters: Let Us All Abide by God's Commandment to Love One Another, in a Spirit of Brotherhood and Genuine Friendship," the advertisement emphasized the shared values of the three Abrahamic faiths dealt with in Harun Yahya's book. Other books by Harun Yahya, Islam Denounces Terrorism, Only Love Can Defeat Terrorism and Terrorism: The Ritual of the Devil, which describe the dangers to world peace and how these can be eradicated, were also introduced.
http://www.scribd.com/doc/19462778/A-Call-to-Islamic-Union-Harun-Yahya

Scritto da : Sky-Robertace

Anonimo ha detto...

LIBRI

Mille splendidi soli – Khaled Hosseini

“Mille splendidi soli” è il secondo romanzo dello scrittore americano di origine afghana Khaled Hosseini, portato al successo tramite il suo best-seller Il cacciatore di aquiloni. Il libro narra la storia di due donne e della loro vita durante i vari conflitti che negli anni si sono susseguiti in Afghanistan fino ad oggi. Il romanzo è dedicato a Haris e Farah e a tutte le donne del suo paese.A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una harami, una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia indimenticabile che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza. Animato della stessa straordinaria forza narrativa che ha fatto del precedente romanzo un classico amato in tutto il mondo, “Mille splendidi soli” è un’incredibile cronaca della storia dell’Afghanistan degli ultimi trent’anni e una commovente storia di famiglia, amicizia, fede e della salvezza che possiamo trovare forse solo nell’amore. Khaled Hosseini, subito dopo l’uscita di “Il cacciatore di aquiloni” e in occasione di un viaggio in Afghanistan, ventisette anni dopo averlo lasciato per gli Stati Uniti, aveva promesso che il prossimo libro avrebbe raccontato le donne afgane. Roberto R.


Mille splendidi soli – Khaled Hosseini

Non l'ho letto, ma sono contento che si parli della sofferenza di quei mondi così tanto vicini alla nostra cronaca internazionale, ma così lontani dalla nostra quotidianità occidentale perchè i loro racconti di vita fanno poca breccia in tv.

Avevo letto l'altro libro, ed è diventato uno dei miei preferiti (molto preferiti), sia per la dolcezza/durezza delle descrizioni, sia per la storia che racconta.
Non ho voluto vedere il film per non soffrire ancora.

Roberto L.

Anonimo ha detto...

La cantante egiziana più famosa
http://www.youtube.com/watch?v=vjfH8a8wDOU

ISLAM
Abbigliamento Islamico e Occidente
Recentemente si è posta in alcuni paesi europei la problematica relativa alla compatibilità dell'abbigliamento delle donne fedeli all'Islam con gli ordinamenti occidentali, in quanto il Burqa, lo chador, il niqab e l'hijab travisano il volto, non rendendolo riconoscibile. In particolare, con il termine burqa si intendono due tipi di vestiti: il primo è una sorta di telo fissato sulla testa, che copre l'intera testa permettendo di vedere solamente attraverso una finestrella all'altezza degli occhi; l'altra forma, chiamata anche burqa completo o burqa afghano, solitamente di colore blu, copre sia la testa sia il corpo. All'altezza degli occhi può anche essere posta una retina che permette di vedere senza scoprire gli occhi della donna; è diffuso principalmente in Afghanistan. Lo chador è un indumento tradizionale originario dell'Iran simile ad una mantella e ad un velo indossato dalle donne quando devono comparire in pubblico e ricopre il capo e le spalle, ma lascia scoperto il viso, tenuto chiuso sotto il mento ad incorniciare il volto. Oltre che in Iran è molto diffuso in Medio Oriente. Il niqab è un tipo di velo che copre la figura della donna lasciando scoperti solo gli occhi. Si compone in due parti: la prima è formata da un fazzoletto di stoffa leggero, che viene collocato al di sotto degli occhi a coprire naso e bocca, legato al di sopra delle orecchie, mentre la seconda parte è formata da un pezzo di stoffa molto più ampio del primo, che nasconde i capelli e buona parte del busto. L' hijab, diffuso soprattutto in Egitto, copre solo i capelli.
Il problema della compatibilità di questo abbigliamento con gli usi occidentali non è di natura estetica, ma si tratta di una questione giuridica, in quanto il travisamento che risulta dall'uso di questo abbigliamento, è contrario all'ordine pubblico, poiché, oltre ad impedire la riconoscibilità della persona, può costituire uno strumento per l'occultamento di materiale esplodente, armi o, in ogni caso, oggetti o sostanze non consentiti.
In proposito, l'art.2 della Legge 8/8/1977 così recita: “L’art. 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, è sostituito dal seguente: è vietato l’uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. E' in ogni caso vietato l'uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito....”
Pertanto, il travisamento può essere consentito per giustificati motivi. Ad esempio, il casco per i motociclisti o le protezioni per determinate attività pericolose sono fuori dalla portata dell'applicazione delle norme in quanto finalizzate al prevalente interesse della salute.
In concreto, nel caso in questione ci si chiede se il travisamento determinato da un dovere religioso possa qualificarsi come "giustificato motivo", ovvero se sia prevalente l'interesse individuale al rispetto delle manifestazioni esteriori del proprio credo religioso sulle esigenze “collettive” di sicurezza e di ordine pubblico.
Recentemente una commissione parlamentare in Francia si è espressa per il divieto di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Anche altri Paesi europei stanno maturando analoghe posizioni. E' evidente che la questione non va risolta in base a mere valutazioni di ordine tecnico-giuridico, ma deve essere valutata nel più ampio contesto dei complessi rapporti fra Islam e Occidente. Roberto R.

