Ho visto con
grande piacere le opere recenti di Giorgio Rapaccini, mio zio. Mi sono subito
reso conto che sono il correlato emotivo del sedimento cosmico della sua anima
giovane e nello stesso tempo millenaria. Si tratta di sfoglie di piombo che,
con antica armonia, si strutturano nello spazio attraverso volute morbide e
risolute che esaltano la duttilità del piombo. Le sfoglie sfuggono prospetticamente ad uno sfondo che assume tonalità che
cambiano nelle diverse opere, dall'azzurro chiaro al blu intenso e plumbeo:
grazie alle trasparenze questo spazio retrostante ha una profondità
tridimensionale, e il carattere mutevole degli sfondi, che si articola sulla
scala del blu, fa pensare alla 'volta' che chiamiamo 'celeste', non attribuendo
all'aggettivo un valore cromatico, ma esaltandone la sua natura di metafora del
nostro principale riferimento spirituale. Così le lamine di piombo sembrano
frammenti che provengono dalla deflagrazione di un 'unicum' avvenuta negli
spazi siderali. Le grappe che sostengono queste lamine dalla lucentezza incerta
e languida come
lo sguardo di una saggezza matura tolgono alle opere qualsiasi
tentazione statica in quanto sembrano trattenere la loro proiezione cinetica. I
bordi delle superfici, pur costretti dalle grappe, si introflettono
sottolineando la leggerezza eterea di questo elemento così anomalo fra i
metalli; nello stesso tempo le superfici assumono un aspetto che, anche per i
riflessi di luce, potrebbe evocare la foggia delle canne di un organo. È un
richiamo alla musica del tutto appropriato, in quanto l'armonia dei suoni e dei
rumori, parafrasando Schopenhauer, è una traccia della purezza dell'arte, che
può avere sede solo in quel cosmo astrale che già i Greci ritenevano la sede
degli spiriti beati. I 'Piombi' saranno
esposti presso la Galleria Forzani dal 17 settembre al I ottobre 2016. La
mostra sarà inaugurata sabato 17 settembre alle ore 17.30. Roberto Rapaccini
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