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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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639. NON MANDARE I FIGLI AL MACELLO da un'Americana a Venezia
Gli italiani
hanno abbracciato senza timore un genere che oramai ha invaso il pianeta, il
Rap. La parola "Rap" proviene
da un verbo in lingua inglese nera che significa "parlare", con o
senza rima, in modo svelto e convincente.
Pochi fuori della comunità di colore sanno che le origini del genere Rap
risalgono alle piantagioni del Vecchio Sud dove gli schiavi praticavano una
specie di gioco fra loro, un'antica forma di combattimento verbale portata nel
Nuovo Mondo dalla costa occidentale dell'Africa. Nei ghetti degli USA il vecchio gioco era
conosciuto fra i discendenti degli schiavi come le dozens (dozzine), uno scambio di insulti in rima fra due avversari
in strada. Da lì il Rap è diventato un
genere pseudo-musicale oramai quasi sempre di natura violenta e licenziosa e
molto poco giocosa. Per le case
discografiche, il Rap non ha regole, basta che la gente paghi per ascoltare gli
artisti. Arriviamo allo scorso weekend vicino
ad Ancona, in una vecchia casa colonica diventata discoteca. Dentro la sala e fuori nel cortile ben chiuso
c'erano stipati centinaia di giovani, alcuni senza biglietto, alcuni lì con i
genitori che facevano da escort, per vedere il live performance di un certo artista di moda che si chiama Sfera
Ebbasta, italiano che ostenta lo stile di un rapper statunitense, di aspetto importato,
coperto di oro e gioielli assurdi, vestiti e copricapo vistosi e pelle
sfigurata da brutti tatuaggi come quelli di un gangster centroamericano. Sulla gola ha fatto disegnare l'immagine di
un sedere femminile in tanga, uno dei "culi senza cellulite" come
precisa nella nuova hit, "Popstar".
Dopo mezzanotte qualcuno ancora in attesa dell'inizio dello spettacolo
ha rilasciato nel salone spray urticante.
Chi l'ha sentito per primo ha provato a fuggire dall'interno del locale,
finendo su una rampa esterna, diventata improvvisamente una strettoia come via
d'uscita. Il panico ha preso la folla e
nel fuggire, una ringhiera sulla rampa ha ceduto sotto il peso di quelli che spingevano
per raggiungere il cortile, già gremito di ragazzi. Chi è caduto dalla rampa è finito schiacciato
sotto altri corpi, ammucchiati fra urla di terrore e dolore. Cinque ragazzi e una madre sono morti lì per
lì, mentre molti altri sono finiti in ospedale, alcuni gravi. Per che cosa, mi chiedo, si sono fatti tanto
male? A parte il fatto che qualche
cretino ha usato una sostanza offensiva in sala, forse per rubare una collanina
di oro, dice qualcuno. A parte il fatto
che lo spray al peperoncino era già apparso ad un concerto di Sfera Ebbasta a
Modena. A parte il fatto che i gestori
del locale hanno fatto entrare ben più persone di quante autorizzate. A parte il fatto che tanti ragazzi avevano
già bevuto più di un bicchiere, e che tanti erano sicuramente sotto l'influenza
di droga. Sballare, dopo tutto, sarebbe
stato l'unico messaggio dell'artista, idolo anche di alcuni bambini non ancora teenager. I morti avevano tra i 14 e 16 anni, ammassati
come vitelloni in un Tir per ascoltare e vedere uno che propone cash e fumo, cioè, contante e marijuana.
Sfera Ebbasta non nasconde il fatto di essere trasgressivo. Ha già detto in un intervista, "Quando
poi nelle canzoni riesci tra virgolette ad ammutolire tutti, quello è molto più
di una risposta, molto più di uno stato, molto più di un video..." Questo rapper, come tanti suoi colleghi in
America, aspira, sembrerebbe, a fare il dittatore di piazza. Mostrando povertà di idee e mancanza di
impegno sociale, Sfera Ebbasta si è anche spiegato così, "Mi piace sfoggiare
per fare vedere a tutti, nonostante sono partito da zero, sono riuscito
comunque ad un altro livello." Quale?
Lo sballo col cash? Festa di compleanno a bordo di un jet privato? Corpi senza cellulite? Diamanti sui denti? Una volta questo giovane narcisista ha presentato
la mamma in un club così, "Fatemi sentire un cazzo d'applauso, perché è
lei che ha creato Sfera Ebbasta, porca puttana!
Complimenti, complimenti!" E
sua madre, sorridente, testa rasata, applaude il mostriciattolo ora ricco che ha
sempre adorato la mamma, secondo lui.
"Se i ragazzini mi prendono come esempio, stanno prendendo appunto
come esempio uno che era un ragazzino come loro, che è riuscito a fare quello
che veramente vuole dalla vita, quindi bello che mi prendono come
esempio." Genitori,
svegliatevi! Non mandare i figli al
macello! UN’AMERICANA A VENEZIA
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