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM
Il fondamentalismo come ritorno al Corano nella forma primigenia è motivato dal fatto che l'Islamismo soffre di "anarchia teologica" in quanto non esiste una gerarchie ecclesiastica formale. Questa affermazione è relativa all'Islam Sunnita a cui appartengono il 90% dei musulmani; il rimanente 10% è Sciita e principalmente si trova in Iran. Questa anarchia teologica è il presupposto dei movimenti fondamentalisti, quali i Wahabiti e i Salafiti, che per fare certezza ritengono opportuno un ritorno ad un Islam fondato solo sul Corano. Tuttavia anche questa istanza non raggiunge il suo scopo in quanto il Corano, interpretato letteralmente, è pieno di ambiguità: ad esempio il termine Jihad, frettolosamente tradotto da noi occidentali come "guerra santa", è prevalentemente interpretato negli hadit come "guerra con se stesso", ovvero come sforzo individuale per uniformare la propria vita al Corano. Quindi come vedi l'equazione fondamentalismo = violenza ha una particolare complessità. Il problema dell'Islam moderato è reale: l'Islam, rispetto alle altre religioni, è molto invasivo nella società, per cui non c'è spazio per chi appartenga ad un altra religione. Questa visione integralista non necessariamente sfocia nella violenza; sono islamici anche i Sufi che certo non sono violenti, come anche esistono stati quali la Turchia che sono ispirati dai modelli democratici occidentali.
Poi, per quanto riguarda Algeria ed Afganistan, la loro storia è molto particolare e peraltro l'occidente ha le sue responsabilità in relazione alle dinamiche violente che si sono sviluppate.
Il mio approccio è in qualche modo"politico": l'Islam è una forte realtà in espansione con la quale ci dobbiamo confrontare, senza snaturare la nostra essenza, ma tuttavia erigere dei muri (anche fisicamente visto quello che succede in alcune città del Nord) penso sia totalmente sbagliato.
Roberto R.

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM
Il fondamentalismo come ritorno al Corano nella forma primigenia è motivato dal fatto che l'Islamismo soffre di "anarchia teologica" in quanto non esiste una gerarchie ecclesiastica formale. Questa affermazione è relativa all'Islam Sunnita a cui appartengono il 90% dei musulmani; il rimanente 10% è Sciita e principalmente si trova in Iran. Questa anarchia teologica è il presupposto dei movimenti fondamentalisti, quali i Wahabiti e i Salafiti, che per fare certezza ritengono opportuno un ritorno ad un Islam fondato solo sul Corano. Tuttavia anche questa istanza non raggiunge il suo scopo in quanto il Corano, interpretato letteralmente, è pieno di ambiguità: ad esempio il termine Jihad, frettolosamente tradotto da noi occidentali come "guerra santa", è prevalentemente interpretato negli hadit come "guerra con se stesso", ovvero come sforzo individuale per uniformare la propria vita al Corano. Quindi come vedi l'equazione fondamentalismo = violenza ha una particolare complessità. Il problema dell'Islam moderato è reale: l'Islam, rispetto alle altre religioni, è molto invasivo nella società, per cui non c'è spazio per chi appartenga ad un altra religione. Questa visione integralista non necessariamente sfocia nella violenza; sono islamici anche i Sufi che certo non sono violenti, come anche esistono stati quali la Turchia che sono ispirati dai modelli democratici occidentali.
Poi, per quanto riguarda Algeria ed Afganistan, la loro storia è molto particolare e peraltro l'occidente ha le sue responsabilità in relazione alle dinamiche violente che si sono sviluppate.
Il mio approccio è in qualche modo"politico": l'Islam è una forte realtà in espansione con la quale ci dobbiamo confrontare, senza snaturare la nostra essenza, ma tuttavia erigere dei muri (anche fisicamente visto quello che succede in alcune città del Nord) penso sia totalmente sbagliato.
Roberto R.

