sente la genuinità della sperimentazione, dello sforzo di tirare fuori un
tormento difficilmente esternabile. Sembra che la normale espressività non
basti all’autrice, come se le linee melodiche realizzate non siano state
sufficienti a comunicare l’intera anima della cantante. Alcuni brani sembrano
morbidi ma esternano escrescenze elastiche, come di un grido che vuole uscire
ma rimane invischiato nel contesto pastoso. C’è una evocazione
elegiaca legata
ad un senso di incompiuto. La storia di Fiona donna passa per sofferenze (uno
stupro subito a dodici anni), e la storia di Fiona artista vive di genuina non
arrendevolezza, e anche di ribellione al music business. Uno stile che non
ammette confini, e soffia come un gatto, senza però urlare. Possiamo metterla
accanto a Kate Bush o a Tori Amos, e, al limite, persino a Bjork come
attitudine e come ricerca di linee vocali particolari, tra il dolce e
l’acidulo. Un disco che va tra i migliori dell’ultimo decennio. Non la
conoscevo questa artista, fortuna che in questo blog Rapaccini ha usato la sua
musica come sottofondo (video di “Hot Knife”). Amo le sorprese. SKY ROBERTACE
LATINI

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