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM

Molti cattolici hanno parlato di dialogo sempre e comunque, quasi fosse un magico passe-partout in grado di aprire qualsiasi porta. Checchè ne sia delle altre porte, quella musulmana è impenetrabile a questo tipo di chiave. La comunità musulmana è un blocco chiuso perchè nega ogni distinzione tra temporale e spirituale.
Nel caso cristiano-islamico occorrerebbe innanzitutto mettere a confronto Corano e Vangelo. Ma è proprio questo che il musulmano rifiuta. Il maomettano afferma di venerare la scrittura degli ebrei e quella dei cristiani, ma rifiuta di leggerle. Dove Torah e Vangelo non coincidono con la scrittura Islamica, Maometto affermò che ebrei e cristiani li avevano falsificati.
(Messori)

Quello che il cristianesimo fa sin dalla sua fondazione, scrutando e disquisendo su Vecchio e Nuovo Testamento, non lo fa l'islamismo con il Corano neanche adesso (forse c'è qualche sporadico segnale).
Roberto Latini

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM

Non manca chi dipinge la Spagna islamica come una sorta di paradiso per gli ebrei, bruscamente finito con la riconquista cristiana. E' significativo che tutto ciò che in occidente si fece contro il popolo ebraico non fu che una copia di ciò che i credenti in Allah iniziarono per primi (Messori)

La presenza ebraica nei Paesi Arabi risale a 500 o 600 anni prima di Cristo. Per mille anni, fino alla comparsa di Maometto, gli ebrei vissero in condizioni di parità con le popolazioni locali. Ma con il Profeta le cose cambiarono in modo tragico. Già nel 625-627 Maometto e i suoi annientarono le tribù giudaiche che rifiutavano la nuova fede. Da quel momento insopportabili balzelli, umiliazioni, saccheggi, distruzioni e omicidi hanno costituito il filo conduttore della storia ebraica nel mondo islamico (Associazione per lAmicizia Ebraico-Cristiana)

E' una storia sanguinosa che inizia quindi con il Profeta stesso, il quale proprio nei riguardi dei giudei si macchiò di uno dei crimini peggiori: a Medina i discepoli di Maometto impiegarono parecchie ore per sgozzare tutti i maschi adulti (oltre 600) mentre le donne e i bambini furono venduti come schiavi (Messori)

Chi sparse sangue par la causa dell'Islam non agì affatto contro lo spirito di Maometto; mentre chi lo sparse in nome della fede cristiana ha sempre agito contro lo spirito di Gesù (Francesco Gabrieli)

Io penso che non bisogna aver paura dei musulmani, poichè tutti gli esseri umani, nel profondo, desiderano le stesse cose: un lavoro, una casa, una famiglia, l'amore, e per ottenerla sanno che serve la pace.
Roberto Latni

ROBERTO R. ha detto...

Per quanto importa, sono tra i convinti che, sulla lunga durata, l’Occidente si rivelerà per l’islamismo una trappola mortale. I nostri valori e, più ancora, i nostri vizi, corroderanno e, alla fine, faranno implodere una fede il cui Testo fondante non è per nulla in grado di affrontare la critica cui sono state sottoposte le Scritture ebraico-cristiane (Messori)

Lo credo anch'io.
Roberto Latini

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM

Molti cattolici hanno parlato di dialogo sempre e comunque, quasi fosse un magico passe-partout in grado di aprire qualsiasi porta. Checchè ne sia delle altre porte, quella musulmana è impenetrabile a questo tipo di chiave. La comunità musulmana è un blocco chiuso perchè nega ogni distinzione tra temporale e spirituale.
Nel caso cristiano-islamico occorrerebbe innanzitutto mettere a confronto Corano e Vangelo. Ma è proprio questo che il musulmano rifiuta. Il maomettano afferma di venerare la scrittura degli ebrei e quella dei cristiani, ma rifiuta di leggerle. Dove Torah e Vangelo non coincidono con la scrittura Islamica, Maometto affermò che ebrei e cristiani li avevano falsificati.
(Messori)

Quello che il cristianesimo fa sin dalla sua fondazione, scrutando e disquisendo su Vecchio e Nuovo Testamento, non lo fa l'islamismo con il Corano neanche adesso (forse c'è qualche sporadico segnale).
Roberto Latini

ROBERTO R. ha detto...

ISLAM

Molti cattolici hanno parlato di dialogo sempre e comunque, quasi fosse un magico passe-partout in grado di aprire qualsiasi porta. Checchè ne sia delle altre porte, quella musulmana è impenetrabile a questo tipo di chiave. La comunità musulmana è un blocco chiuso perchè nega ogni distinzione tra temporale e spirituale.
Nel caso cristiano-islamico occorrerebbe innanzitutto mettere a confronto Corano e Vangelo. Ma è proprio questo che il musulmano rifiuta. Il maomettano afferma di venerare la scrittura degli ebrei e quella dei cristiani, ma rifiuta di leggerle. Dove Torah e Vangelo non coincidono con la scrittura Islamica, Maometto affermò che ebrei e cristiani li avevano falsificati.
(Messori)

Quello che il cristianesimo fa sin dalla sua fondazione, scrutando e disquisendo su Vecchio e Nuovo Testamento, non lo fa l'islamismo con il Corano neanche adesso (forse c'è qualche sporadico segnale).
Roberto Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)